Tutti hanno aspettato con ansia di vederlo giocare con indosso i colori bianconeri, perché Cristiano Ronaldo è il numero uno, l'uomo che fa parlare di sé, sempre e comunque, il calciatore che tutti vorrebbero nella propria squadra. Il portoghese, però, non è solo questo. È molto altro. Un manager d'affari che macina soldi come fosse in un campo di grano, una multinazionale cucita intorno al brand CR7, immagine simbolo di ben 22 marchi. E quando ha rinunciato alla sponsorizzazione, Cristiano lo ha fatto per creare direttamente una propria linea commerciale. E quindi via libera a profumi, intimo, alberghi, palestre... L'intero ecosistema economico di Ronaldo segna a bilancio oltre 100 milioni di euro netti ogni anno. Più di chiunque altro pratichi sport. Ma i numeri lievitano anche per chi riesce a brandizzarlo. È successo al Real Madrid, e ora tocca alla Juventus.

Tuttavia c'è un rovescio della medaglia in ogni cosa, ogni raggio di luce rivela un contrappasso di oscurità. E così, in questi giorni, ci si accorge che essere sempre e comunque - con ai piedi un pallone o senza - in prima pagina vuol dire, pure, ritrovarsi al centro della scena per episodi negativi. 9 anni dopo si riapre con prepotenza per Cristiano Ronaldo la vicenda dell'accusa di stupro. Una vecchia partita datata 13 giugno 2009; Kathryn Mayorga l'avversario spuntato dal passato che il portoghese non si aspettava. Tutto ciò equivale ad un passaggio all'inferno per il 5 volte pallone d'oro. L'infamante accusa, la peggiore per chiunque, la presunta violenza sull'ex modella Mayorga sta creando clamore. Una vera e propria tempesta giudiziaria e mediatica di proporzioni mondiali, con la solita abbuffata di dettagli golosi per la stampa scandalistica, come quelli che vorrebbero un'imminente prova del dna sui vestiti della donna. Dagli Stati Uniti all'Italia, dalla Spagna alla Germania - il Der Spiegel ha pubblicato un'articolatissima inchiesta giornalistica che ha fatto esplodere mediaticamente il caso - passando per l'Inghilterra - il quotidiano inglese The Sun ha diffuso foto e immagini di quella notte a Las Vegas - Cristiano Ronaldo è finito nel tritacarne del sospetto.

Sia chiaro, ci sarà una verità giudiziaria, ma quella mediatica sta già scuotendo il paradiso finanziario e di immagine di un campione che riesce a veicolare messaggi di ogni genere. Quei messaggi che interessano agli sponsor. La Nike, con cui CR7 ha un contratto a vita da 1 miliardo di dollari e che in 15 anni ha creato più di 70 modelli di scarpe col suo nome, è la prima a dirsi ufficialmente preoccupata per le accuse e annuncia di monitorare passo dopo passo gli eventi. Ma la multinazionale americana - che a parte Ronaldo si è legata in maniera così esclusiva solo ad altri due campioni globali, Michael Jordan e Lebron James - non è sola. Il colosso dei videogames EA Sports ricorda i valori che deve trasmettere il suo testimonial; Save The Children si dice, semplicemente, demoralizzata dalla vicenda. L'impero del billion dollar player, Cristiano Ronaldo, è dunque a rischio? Difficile dirlo. È certo, però, che i tribunali americani non siano propriamente morbidi e garantisti, soprattutto per accuse di questo tipo. Prima la partita - ormai chiusa - con il fisco spagnolo, adesso questa con la Mayorga; per CR7, fuori dal campo, non c'è pace.

Nel frattempo, ad un anno esatto dal primo #metoo postato come hashtag in rete, Cristiano urla dai suoi profili social la propria innocenza; ribadisce che lo stupro è un crimine abominevole, che ha la coscienza pulita e che attende l'esito delle indagini. Senza prove, d'altronde, non può essere incriminato nessuno. Però la ripercussione d'immagine è notevole ed sotto gli occhi di tutti, e rischia di coinvolgere anche la Juventus. In queste ore cariche di tensione la società difende la sua stella, sottolineandone la professionalità e la serietà, dentro e fuori dal campo. Opinione che le vicende di 10 anni fa, scrive in un tweet, non possono modificare. Se non altro perché c'è un investimento da 400 milioni da proteggere. Ma il tam tam mediatico continua incessante e anche la borsa, dove il titolo Juventus perde quasi il 10%, sembra impermeabile alle dichiarazioni d'innocenza di Ronaldo, in un venerdì profondo nero. Che sia solo il primo segnale? È possibile, quindi, pure una fuga degli sponsor? Prematuro parlarne e, comunque, ad oggi uno scenario del genere risulta fuori da ogni logica. Appare però evidente come il club, che tanto ha investito sull'asso portoghese, sia del tutto impotente di fronte a simili eventi, soprattutto in una società, come quella attuale - con il web e i social a fare da cassa di risonanza - dove è già l'accusa motivo di vergogna e discredito, e non importa poi che si venga assolti o condannati. Un azzardo troppo grande, pertanto, quello di fare all in su CR7? Una scommessa che, alla lunga, può risultare perdente? Domande senza risposta al momento, ma che fanno riflettere. E sullo sfondo si intrecciano pure i motivi che hanno portato al divorzio tra la Vecchia Signora e Giuseppe Marotta.

