Altro capitolo della serie di racconti che riguardano vittorie sui campi di calcio, arrivate in modo inaspettato o contro ogni pronostico.
Oggi vi progongo la storia dei Campionati Europei di Calcio in Svezia del 1992, vinti a sorpresa dalla Danimarca: come in una favola degna della penna di Andersen, la squadra cenerentola, inizialmente non invitata al ballo della competizione europea, non solo vi partecipa, ma porta a casa il trofeo! I danesi si aggiungono per ultimi al lotto delle squadre partecipanti e la loro presenza è strettamente legata all'estromissione della Jugoslavia. La Danimarca, infatti, nel girone di qualificazione arriva seconda proprio alle spalle degli slavi, le due squadre sono state capaci di vincere ognuna a casa della rivale e a dividerle in classifica c'è un solo punto, 14 a 13. 
Dagli inizi del 1992, però le notizie e le immagini che arrivano dalla Jugoslavia fanno il giro del mondo. Il paese, tenuto unito con la forza dal Maresciallo Tito, si sta sgretolando e gli scontri tra le etnie che lo abitano diventano di giorno in giorno più cruenti. Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, in diversi paesi dell'est europeo aumentano le richieste di libertà,  avanzate da popoli oppressi da decenni di occupazione e influenza sovietica. Il vento del cambiamento investe intere nazioni e anche la Jugoslavia viene scossa nel profondo. La "pacifica" (e forzata) convivenza tra croati, serbi, bosniaci, macedoni...da un giorno all'altro non esiste più e i rancori sopiti, o meglio soffocati dai carrarmati del Maresciallo, riaffiorano prepotentemente. Si sente parlare di "pulizia etnica". I notiziari trasmettono immagini di città devastate dai bombardamenti, si spara di casa in casa, anche tra membri della stessa famiglia appartenenti ad etnie diverse, le testimonianze parlano di esecuzioni sommarie e corpi gettati in fosse comuni. Le prime regioni ad essere coinvolte sono Bosnia e Croazia, con una violenza negli scontri tale da indurre anche i caschi blu dell'Onu ad abbandonare la zona. La Slovenia riesce invece a divincolasrsi dalla federazione Jugoslava con un percorso più pacifico e sereno: in pochi mesi, Bosnia, Croazia e Slovenia ottengono l'indipendenza, mentre la Jugoslavia calcistica perde pezzi e soprattutto perde la possibilità di partecipare ad una rassegna sportiva di quell'Europa con la quale non riesce a convivere. La Danimarca viene dunque ripescata quale seconda classificata nel girone di qualificazione.

I Campionati Europei di calcio per nazioni del 1992, da disputare tra il 10 e il 26 giugno, sono gli ultimi a prevedere la partecipazione di otto squadre, le vincitrici dei gironi.
La Germania si presenta col titolo di Campione del Mondo conquistato due anni prima in Italia, ma la formazione tedesca è profondamente cambiata rispetto al 1990. Il c.t. Vogts deve fare a meno di giocatori che hanno dato l'addio alla nazionale, come Littbarski e Augenthaler, e il capitano Matthaus è infortunato. Per la prima volta dal dopoguerra, la Nazionale tedesca rappresenta l'intero paese, senza distinzioni tra Ovest ed Est, e proprio da Est arrivano facce nuove, come Doll e Sammer.
La Francia, allenata da Michel Platini, arriva da 19 risultati utili consecutivi. Ha vinto le otto partite del girone di qualificazione e può contare sul gruppo di giocatori del Marsiglia. Tra i francesi, spiccano  Papin e Cantona. 
La Svezia gioca in casa e punta alla finale. Il gruppo dei vecchi ha fatto spazio a Eriksson, Thern e Brolin, che a breve verrà a giocare in Italia nel Parma. 
L'Olanda arriva col titolo di Campione d'Europa in carica, guidata da Rinus Michels, l'allenatore che ha già condotto gli Orange al secondo posto ai Mondiali del '74 e alla vittoria in Germania nel 1988. Il gruppo dei più anziani comprende nomi del calibro di Gullit, Van Basten e Koeman e a loro si aggiunge il talento di Bergkamp. La squadra è in cerca di riscatto dopo la brutta partecipazione ai Mondiali italiani del '90. 
L'Inghilterra ha vinto con fatica il proprio girone, sopravanzando Irlanda e Polonia, e non è certo tra le favorite. Deve rinunciare a Gascoigne infortunato e il tecnico Taylor ripone le sue speranze in David Platt. 
L'Unione Sovietica si presenta come C.S.I., Comunità di Stati Indipendenti, e ha seriamente rischiato di non partecipare agli Europei. Sei mesi prima, l'URSS si è sciolta come neve al sole e solo la presenza dei giocatori ucraini, che rinunciano al boicottaggio, garantisce la presenza di un gruppo in grado di competere.
La Scozia per la prima volta si qualifica per la fase finale degli Europei, anche se due colonne della squadra, Nicol e Stracham, non potranno essere presenti. La qualificazione è stata raggiunta con fatica, tenendo a bada Romania e Svizzera. 

