Certo criticare un allenatore di una squadra che vince una partita per 4-0 può sembrare a prima vista come una bestemmia. Ma nel caso di Maurizio Sarri e della Juve, vale la pena di correre questo rischio. E il motivo è semplice perché il tecnico bianconero dimostra di conoscere alla perfezione l’arte del farsi male da soli.
In proposito basta andare a vedere la formazione schierata dall’inizio contro il Cagliari per rendersene conto; infatti sulla scorta di quanto si era visto fino ad ora, tutto lasciava presagire la presenza in campo del tridente CR7-Dybala-Higuain, e lo stesso assetto tattico posto in essere nelle tre precedenti partite. E non ultimo, in concomitanza delle assenze di Khedira e di Bentancur, anche l’impiego a centrocampo di Emre Can.

Invece Sarri ha preferito ricominciare d’accapo: niente tridente in campo e anziché Emre Can, ancora Rabiot, con il compito di fare il Bentancur. Sinceramente la sorpresa per le scelte del tecnico è stata molto grande; perché era facile immaginare che avrebbe perseguito la continuità sia nel modulo tattico che nella presenza in campo del tridente, allo scopo di far trovare quanto prima una identità precisa alla sua squadra, che  tarda ad arrivare.

E la partita con il Cagliari ha confermato appieno tutte le perplessità sia sull’assetto tattico che sulla scelta degli uomini; perché la Juve  per quasi un’ora in pratica non ha mai tirato in porta. Il solito mucchio sulla trequarti campo, senza la giusta distanza fra i reparti, e senza nessun terminale offensivo. Con Dybala che andava a prendere palla a centrocampo, per poi cercare lo scambio con i centrocampisti nella speranza di un’imbucata verso l’area di rigore; cosa che è avvenuta solo in una occasione (28’ ) con conclusione della Joya completamente sballata. E con CR7 confinato sulla sinistra, guardato a vista sempre da almeno  due uomini, che cercava  disperatamente qualche sponda con i compagni nel tentativo di potersi avvicinare ai 16 metri e di andare al tiro in porta. La Juve è passata in vantaggio al  minuto 49, grazie ad un disimpegno errato della difesa cagliaritana (il primo della partita),  che CR7 ha saputo sfruttare con  la solita bravura; fino a quel momento l’unica occasione pericolosa creata dai bianconeri era stato un colpo di testa di Demiral (36), sugli sviluppi di un calcio d’angolo, che ha scheggiato la traversa.

Poi Dybala, finalmente, è riuscito ad inserirsi in area di rigore con una bella serpentina e c’è scappato il calcio di rigore (67’), che CR7, ancora lui, ha trasformato per il raddoppio bianconero.
Ma la partita fino a quel momento era vissuta sugli episodi descritti.
Poi tre minuti dopo il rigore, Sarri ha tolto dal campo Dybala e ha fatto entrare Higuain, e la partita, come per incanto, è cambiata completamente. Anzi sarebbe meglio dire che è cominciata un’altra partita; perché per una ventina di minuti in campo si è vista solo la Juve che ha letteralmente maramaldeggiato costringendo sistematicamente sulla difensiva il Cagliari. E all’improvviso è arrivato il gioco, gli scambi veloci, la distanza fra i reparti, e  il terminale offensivo; e sono piovute occasioni a iosa e altri goal (2) . Mentre il  Cagliari è tornato a farsi vedere nell’area bianconera  solo allo scadere con un tentativo di Nainggolan, quando la Juve aveva in pratica smesso di giocare.