Non è un mistero che, con il tempo, i rapporti fra Andrea Agnelli e l'ex AD si siano raffreddati principalmente per una divergenza di opinione sull'operazione Ronaldo. Considerato da Marotta un azzardo troppo elevato in base al rapporto costi/benefici e in contrasto con la sua visione strategica di crescita basata sulla diversificazione. La scelta del presidente, poi, di demandare a Fabio Paratici la trattativa non è stato di certo il migliore dei collanti. Indi la separazione maturata sottotraccia fino alla rottura resa pubblica quando Juve-Napoli era appena finita. Lo stupore generato da Marotta ha spiazzato tutti come neanche Cristiano Ronaldo nella più frenetica danza sul pallone. La deflagrazione in poche parole gonfie di malcelata commozione: "Le nostre strade si separano. La società sta attuando un profondo rinnovamento". E così, nei minuti che hanno lanciavano la Juventus in fuga, un pezzo di storia recente veniva perso per strada, dopo un percorso lungo, condiviso e soprattutto vincente: 7 Scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Supercoppe non sono bastati a rendere indissolubile un matrimonio durato 8 anni. Qualche nodo si è allentato. Ma cosa è veramente successo? Intorno alla causa della separazione aleggiano più ipotesi. L'apertura di un nuovo ciclo, con scadenza 2024, è l'elemento fisiologico reso ufficiale, ma rumors di corridoio, come detto poc'anzi, indicano quale pomo della discordia l'acquisto di CR7. Fortemente voluto da Andrea Agnelli, con Marotta, invece, più tiepido. Non a caso nel giorno della presentazione di Ronaldo c'era proprio il giovane dirigente affianco al portoghese. Scricchiolii, o comunque visioni diverse che hanno portato alla separazione delle strade. Marotta, ipse dixit, non correrà per la Federcalcio, mentre la Juve proseguirà con le risorse interne e il lancio della generazione dei quarantenni, con Fabio Paratici destinato, al pari di Pavel Nedved, ad assorbire nuovi e larghi poteri, nonostante nel mare magnum delle voci tornano a rimbalzare prepotenti quelle che dalla Spagna accostano con forza il nome di Zidane alla Juve per un ruolo dirigenziale di alto spessore.

Cristiano Ronaldo, dunque, reale motivo del contendere. Cardine di due diverse concezioni, due differenti strade per raggiungere lo zenit calcistico. Da una parte quella più conservatrice e tradizionalista di Marotta, una politica dei piccoli passi basata sul player trading e sulle plusvalenze, sul controllo del mercato italiano e sulla valorizzazione delle risorse interne; dall'altra l'approccio più aggressivo ma anche più rischioso del presidente Agnelli, quello dei grandi investimenti, dei top player, dello sviluppo globale del marchio Juve e dell'espansione oltre i confini nazionali. E allora, alla luce delle odierne accuse mosse a Ronaldo, che coinvolgono anche la società bianconera - che si trova nella scomoda posizione di essere quella maggiormente esposta senza poter avere voce in capitolo - viene da chiedersi: aveva forse ragione Marotta? Certamente, in caso di incriminazione del portoghese, Agnelli rischia di fare la fine di Icaro, che nella sua smania di avvicinarsi al Sole finì per inabissarsi. Perché anche un messaggio d'amore mandato dal suo mondo ideale e consegnato dall'uomo dei sogni può trasformarsi in un biglietto di sola andata, destinazione l'Inferno. In fondo quando compri una cosa che vale tanto tu credi di possederla, e invece finisce che è lei a possedere te... e poi una notte qualunque ti dimentichi di spegnere la sigaretta e tutto finisce in cenere. I colpi di scena sono all'ordine del giorno e tutto diventa possibile.