In un periodo avaro di soddisfazioni per i tifosi bianconeri, ho cercato un rimedio per riappacificarmi con gli dei del Calcio e rinverdire la passione per questo magnifico sport.
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata la ricerca di storie tanto vincenti, quanto sorprendenti, di uomini e squadre che hanno vinto contro ogni pronostico. Documentandomi un po' mi sono imbattuto nella storia del Nottingham Forest Football Club, che ai più potrebbe suonare familiare perché rievoca le gesta di Robin Hood, il ladro galantuomo che rubava ai ricchi per donare ai poveri.
E il Nottingham Forest, per un lustro alla fine degli anni '70,  ha sicuramente rubato la scena ai più blasonati club inglesi della First Division, arcaico nome della Premier League. Può sicuramente essere annoverato tra i club calcistici più antichi del mondo e condivide questo primato con l'altra squadra cittadina, il Notts County.
Ma andiamo con ordine.

La nascita del Nottingham, secondo la leggenda, è da far risalire ad un dissidio tra fratelli. Nel 1862, un tale Richard Daft fondò il Notts County f.c, ma tra Richard e il fratello più giovane non correva buon sangue. Tre anni più tardi, nel 1865, il più piccolo dei Daft, insieme ad altri 14 membri fondatori, diede vita al Nottingham f.c. Questo gruppo di giovani era molto attivo in città ed era solito praticare un antico gioco gaelico simile all'hockey, imparato da operai scozzesi residenti nella zona. Al nome della squadra, venne presto aggiunto il "Forest" poiché la squadra giocava all'ippodromo che si trovava all'interno della foresta di Sherwood. Restava da scegliere il colore della maglia... 
Nel 1864, Giuseppe Garibaldi, l'eroe del Risorgimento italiano, visitò l'Inghilterra, accolto da ali di folla festante. I fondatori del Nottingham stimavano profondamente il condottiero italiano e decisero di adottare il rosso Garibaldi quale colore della neonata società. Quando venti anni più tardi, due membri del Forest si spostarono a Londra per lavoro, decisero di dare vita ad un nuovo club per i lavoratori del quartiere e scelsero il medesimo colore di maglia: stava nascendo l'Arsenal... 

