Nelle ore in cui il mondo dello sport piange la scomparsa di O Rey Pelè, fortunatamente la storia del calcio ci consente di omaggiare un'altra leggenda, tuttora vivente, del pallone. Il 31 dicembre ricorre infatti il compleanno di Sir Alex Ferguson, uno degli allenatori più vincenti, se non il più vincente, di tutti i tempi. In 39 anni di carriera, ha conquistato praticamente tutto alla guida dei club in cui ha militato, ad eccezione della non troppo brillante esperienza sulla panchina della nazionale scozzese. Un piccolo neo che non offusca quanto fatto di buono in patria e soprattutto come condottiero del Manchester United. 

Alexander Chapman Ferguson nasce a Glasgow il 31 dicembre 1941, nel quartiere di Govan, zona ovest della città, sede dei principali cantieri navali del paese. In uno di questi cantieri, lavora il padre di Alex, il signor Alexander Beaton, il quale trascorre il tempo libero giocando a calcio nel Glentoran. La madre, Elizabeth, si occupa delle faccende di casa. A scuola il piccolo Alex è tutt'altro che un fenomeno: viene bocciato sia alle elementari, che alla High School. Il padre lo spedisce a fare l'apprendista in fabbrica (e nel frattempo continua a studiare), ma, come il padre, il giovane Alex scopre la passione per il football. Nella stagione 1957/58, inizia a giocare da professionista in una squadra locale, col ruolo di attaccante: ha un fisico robusto e spesso inquadra bene la porta.
La sua carriera di bomber dura 17 anni, in cui veste le maglie di Queen's Park, St. Johnstone, Dunfermline, Rangers, Falkirk e Ayr United. Nella stagione 1965/66 vince anche il titolo di capocannoniere di First Division, segnando 31 reti, ma sono gli anni in cui il Celtic domina e vince tutto: Ferguson può vantare solo la vittoria di due campionati scozzesi.

Al termine di una discreta carriera da calciatore, giunge il momento di provare una nuova esperienza: nel giugno del 1974, Alex assume la guida in panchina dell'East Stirlingshire, club che naviga nelle acque delle serie inferiori. Vi rimane per pochi mesi, poi si trasferisce al St. Mirren, ambiente in cui riesce a costruire una squadra giovane e vincente. Ferguson conduce il suo gruppo di ragazzi dalla Second alla First Division e poi alla Premiership scozzese: il mito di Sir Alex è appena agli inizi. 
Nell'estate del 1978, avviene l'impensabile: Ferguson ha appena condotto il St. Mirren alla salvezza in Premiership, ma, durante il tentativo di ottenere rimborsi spese per i giocatori,  viene accusato di aver aggredito verbalmente la segretaria della squadra. Risultato: Sir Alex colleziona il primo ed ultimo esonero della sua lunga carriera. Poco male, c'è già chi ha messo gli occhi su quel tecnico capace e risoluto: l'Aberdeen ha tutta l'intenzione di inserirsi nel dominio Celtic/Rangers e grazie al nuovo tecnico i risultati non tardano ad arrivare.
Dopo il quarto posto nel campionato 1978/79, i rossi vincono il loro secondo titolo di Campioni di Scozia nel 1980, con un punto di vantaggio sul Celtic! Due anni dopo, l'Aberdeen vince anche la Coppa di Scozia, battendo i Rangers in finale con un sonoro 4-1. Sono gli anni più belli e gloriosi nella storia dei rossi: nella stagione 1982/83, Ferguson e i suoi ragazzi, oltre alla seconda Coppa di Scozia consecutiva, vincono anche il loro primo trofeo europeo, la Coppa delle Coppe. I pronostici danno per favorite il Barcellona, detentore del titolo, e il Real Madrid, ma il cammino dell'Aberdeen è travolgente: nei primi tre turni, gli scozzesi vincono 5 partite su 6, segnano 15 reti e ne subiscono 1. Ferguson mette in luce un'abilità tattica sopraffina ed una capacità di lettura della partita non comune: nei quarti di finale contro il Bayern Monaco, il tecnico azzecca i cambi e, dopo lo 0-0 in trasferta, il 3-2 casalingo garantisce il passaggio del turno. Allo Stadio Ullevi di Goteborg, l'11 maggio 1983,  l'Aberdeen trova in finale il Real Madrid, che arriva sicuro di vincere. Ferguson opta per un classico 4-4-2, la squadra è composta solo da giocatori scozzesi, una sorta di succursale della Nazionale. Nei Blancos, a centrocampo a condurre le danze c'è il tedesco Stielike, che solo 10 mesi prima ha raccolto dal fondo della rete il pallone del 3-1 insaccato da Altobelli, nella finale mondiale proprio a  Madrid contro l'Italia. L'arbitro è l'italiano Menegali. I 90 minuti terminano 1-1 e nei supplementari Sir Alex indovina ancora una volta il cambio giusto: il subentrato Hewitt al 112' segna il gol del definitivo 2-1, che consente ai rossi scozzesi di guadagnarsi gli onori del pubblico europeo. Siccome vincere aiuta a vincere, l'anno solare 1983 termina con la conquista della Supercoppa: l'avversario da battere è l'Amburgo di Magath, vincitore della Coppa dei Campioni nella finale di Atene contro la Juve. Nel doppio scontro, l'andata in Germania finisce 0-0, mentre al ritorno il 20 dicembre gli scozzesi si impongono in casa per 2-0: secondo titolo europeo in pochi mesi per gli uomini di Ferguson!
La stagione 1983/84 è da incorniciare per l'Aberdeen, che conquista anche la terza Coppa di Scozia di fila e la seconda Scottish Premiership sotto la gestione di Sir Alex. Nei due anni successivi, i rossi vincono il loro quarto scudetto e realizzano l'accoppiata Coppa di Scozia/Coppa di Lega (1985/86). In tutto, 10 trofei in 7 stagioni, per un tecnico che abbina doti tecnico-tattiche alla capacità di gestire lo spogliatoio in modo diretto e franco, comprese la lavate di capo che riserva ai giocatori rei di non avere sufficiente voglia di vincere.  

