Di questi tempi, tanti pensieri pesanti vengono a mettere a repentaglio la nostra serenità e il nostro equilibrio mentale: le prossime bollette di luce e gas saliranno alle stelle? Chi saranno i ministri del prossimo governo, visto che ci siamo precipitati in massa a votare? I gasdotti del Mar Baltico saltano per aria anche se sono sott'acqua, di chi sarà la colpa? Fortunatamente, il mondo dello Sport ci offre praticamente ogni giorno un sacco di belle storie, che non risolvono i nostri problemi, ma almeno per un po' ci fanno pensare ad altro.
Per esempio:
- la Nazionale di Mancini si è qualificata per la Final Four di Nations League: nel prossimo mese di giugno, avremo ancora dei validi motivi per grigliare un bel po' di carnazza e bere birra con  gli amici ( rigorosamente a "rutto libero" come Fantozzi ci insegna), mentre in TV 22 ragazzotti in braghette corte rincorrono un pallone. Ma dico io: non potevamo metterci lo stesso impegno per andare ai Mondiali? I miei amici mi hanno detto che guardare le partite mangiando le caldarroste non è la stessa cosa...evviva...
- sto seguendo in TV le ragazze italiane della pallavolo: tanta roba!! 5 partite, 5 vittorie, tanta grinta e, devo dire, tanto fascino...evviva evviva...
- ci ha lasciato Antonio Inoki, leggendario wrestler giapponese degli anni '80. Per chi come me all'epoca era adolescente, Inoki era una creatura pressoché mitologica per svariati motivi:
1) ma come fa un giapponese a chiamarsi Antonio?
2) come faceva Antonio a sopravvivere alle mazzate che si davano sul ring? Sì, perché i wrestler giapponesi si prendevano veramente a colpi di sedia o di bastone, mica come quelli americani di oggi...
3) Antonio Inoki era amico dell'Uomo Tigre o no? Perché nel cartone animato di Tiger Man non si capisce mica tanto bene...Oh, a me 'ste domande hanno fatto perdere parecchie ore di sonno...

Se poi vogliamo parlare di temi più attuali, ci sarebbe anche Juve-Bologna. I bianconeri si avvicinano al match, ritrovando alcuni uomini che paiono rinfrancati dall'aver respirato aria di casa: Bremer ha debuttato col Brasile, Kostic e Vlahovic hanno fatto vedere con la Serbia che i piedi buoni ci sono ancora e Bonucci in azzurro ha fatto capire che in una difesa a tre può ancora dire la sua.
E infatti il buon Max opta per la difesa a quattro: elasticità nell'applicare i moduli direbbero quelli più esperti, continuiamo con la confusione tattica dico io molto più umilmente. Il primo tempo scivola via tranquillo come una marmotta in letargo per i primi 15 minuti, la Juve ci prova un po' di più, il Bologna argina senza troppa fatica. L'equilibrio viene rotto al 24' da Kostic: lui e il suo compagno di avventura Vlahovic partono in contropiede, DV9 è in versione assistman e FK17 insacca in diagonale alle spalle di... un altro portiere col cognome difficile (cercano di mettermi in difficoltà e ci riescono...).
Un paio di occasioni per parte e fine del primo tempo: tutti a prendere un CaffeSport Borghetti. Il tifoso bianconero medio pensa: adesso mi preparo psicologicamente al tracollo del secondo tempo, così poi non ci rimango troppo male. E infatti, a conferma del sentore provato all'intervallo, al 50' Alex Sandrone pasticcia con la palla su pressing di Orsolini e per poco non ne combina una delle sue (dalle mie parti, Sandrone è una maschera di carnevale, personaggio famoso per non essere particolarmente sveglio).
Ma a questo punto è il Bologna ad uscire di scena: da qui in avanti, si contano solo palle-gol della Juve. Dopo un paio di occasioni con Milik e Danilo, al 59' una azione manovrata finisce con un cross di McKennie per Vlahovic, che inzucca di testa e trafigge il portiere rossoblu.
Girandola di cambi che invece di dare nuove energie, forse confonde le idee agli emiliani: al 62' anche Milik insacca con un bel sinistro, 3-0 a mezz'oretta dalla fine. Il tifoso bianconero medio non sa se stappare una bella gazzosa formato famiglia o se dare una robusta strofinata agli zebedei, per invitare la fortuna a non andarsene proprio adesso.
La Juve sfiora il quarto gol,  prima con DV9 e poi con  Milik. Il Bologna evapora come l'acqua che bolle in attesa delle tagliatelle da cuocere. Al minuto '84, Alex Sandro decide che è ora di diventare uno dei protagonisti del match: perde un brutto pallone e Cambiaso (ma non era nostro? Come Rovella del Monza?) parte in contropiede per poi servire Orsolini (ma non era nostro anche lui??) che non concretizza. Tre minuti dopo, il laterale brasiliano si inventa un tiro-cross che non viene raccolto da nessun piedone bianconero in area.
Dopo qualche minuto di recupero, triplice fischio, 3-0 per noi e tutti a nanna. 

Ora, la mia amata Vecchia Signora dovrà darmi ulteriori prove d'amore per riconquistare il mio cuore di innamorato deluso, ma la domanda nasce spontanea: il Bologna di questa sera era davvero poca cosa o la Juve ha deciso di voltare pagina e rimettersi in marcia?