Insomma ancora una volta si è avuta la conferma che la presenza in campo di Higuain sia imprescindibile. Per diverse ragioni; in primis perché è un centravanti di ruolo, una vera prima punta che gioca costantemente in avanti e fa da  riferimento ad ogni iniziativa di gioco della squadra. Poi, la sua presenza consente ai reparti di riacquistare la distanza giusta, e rende la squadra nel suo complesso più ordinata ed equilibrata. Mentre con Dybala, schierato come centravanti, avviene esattamente il contrario. Vale a dire che la Joya non avendo le caratteristiche della punta centrale, dell’attaccante d’area di rigore, non riesce a fare da riferimento alla manovra della squadra;  che con lui in campo fatica ad avere esecuzione e a trovare sbocchi in avanti. E non è un caso che il primo goal sia arrivato dopo 49 minuti e solo per un errore di disimpegno dei difensori cagliaritani; e non è nemmeno la prima volta che la Juve faccia una fatica enorme per arrivare a fare goal. Evidentemente una ragione ci deve pure essere. Perché non è certo la qualità che manca agli attaccanti bianconeri. Per cui la causa della scarsa prolificità dell’attacco bianconero deve dipendere da altre ragioni, che alla luce dei fatti sembra molto legata ad una confusione tattica della squadra. E alla mancanza di una linea univoca nelle scelte degli uomini da mandare in campo.

Dopo sei mesi di lavoro, ancora non si è capito quale sia la formazione titolare. E se si vuole giocare con continuità col tridente; oppure se resta una semplice opzione da utilizzare solo per spezzoni di partite e in quelle  così dette facili. Non solo,  ma sta cominciando  a diventare un problema anche l’accantonamento di De Ligt in panchina. Infatti se la sua esclusione dovesse durare ancora  a lungo, ci sarebbe il rischio di far scoppiare un vera e propria grana. Perché l’olandese non credo che accetterebbe in maniera definitiva il ruolo di riserva. E poi con un procuratore come Raiola alle spalle, difficilmente la situazione potrebbe prolungarsi a lungo. Anche perché è notizia di non tanto tempo fa di una intervista rilasciata ad un giornale spagnolo da De Jong (suo compagno all’Aiax) che aveva dichiarato che De Ligt  gli aveva confidato di essersi pentito di essere andato a giocare alla Juve. Tanto che, dopo pochi giorni, sul suo profilo Social il difensore si è subito precipitato a pubblicare un post nel quale ha dichiarato che non era vero, e che era felice di stare alla Juve.

Ma al di là delle smentite e della verità vera, quello che è certo è che De Ligt, se  venisse relegato al ruolo di riserva, quasi sicuramente, a fine anno farà le valigie e se ne andrà al Barcellona, dove sono pronti ad accoglierlo a braccia aperte. Sarà bene che a Torino se ne rendano conto. E soprattutto sarà bene che Maurizio Sarri sappia trovare a breve una soluzione per la difesa che implichi la presenza anche del difensore olandese. 

Intanto sempre dalla sede bianconera filtra anche qualche notizia positiva e riguarda il tanto bistrattato Emre Can. Pare che ci sia un ripensamento da parte della dirigenza, secondo il quale il giocatore tedesco  dovrebbe essere ritirato dal mercato e rimanere nell’organico. E dovrebbe far parte della prossima lista Champions da comunicare all’Uefa entro il corrente mese. La permanenza di Emre Can non sarebbe una cattiva notizia per la squadra bianconera, perché potrebbe risolvere il vero problema del centrocampo bianconero che è quello della mancanza di un giocatore con caratteristiche di incontrista che dia supporto alla difesa nella fase di non possesso palla. Staremo a vedere.

Intanto il DS Paratici nel pre gara col Cagliari ha detto fra le altre cose che il mercato della Juve si ferma con l’acquisto di Kulusevski, che come sappiamo arriverà solo per la prossima stagione. E questa non sarebbe una buona notizia per la squadra bianconera, perché per completare l’organico, e per sfruttare adeguatamente il tridente offensivo, servirebbe un attaccante di valore internazionale che possa dare il cambio sia ad Higuain che a CR7; soprattutto dopo la partenza di Mandzukic che non fa più parte dell’organico. 

Comunque il mercato è ancora lungo e le sorprese, come le bugie, sono sempre all’ordine del giorno, e questo vale anche per il ds Paratici.