Bum! Bum! Bum! Una tripla joya che ha infiammato i tifosi bianconeri e ha fatto volare la Juve in Champions.
Paulo Dybala sfrutta alla grande l'assenza forzata di Cristiano Ronaldo e si esalta sul palcoscenico più importante del calcio europeo. L'Oscar per il migliore attore protagonista all'Allianz, per una notte, è tutto suo.

In una serata di inizio autunno l'argentino mette le ali, dilaga contro gli svizzeri, si sblocca definitivamente – dopo aver rotto il ghiaccio in campionato col Bologna – e ora sogna di non fermarsi più. A partire magari dalla gara del Friuli contro l'Udinese. Aspirazione di oggi, magari titolo dei giornali di domani. In attesa di altri fuochi d'artificio europei.
Tre gol per convincere tutti, a cominciare da se stesso di essere tornato grande. Gronchi rosa, merce rarissima nella storia della Juve. Prima di lui, infatti, c'erano riusciti solo Pippo Inzaghi – due volte – Del Piero e Vidal. Una tripletta per convincere Massimiliano Allegri di essere tornato quello dello scorso anno e indurlo a puntare su di lui con continuità.

Già perché adesso tocca proprio ad Allegri. Forse ci manca solo che, il mister, stufo di sentirselo chiedere, un giorno li faccia giocare tutti insieme: Ronaldo, Manzukic, Cuadrado, Bernardeschi, Dougla Costa e naturalmente Paulo Dybala. Non avverrà mai, ovviamente, solo che dopo la tripletta in Champions della Joya come si possa fare a tenere fuori uno così lo saprà soltanto il suo allenatore. Sperando che sappia quello che fa e non vada in confusione a causa delle infinite opzioni a sua disposizione.
Per dare l'assalto alla Champions League e non solo, sono ben 28 le soluzioni offensive possibili. Se esiste in Europa una squadra più forte dei bianconeri ce lo diranno il campionato e soprattutto la Coppa Campioni. Al momento sembra la più completa. Contro lo Young Boys, nella prima partita senza Ronaldo, la scelta sull'attacco è ricaduta su Dybala e Manzukic, con alle loro spalle Bernardeschi, ripreso dall'allenatore livornese dopo un paio di dribbling di troppo. “Non sei più alla Fiorentina!” il richiamo di Allegri, che può permettersi pure di “minacciare” un giocatore, dal momento che lo può sostituire con facilità.

Ma quante sono le soluzioni offensive possibili? Tantissime. 28 appunto – secondo chi le ha contate – considerando attaccanti anche Bernardeschi, Cuadrado e Dougla Costa. Qualità, corsa, talento, esperienza, classe... insomma un mix forse mai visto nella storia bianconera. Il punto fermo in questa prima parte di stagione è rappresentato da Ronaldo, e credo che lo sarà anche in futuro, squalifiche e acciacchi permettendo, perché Allegri ha mostrato, finora, una sorta di sudditanza nei confronti del portoghese, non facendolo mai rifiatare, a differenza di tutti gli altri elementi della rosa.
Nel 4-4-3 ha giocato con Manzukic o Dybala, a seconda del tipo di partita; nel 4-2-3-1 e nel 4-3-3 ha fatto il centravanti, ma anche l'esterno quando è stato necessario; nel 3-5-2 ha giocato da prima punta. Questi gli schemi, fin qui, adottati dal tecnico.
La partita contro lo Young Boys, però, al netto della modestia degli avversari, ha mostrato molto di più ad Allegri. E cioè che, anche senza CR7, c'è comunque chi la butta dentro. Perché Dybala sembra quello dei tempi migliori, Manzukic è rimasto a livello mondiale, Bernardeschi ha completato – o quasi – la maturazione, mentre Cuadrado e Douglas Costa sono qualcosa più di semplici rincalzi, e restano, in ogni caso, frecce da usare in caso di bisogno.

Tra le 28 formazioni possibili c'è anche quella più “pazza”, che Allegri potrebbe teoricamente utilizzare in un una partita disperata: Cuadrado a desta, Douglas Costa a sinista, Bernardeshi in mezzo, accanto ad un centrocampista puro, in attacco Dybala e Ronaldo ai lati, con Manzukic centravanti. Nella speranza che comunque alla fine in confusione ci andranno solo le difese avversarie e soprattutto gli altri allenatori. Me li immagino, nella settimana che precede la sfida con la Juve, chiedersi se ci sarà Dybala con Ronaldo e Manzukic, e chi altri, assieme a quei tre lì davanti.
Con Messi non ha mai funzionato, potrebbe succedere invece col più grande nemico del fuoriclasse blaugrana. Dybala insieme a Cristiano Ronaldo può essere la coppi più bella dell'anno: la follia e l'esperienza, il talento e la forza, la freschezza e la classe. In attesa della risposta dal campo qualcosa si muove. L'argentino, come detto, sembra quello di un anno fa e chissà che fra un po', invece di parlare di effetto Ronaldo, non staremo qui a sottolineare l'effetto Dybala. Forse nessuno se ne è accorto, ma tutti i gol 'italiani' di CR7 sono arrivati con Dybala in campo.

Diamo, quindi, un'occhiata ai numeri. Sono 810 i minutì gia accumulati dai bianconeri in stagione: 7 partite di campionato più 2 di Champions. Ronaldo e Dybala ne hanno giocati insieme la metà, poco più di 400. La Joya è sbocciata in Champions, senza Cristino. Un caso? Chi lo sa. Il primo e finora unico gol dell'argentino in questa serie A – contro il Bologna – l'argentino e il portoghese lo hanno festeggiato insieme. Se sapranno coesistere, dando il meglio di sé, allora sì che la Juve diventerà ancora più forte, quasi imbattibile.

Dybala alla Juventus non vuol dire soltanto classe ma anche continuità. C'è un lavoro silenzioso che l'argentino sta facendo. La crescita di Dybala verso lo status di top player dipenderà anche dallo spazio e dalla fiducia dentro e fuori dal campo da parte di Allegri. 110 gol a soli 24 anni e ancora una lunghissima strada davanti. Ha il tempo di vincere qualunque cosa, compreso il Pallone d'Oro.
L'Udinese, già oggi, ci dirà se il pallone portato a casa dall'argentino, dopo la partita con lo Young Boys sarà servito a garantirgli il posto fisso. Magari stavolta riposa Ronaldo! inoltre, quando vede il bianconero friulano, Dybala tira fuori il meglio di sé. L'anno scorso una doppietta allo Stadium stese la squadra allora allenata da Oddo.

Intanto i tifosi juventini si godono un nove su nove stagionale, come non si vedeva da tempo. I paragoni con le Juventus del passato si sprecano. D'altronde dinanzi allo strapotere bianconero, oggi, trovare altri argomenti appare complicato. Una vera e propria corazzata all'apparenza senza punti deboli.

Tutto ciò mentre in società Andrea Agnelli lancia lo sguardo verso il futuro e nella lettera agli azionisti, in vista dell'approvazione del bilancio, sottolinea i 14 titoli conquistati dal 2010 al 2018 e di come la Juventus abbia consolidato la sua immagine di club tra i più importanti del mondo. Augurandosi di aprire un altro ciclo simile per i prossimi anni. Dove agli scudetti, coppe e supercoppe italiane il grande desiderio è sempre quello di aggiungerci la tanto sospirata Coppa dei Campioni. E non dover più assistere ad una partita senza Dybala.