Ai giocatori del Forest è dovuta anche l'invenzione dei parastinchi, che ricavarono dai gambali per il cricket. La storia sportiva del Forest è costellata di salti di categoria tra i vari campionati inglesi, con frequenti discese e successive risalite. Il destino della compagine in rosso sterzo' decisamente quando il 6 gennaio del 1975 Brian Clough divenne allenatore della squadra. La sua fama lo precedeva: nella stagione 1971-72 Clough aveva portato il Derby County, che quattro anni prima era in Second Division, a vincere il suo primo titolo nazionale. Ma proprio il Derby era storico rivale del Forest, per cui l'accoglienza nei confronti del nuovo tecnico non fu delle migliori. Per di più, Clough arrivava in un momento molto travagliato per il club: il Nottingham veniva da diverse stagioni deludenti e lo stadio, il City Ground, era sempre più vuoto (uhm, questa situazione mi ricorda qualcosa...). Clough e il suo fidato collaboratore Peter Taylor non si diedero pet vinti ed iniziarono a trasmettere alla squadra la loro filosofia di gioco.
Nella stagione 1976-77 arrivò la promozione in First Division e nel 1978 il Nottingham Forest, partendo da neopromossa, vinse il massimo  campionato inglese. I tifosi erano sbalorditi ed euforici al tempo stesso, ma il meglio doveva ancora arrivare...
Ovviamente il Forest si guadagnò la possibilità di giocare la Coppa Campioni 1978-79,  portando con  se' la dote di campioni d'Inghilterra. Nella formazione figuravano i nomi di Peter Shilton col ruolo di portiere, Viv Anderson primo giocatore di colore a vestire la maglia della nazionale inglese, Martin O'Neill e  John Robertson.
La Coppa Campioni divenne un evento per l'intera città e la tifoseria in massa si strinse intorno alla squadra. Clough dimostrò tutta la sua bravura, nel guidare una squadra sbarazzina ed efficace al tempo stesso. Al debutto, nel settembre del 1978, ci fu subito il  doppio scontro all'ultimo sangue contro il Liverpool: 2 - 0 in casa per il Forest e 0 - 0 ad Anfield, primo turno passato!
Poi, la strada si fece in discesa. Vittoria 2 - 1 sul campo dell'Aek Atene e goleada 5 - 1 in casa al ritorno. I quarti di finale prevedevano il doppio match con gli svizzeri del Grasshoppers: vittoria per 4 - 1 in casa  e pareggio 1 - 1 in Svizzera. La semifinale vide il Forest opposto al tedeschi del Colonia. Pareggio per 3 - 3 in casa e vittoria fuori casa per 1 - 0! Il Forest era in finale di Coppa dei Campioni!! Il 30 maggio 1979 era in programma la finale all'Olympiastadion di Monaco di Baviera, contro gli svedesi del Malmoe. La squadra spensierata di Clough si trasformò e divenne accorta e cinica: con un gol di Trevor Francis, che qualche anno dopo venne a cercare fortuna in Italia, il Forest si aggiudicò la Coppa più ambita da tutti i club europei, andando a fare compagnia a Manchesfer United e Liverpool quale squadra inglese vincitrice della Coppa Campioni.
A Nottingham,  i festeggiamenti durarono alcuni mesi, la città era impazzita di gioia, ma altri traguardi attendevano i ragazzi di Clough!
Si sa, vincere aiuta a vincere: la fame di vittorie del Forest divenne inarrestabile.
Gli inglesi si aggiudicarono anche la Supercoppa europea contro il Barcellona. Restava da giocare la finale di Coppa Intercontinentale in Sudafrica, contro i sudamericani dell'Olimpia Asuncion. Per paura di recarsi in un paese che stava attraversando forti tensioni politiche e sociali, il Nottingham Forest lasciò che a disputare la finale andasse il Malmoe: gli svedesi furono sconfitti e l'Olimpia si aggiudicò il titolo di Campione del mondo per Club. Sicuramente un rimpianto per i ragazzi di Clough.
Il Nottingham si ripresento' all'edizione 1979-80 della Coppa Campioni come detentrice e squadra da battere. Il cammino degli inglesi fu relativamente semplice fino alla semifinale. Il Forest elimino' l'Oster vincendo in casa 2-1 e pareggiando 1-1 in Austria. Poi venne la volta dell'Arges Pitesti, liquidato con  una doppia vittoria ( 2-0 e 2-1). Con qualche apprensione in più, i rossi si liberarono della Dinamo Berlino ai quarti di finale: sconfitta per 1-0 in DDR e vittoria casalinga per 3-1. In semifinale, i ragazzi di Clough si trovarono difronte all'avversario più ostico e temibile, che li separava dalla seconda finale consecutiva: l'Ajax di Ruud Krol. Furono due partite estenuanti, quasi drammatiche. Il Forest vinse in casa per 2-0 e andò a giocare ad Amsterdam una partita epica, persa per 1-0, in cui Shilton si esalto' con le sue parate.
Era di nuovo finale di Coppa Campioni! Il Real Madrid avrebbe tanto voluto giocare in casa quella finale, ma venne eliminato dai tedeschi dell'Amburgo, tra le cui file già si trovava un certo Magath, che tanto male avrebbe fatto alla Juventus tra anni dopo.
La finale si disputò il 28 maggio 1980 al Santiago Bernabeu. L'Inglese Kevin Keegan, centravanti dei tedeschi e Pallone d'oro in carica, non riuscì ad essere determinante per i suoi, mentre Robertson al 21' trovò la rete che regalo' al Nottingham la seconda Coppa Campioni consecutiva. I rossi entrarono così nel ristretto club delle squadre che potevano vantare in bacheca due Coppe dalle grandi orecchie!!

Dopo quella gloriosa epopea, stagione dopo stagione il Forest sprofondo' nelle serie minori inglesi, tanto che ancora oggi detiene due record di segno opposto: è l'unica squadra europea ad aver vinto più trofei continentali che titoli nazionali ed è sempre l'unica in Europa ad essere scesa fino in terza divisione dopo essere stata campione d'Europa.
I tifosi per lungo tempo hanno vissuto di ricordi, ripensando alle gesta dei ragazzi di Clough, che li ha lasciati orfani nel settembre 2004...
A settembre 2022, dopo una lunga attesa, il Forest si è riaffacciato in  Premier League con  l'obiettivo di una salvezza tranquilla e chissà se la storia potrà ripetersi...