La Juventus pareggia in extremis, e porta a casa soltanto un punticino nel derby. Dopo la sconfitta casalinga contro il Benevento, prima della sosta, ci si aspettava qualcosa di più, Pirlo sì aspettava qualcosa di più, ma in realtà niente è arrivato. A dire il vero la Juventus non ha giocato nemmeno troppo male, ma le continue disattenzioni, la troppa superficialità di certe giocate, e i continui errori sono diventati una immancabile presenza nelle nostre partite, e questo non va bene. È abbastanza chiaro che il problema è nella testa. Quando la squadra sta bene ed è sul pezzo, ha dimostrato di poter battere bene chiunque, purtroppo c’è il rovescio della medaglia, che appena la concentrazione cala un po’, la Juventus diventa una squadra mediocre. Tutto parte dalla panchina e dalla capacità dell’allenatore di preparare la partita e di riuscire a tenere alto il livello di pressione e concentrazione, ed è evidente che in questo Pirlo è palesemente inadeguato. Se una squadra continua nel cadere sempre negli stessi errori, se i giocatori non approcciano nel migliore dei modi a molte partite, e giocano con troppa sufficienza e incappano in errori gravissimi e determinanti, allora vuol dire chi comanda non riesce a far passare il giusto messaggio.

Non sono un tecnico, non sono un filosofo del calcio appassionato di schemi e alchemie tattiche, e quindi in tal senso non esprimo giudizi, ma sul carattere di una squadra posso dire la mia. La Juventus da sempre ha un dna operaio, grintoso, umile, pratico, e da qui non ci si sposta. La Juventus riesce ad essere la Juventus quando in campo ci va coi famosi “occhi della tigre” il resto sono chiacchiere da salotto. Alla Juventus, a questa Juventus, serve chi è in grado di far tornare queste attitudini, altrimenti è il caos più totale. 

Da un paio di anni, forse anche di più, la società sta incappando in una serie di errori di valutazione grossolani. Prima non si è voluto credere ad Allegri quando per alzare il livello tecnico della squadra aveva chiesto una mezza rivoluzione, gli sì è preferito Sarri con l’errata convinzione che bastasse cambiare guida tecnica per cambiare mentalità. Doppio errore. Primo hanno scelto un allenatore diametralmente opposto al mondo Juventus, secondo non gli hanno dato i mezzi per fare il suo lavoro. Non puoi pretendere di cambiare filosofia e mentalità di una squadra se mantieni i senatori e il blocco che hanno fatto le fortune di questa squadra, con un credo calcistico opposto. È un po’ come mettere insieme una Pupa e un secchione, un chitarrista hard rock in una banda paesana, Don Matteo su CSI New York. Non ci siamo. Errore di valutazione della società che è terminato con l’esonero di Sarri dopo solo un anno, un anno che non sarebbe nemmeno dovuto vivere. 
Poi Pirlo, altro errore. Valuti la squadra adatta ad essere messa in mano ad un esordiente totale, vuoi cambiare, vuoi ringiovanire la rosa ma ti affidi ancora a Chiellini, Buffon, Bonucci, che sono amici, ex compagni di squadra del mister e che giocano soltanto per i record personali. Risultato? squadra senza anima. Giovani che trovano difficoltà nel l’inserimento in un club come la Juventus, l’unico è Chiesa, che sembra avere qualcosa in più.
In mezzo a tutto questo ci mettiamo anche i sbagli di valutazione di giocatori come Ramsey, Rabiot, Bernardeschi che hanno molto più peso nel bilancio che sul campo.
Poi c’è la questione Ronaldo, anche qui un’altro sbaglio di valutazione. Ok prenderlo per l’immagine è il marketing, ok sacrificare molti soldi, ma il non avergli messo attorno una squadra all’altezza è stato uno sbaglio. Sarebbe stato come prendere un Ferrari ma poi non avere i soldi per il bollo. Tutti questi sbagli di valutazione hanno un medesimo denominatore comune e si chiama Fabio Paratici. È sempre lui che si presenta davanti alle telecamere con quel sorriso che sembra che tutto vada a gonfie vele e che non ci siano problemi. È lui che in tre anni ha dilapidato tutto quanto fatto di buono prima, togliendo l’anima guerriera a questa Juventus e lasciando la strada aperta per gli avversari. Prima o poi qualcuno gli chiederà il conto di quanto fatto sotto l’aspetto tecnico e finanziario, e vedremo se lo stretto rapporto di amicizia con il presidente basterà a salvarlo.

Per il momento ad essere salvo è Andrea Pirlo, che deve molto del suo posto ancora su questa panchina, alle difficoltà economiche del club che in questo momento non può permettersi un nuovo esonero e soprattutto un nuovo allenatore di un certo livello. Se Pirlo dovesse fallire il piazzamento Champion sarebbe un vero e proprio disastro con questa squadra. Resto dell’idea che nonostante le lacune di questa squadra, con in panchina un allenatore più carismatico più leader, probabilmente non avremmo comunque vinto lo scudetto, perché l’Inter sta facendo una grande stagione dal punto di vista della continuità, ma certamente avremmo combattuto e lottato fino alla fine, come è nel nostro dna. 
Se la società vorrà proseguire nell’inseguimento di un calcio e di un dna che non ci appartiene andremo incontro ad un periodo buio. O si parla chiaro, si è onesti prima di tutto con noi tifosi, e sì dice che si parte da zero con una nuova idea di calcio, e che nei prossimi anni non dobbiamo avere nessuna aspettativa di vittoria, e questa scelta viene avallata da una vera e propria rivoluzione, che vede l’addio di tutti i vecchi senatori e un nuovo corso. Oppure bisogna fare un passo indietro, capire chi siamo e chi siamo sempre stati, e trovare qualcuno in grado di lavorare in tal senso. 
Ci vorrebbe il coraggio di richiamare Allegri e iniziare il percorso che aveva in mente. Oppure di trovare un altro allenatore esperto e capace di toccare le corde dell’orgoglio di questi giocatori. Siamo onesti, Conte con questa squadra avrebbe dieci punti di vantaggio sulla seconda. Al di là delle questioni personali e caratteriali, dal punto di vista della pressione e dell’atteggiamento, Conte avrebbe vinto a mani basse questo scudetto con la Juventus. 
Una cosa è certa, chiunque ci sarà l’anno prossimo dovrebbe avere la possibilità di lavorare in una Juventus nuova e vergine, senza più il blocco dei senatori che blocca tutto il resto. 
Perdere fa parte del gioco, ma perdere lottando con dignità è una cosa, perdere come stiamo perdendo noi quest’anno non è dignitoso per il nostro passato. Non è rispettoso nei confronti di chi in questi anni ha sudato e lottato per questa leggenda. 
Ora finiamo questa stagione con un briciolo di dignità e poi alla fine chi di dovere sì prenderà le proprie responsabilità.

“Forse qualcuno troverà il coraggio di affrontare i sensi di colpa, e cancellarli da questo viaggio.......”.