Il Corriere dello Sport di oggi, venerdì 12 ottobre, apre in prima pagina con il caso Ronaldo, titolando: "CR5 DOMANDE". Nel suo editoriale Ivan Zazzaroni - direttore del quotidiano - stila cinque quesiti intorno alle accuse di stupro che circondano il campione della Juventus; cinque interrogativi che il giornalista vorrebbe porre al portoghese. Senza l'intento di schierarsi da una parte (innocentisti) o dall'altra (colpevolisti), ma con l'unico scopo di inseguire la verità, si limita ad elencare alcune curiosità insoddisfatte che hanno solide basi di razionalità. Premesso che secondo me più che di curiosità per alcune di esse si dovrebbe parlare di illazioni pescate nel mare magnum delle speculazioni legate al caso CRSex, e che mi sfugge il nesso tra la verità e tali curiosità, che mi sembrano imperniate sulla razionalità soggettiva di chi scrive piuttosto che su solide basi oggettive (come avrò modo di spiegare in seguito), proverò ora a rispondere a queste cinque domande.

La prima. Com’è possibile che per una violenza così grave, consumata in un Paese da sempre abituato a pratiche risarcitorie multimilionarie nei confronti di star dello spettacolo e dello sport, la richiesta sia stata così contenuta? Trecentosettantacinquemila dollari sono una somma ridicola, se considerata sufficiente a "evitare" che sia mossa un’accusa pesantissima e "tranquillizzare" l'accusato che, lo ricordo, nel 2009 era appena passato dallo United al Real con uno stipendio di 12 milioni a stagione.
Prima di rispondere alla domanda faccio una piccola precisazione: la somma di 375mila dollari è frutto dell'accordo tra le parti di allora, e non necessariamente è pari alla richiesta risarcitoria iniziale fatta da Kathryn Mayorga (presunta vittima della violenza). Quindi sarebbe più esatto chiedersi perché è stata "accettata" tale cifra, oggi ritenuta incongrua dall'ex modella. A riguardo ha risposto Leslie Stoval, nuovo avvocato della Mayorga, che in conferenza stampa ha parlato di una donna che all'epoca, a seguito della violenza subita avrebbe perso la capacità di giudicare, convinta poi che una persona famosa sarebbe stata più credibile di lei. Inoltre, mi preme ricordare che nel sistema giudiziario degli Stati Uniti per iniziare un processo non è sufficiente presentare denuncia, ma bisogna attendere la decisione del procuratore incaricato. E considerando le elevate parcelle degli avvocato americani e dei cospicui anticipi necessari per iniziare una causa, non si può biasimare la presunta vittima, che si sarebbe imbattuta in una lunga e costosa battaglia legale senza nessuna garanzia. Si può porre l'accento sul lato morale della vicenda, ma non certo legare la gravità di un crimine alla cifra risarcitoria versata.

La seconda. Ma davvero i testimoni che verranno citati dall'accusa saranno due parenti dell'accusato?
Non mi meraviglierebbe affatto. Si tratterebbe dei soliti escamotages degli avvocati di parte che puntano ad influenzare la giuria popolare. Trattandosi, infatti, di parenti dell'accusato, qualsiasi inesattezza fornita nelle proprie testimonianza avrebbe un peso maggiore a favore della tesi accusatoria. Durante l'interrogatorio, poi, al testimone, se giudicato teste ostile, saranno poste anche domande suggestive in grado di farlo contraddire più facilmente o comunque in maniera tale da intaccare il principio del "ragionevole dubbio" agli occhi della giuria.

La terza. Cosa si aspetta ad appurare la verità relativamente al ritorno della coppia - dopo il presunto stupro - in discoteca per terminare insieme la serata? Fosse vero, penso che ogni altra considerazione risulterebbe inutile e Ronaldo potrebbe dormire sonni tranquilli.
La quarta. Quando l'ultimo avvocato di Ronaldo accusa i "ladri di documenti di Wikileaks" di averli trafugati per falsificarli, confermando tuttavia l'esattezza del testo dell’accordo, non si rende conto che quel pezzo di carta contiene l'unica arma - 375.000 dollari compresi - che favorisce la presunta vittima?
Rispondo contemporaneamente a queste due domande perché le ritengo facce della stessa medaglia a seconda che la si guardi dalla parte dell'accusato o della presunta vittima. Spesso si chiede ad una vittima di stupro o di violenza sessuale se ha urlato, se si è difesa, se ha cercato di ribellarsi. Domande che, il più delle volte, di fronte ad una negazione producono giudizi negativi, conducendo ad una pregiudizievole conclusione, e cioè che la vittima era consenziente. Non si tiene conto che in quei momenti nel cervello della vittima domina la paura e non sempre si risponde ad un attacco nel modo in cui gli altri si aspettano che lo faccia. Ad esempio, il congelamento è una risposta del cervello al pericolo, in particolare all'attacco di un predatore. Un altra risposta comportamentale è l'accondiscendenza. Per questo non bisogna stupirsi se quella sera Katrhyn abbia seguito in discoteca Ronaldo anche dopo la presunta violenza. Negare la violenza a seguito di questo fatto significa negare la possibilità che una moglie possa essere stuprata dal marito eppure continui a convivere sotto lo stesso tetto con il proprio violentatore. Una realtà, ahimè, tutt'oggi. Forse una domanda un po' troppo frettolosa e superficiale, perché da un punto di vista morale e sociale forse prima di esprimersi bisognerebbe aver vissuto determinate esperienze e non biasimare un comportamento senza conoscerne la vera natura. Sarebbe, un po' come accusare Ronaldo del crimine solo per aver pagato la presunta vittima. Il solo accordo lo rende automaticamente colpevole? È questo il succo della quarta domanda. A parer mio è un controsenso dal momento che il denaro può essere stato versato per salvaguardare l’immagine del calciatore in un’estate un po’ turbolenta, tra le tante si può ricordare il presunto flirt con Paris Hilton. Si ci rende facilmente conto che entrambe le domande si basano su un absurdum logico, seguendo il quale non avrebbe alcun senso continuare a parlarne o scriverne.

La quinta. Sempre secondo i documenti pubblicati risulta che Ronaldo, dopo il fugace e imprudente rapporto (senza profilattico), abbia chiesto scusa alla ragazza e le abbia promesso un certificato attestante analisi anti-HIV in realtà mai esibito: è anche questa un'invenzione o una prova dell'incidente?
Questa domanda potrà avere una reale risposta solo in caso di incriminazione per Cristiano Ronaldo e susseguente dibattimento in aula. Evenienza che mi sento di escludere perché ritengo che lo scopo dei legali di Kathyn Mayorga sia solo quello di ottenere un cospicuo risarcimento, null'altro. D'altronde tutto ha un prezzo. Purtroppo.

Ribadendo che queste sono mere considerazioni personali, mi concedo, non prima, però, di invitarvi a esporre le vostre considerazioni a riguardo.