Per non farsi mancare nulla, dal 16 ottobre 1985 Ferguson ricopre anche l'incarico di C.T. della Scozia: in palio c'è la partecipazione ai Mondiali di Mexico '86 e c'è da vincere lo spareggio con l'Australia. Il 20 novembre 1985 gli uomini di Sir Alex regolano gli avversari per 2-0 e il pareggio per 0-0 nella terra dei canguri consente agli scozzesi di staccare il biglietto per il Mondiale. La partecipazione dei blu non sarà memorabile: nel girone con Danimarca, Germania Ovest e Uruguay, la Scozia collezionerà due sconfitte e un pareggio, terminando all'ultimo posto. Ma una nuova avventura si profila all'orizzonte per Ferguson.
Nel novembre 1986, il manager scozzese lascia la panchina dell'Aberdeen: il Manchester United gli vuole affidare la guida della squadra, per tornare in alto dopo tante stagioni difficili. I Red Devils non vincono il campionato inglese dal 1967 e l'ultimo titolo europeo conquistato è la Coppa dei campioni del 1968, risalente ai tempi di Matt Busby e George Best. Ferguson, abituato a lavorare in situazioni difficili, ringiovanisce la rosa inserendo uomini più adatti al suo tipo di gioco e nel 1990 vince la FA Cup contro il Crystal Palace. Il Man Utd può così disputare la Coppa delle Coppe 1990/91 e arriva in finale contro il favorito Barcellona di Cruijff: i due gol di Mark Hughes valgono un nuovo trofeo europeo dopo 23 anni!
Ma i tifosi sognano la vittoria nel campionato inglese... Il tecnico scozzese, a partire dall'estate del 1991, fa arrivare a Manchester i talenti che gli servono, uomini di spessore prima ancora che ottimi giocatori: il portiere danese Schmeichel, il francese Eric Cantona, il gallese Ryan Giggs, prelevato dalle giovanili del club. E due anni dopo, stagione 1992/93, l'incantesimo si spezza: i Red Devils si laureano campioni d'Inghilterra!
Le vittorie si susseguono a ritmo serrato: stagione 1993/94 primo double Premier League-FA Cup, esattamente come nel 1996 e 1997. Nel frattempo, la rosa si rinforza con gli ingressi di diversi ragazzi dell'Academy: Gary Neville, Butt, Scholes e Beckham. A questi si aggiungono Yorke, l'olandese Stam, Sheringham e il norvegese Solskjaer. L'anno della consacrazione per quel gruppo di giocatori formidabili è il 1998/99. Al Man Utd riesce il treble, la vittoria nella stessa stagione di Premier League, FA Cup e Champions League, la prima vinta da Sir Alex.
Due sono i passaggi cruciali in Europa: il passaggio del turno contro la Juventus e la finale con il Bayern Monaco. La vittoria a Torino per 3-2 farà dire a Ferguson: "Abbiamo battuto la squadra che per noi è un esempio, un punto di riferimento..".  
La finale al Camp Nou è a dir poco rocambolesca: in pieno recupero, i gol di Sheringham e Solskjaer ribaltano il vantaggio tedesco e gli inglesi possono alzare nuovamente al cielo la coppa dalle grandi orecchie! Il 20 luglio 1999 Ferguson riceve il titolo di Sir dalla regina Elisabetta per i meriti sportivi conquistati sul campo, ma l'anno solare 1999 si conclude in agrodolce per il neo-baronetto e il suo Man Utd: prima arriva la sconfitta in Supercoppa europea ad opera della Lazio di Eriksson, poi il trionfo in Coppa Intercontinentale il 30 novembre 1999 a Tokio. Arrivano poi altre tre vittorie in Premier League nel 2000, 2001 e 2003. 