E l'Italia? Come spesso le succede, dopo una competizione internazionale giocata a buon livello, non riesce a qualificarsi a quella successiva. Ai Mondiali di casa, ha conquistato un onorevole terzo posto, ma l'obiettivo era la vittoria. Matarrese, presidente della FIGC, vuole sbarazzarsi di Azeglio Vicini, reo di non aver saputo vincere in casa nel 1990. Per salvare la panchina, il C.T. italiano deve fare meglio agli Europei svedesi. Il girone di qualificazione vive di fasi alterne, in cui l'Italia fa vedere cose buone, e altre meno buone...Nella partita decisiva a Oslo con la Norvegia, rimediamo una sconfitta che complica parecchio il nostro cammino e il successivo pareggio per 0-0 con l'Urss regala ai sovietici la qualificazione. Pochi giorni dopo, Arrigo Sacchi prende il posto di Vicini sulla panchina azzurra. Ma torniamo alla Danimarca. 
La squadra viene richiamata all'ultimo momento, diversi giocatori sono già in vacanza e anche le loro mogli preferirebbero continuare a frequentare la spiaggia. Poi c'è la grana-Laudrup: Miki ha lasciato la nazionale perchè proprio non va d'accordo col tecnico Moller-Nielsen, che a sua volta è già nel mirino della stampa danese a causa della sua gestione del gruppo dei giocatori. 
Le prime partite dell'Europeo svedese non entusiasmano. Svezia-Francia e Danimarca-Inghilterra finiscono con due pareggi, poco gioco e tanta tattica, anche i singoli più talentuosi fanno fatica a mettere in  mostra i loro colpi migliori. Olanda e Svezia iniziano a carburare, i gialli in particolare possono vantare un ottimo centrocampo e, se avessero un attacante in più oltre a Dahlin, potrebbero dire la loro per la vittoria finale. La Germania mette in mostra un Hassler che, nonostante la fatica ad imporsi in Italia nella Juve, conduce i tedeschi verso la finale. Alle semifinali approdano Olanda, Germania, Svezia e la ripescata Danimarca. I danesi, dopo aver perso con la Svezia (1-0),  riescono ad eliminare Francia (2-1) e Inghilterra (0-0), che si sono preoccupate più di non prenderle che di giocare. Gli inglesi in particolare tornano in patria accolti da valanghe di  polemiche e critiche. 
In semifinale, la Danimarca affronta l'Olanda. Gli arancioni sono di gran lunga la squadra più talentuosa del torneo e affrontano i danesi attaccando a testa bassa. La Danimarca però va in vantaggio per prima, anzi va in vantaggio due volte con due gol di Larsen e per gli Orange la partita diventa una costante, faticosa ricerca del pareggio. Rijkaard segna al minuto 86, si va ai supplementari. I danesi reggono e portano il match ai rigori: alla fine della lotteria, i rossi di Moller-Nielsen sono in finale, anche grazie alla parata decisiva di Schmeichel sul rigore di Van Basten! L'altra finalista è la Germania, che si è sbarazzata non senza affanni della Svezia. Gli svedesi hanno recuperato dallo 0-3 al 2-3 e tengono viva la speranza fino al 90'. Alla fine la spuntano gli uomini di Berti Vogts, ma quanti rimpianti per i padroni di casa...

La finale si gioca il 26 giugno, Germania-Danimarca sembra una di quelle partite dal copione già scritto, col finale scontato. Il CT dei teutonici però non ha fatto tesoro delle difficoltà vissute fin qui: C.S.I. e Scozia hanno reso la vita difficile ai tedeschi e anche la Svezia ha rischiato di fare il colpo grosso contro i bianchi. Vogts va in confusione e toglie dall'undici titolare il regista Sammer. Al 18' i danesi segnano con Jensen, uno che fa gol col contagocce,  e i tedeschi si sbilanciano alla ricerca del pareggio, concedendo pericolose ripartenze agli avversari. La Danimarca trova così il raddoppio al 78' con Vilfort e il risultato non cambia più. Proprio a Vilfort, il destino riserva un'altalena di fortissime emozioni, vissute tra i campi di calcio dell'Europeo e l'ospedale in patria, in cui la figlia di otto anni sta lottando con una grave forma di leucemia. Alla fine di ogni partita, Vilfort vola a casa per stare vicino alla sua Line e ad ogni visita, la figlia chiede al padre di tornare a giocare e vincere.
L'Europeo verrà vinto, ma la battaglia contro la malattia purtroppo non avrà lo stesso esito.
Di quella squadra, vale la pena citare il portiere Schmeichel, il terzino Andersen, che si infortuna in semifinale e sarà costretto a saltare la finale, il centravanti Povlsen che non segna nemmeno una rete e il Laudrup superstite, Brian, che rimane a disposizione del CT danese a differenza di Miki. 
In seguito, la Danimarca non riuscirà a qualificarsi per i Mondiali americani del 1994 (eliminata dalla Spagna in una partita zeppa di polemiche arbitrali) e verrà eliminata nel girone dell'Europeo inglese del 1996 da Croazia e Portogallo. 

Una storia, quella danese, breve e luminosa come una stella cadente in un cielo estivo di Svezia...