Agli inizi degli anni 2000, nuovi protagonisti si affacciano sulla scena calcistica inglese: l'Arsenal di Arsene Wenger e il Chelsea del magnate russo Abramovich. Con l'allenatore francese, in particolare, Ferguson proprio non riesce ad andare d'accordo e la rivalità in campo diventa spesso conflitto dialettico a partita finita. I nuovi rivali londinesi sono comunque molto forti e Sir Alex deve darsi molto da fare per riportare i suoi uomini alla vittoria. Nell'estate del 2003, il manager scozzese scova in Portogallo un attaccante di talento: per 12 milioni di sterline, lo Sporting Lisbona lascia partire in direzione Manchester un giovanissimo Cristiano Ronaldo, che presto si imporrà quale stella mondiale del calcio moderno. Insieme a lui, Ferguson acquista anche Van der Sar, Rio Ferdinand, Vidic, Carrick e un promettente Wayne Rooney. I giocatori seguono il tecnico con una fede incrollabile e il mister li tiene in pugno, alternando una presenza quasi paterna ad una disciplina rigorosa da applicare in campo. Tra il 2006 e il 2009, i Red Devils conquistano altre tre Premier League e nel 2008 ariva la seconda Champions per Sir Alex e i suoi ragazzi: il Chelsea di Drogba viene sconfitto ai rigori. Al termine della stagione 2008/09, altro titolo in Premier e altra finale di Champions, ma stavolta ad imporsi è il Barcellona di Pep Guardiola. 

Nell'estate del 2009, l'ormai affermato Cristiano Ronaldo viene ceduto al Real Madrid e i problemi economici della famiglia Glazer, proprietaria del Man Utd, fanno presagire l'arrivo di tempi difficili. Nonostante le premesse, il campionato si conclude col secondo posto e l'anno successivo, stagione 2010/11, i Red Devils si impongono nuovamente in Premier League. Iniziano a girare voci su un possibile addio alla panchina da parte di Ferguson, ma lui non è minimamente intenzionato a lasciare. La stagione 2011/12 vede la vittoria del Manchester City all'ultima giornata: Sir Alex non può certo concludere la sua meravigliosa carriera con una sconfitta! Nell'estate 2012, si aggrega al gruppo l'attaccante olandese Van Persie. Grazie ai suoi gol, al termine del campionato lo United arriva davanti al City e vince il suo ventesimo scudetto! In 27 anni al timone dei rossi, Ferguson colleziona 38 trofei vinti!

L'8 maggio 2013, Ferguson annuncia il suo addio al ruolo di allenatore del Man Utd, lo attende un posto dietro ad una scrivania in qualità di dirigente del club. I riconoscimenti quale allenatore dell'anno, in Premier come in Europa, sono innumerevoli e a lui è dedicata una statua, che è stata collocata all'ingresso di Old Trafford.
A questa leggenda vivente del calcio mondiale, non resta che augurare... BUON COMPLEANNO, SIR ALEX!