Momentaneamente sospeso dall'attività agonistica per motivi disciplinari”. Il freddo comunicato con cui l'Inter ha informato il mondo nerazzurro, e non solo, del provvedimento preso nei confronti di Radja Nainggolan la dice lunga circa la crisi tra il club milanese e il centrocampista belga. È stato fatale per il Ninja l'ennesimo ritardo agli allenamenti, che ha giustificato con un semplice “non ho sentito la sveglia”. Può essere, ma se non l'ha sentita è forse perché sabato notte dopo Chievo-Inter era in un locale di musica hip hop, in zona Corso Como a Milano, e c'è rimasto fino alle prime ore del mattino. Il tutto dopo essere già stato avvistato in discoteca nella notte tra mercoledì e giovedì. Beppe Marotta, uno che ha alla Juve non esitò a cedere Vidal – per quanto ben pagato dal Bayern – perché stanco dei suoi eccessi fuori dal campo, appena arrivato all'Inter ha voluto subito mettere le cose a posto e fissare regole precise in fatto di comportamenti e rispetto del gruppo, riducendo a zero la tolleranza per le intemperanze di qualsiasi genere dei propri tesserati. “Il regolamento è sacro e tutti lo devono rispettare” ha tuonato il neo direttore generale, che ha raccolto ovviamente l'assenso di Spalletti – almeno pubblicamente – e di tutti i dirigenti nerazzurri. Nessun perdono, dunque, per l'ex giallorosso che, presentatosi ancora una volta ad Appiano Gentile fuori tempo massimo, incappa nel pugno di ferro della società milanese e paga con l'esclusione dalla delicatissima sfida tra Inter e Napoli. Il nuovo corso, che prevede anche una salata multa, ha voluto colpire il giocatore per dare un avvertimento anche al resto del gruppo nerazzurro. Che tutti imparino e sappiano che con Beppe Marotta non si faranno sconti: la disciplina viene prima di tutto.

Il provvedimento, inevitabile alla luce di quanto comunicato dall'Inter, che ha apertamente parlato e scritto di reiterati ritardi del centrocampista, apre però ufficialmente un autentico caso Nainggolan. Il giocatore, fortemente voluto a Milano da Spalletti, finora ha deluso enormemente le aspettative e lo stesso allenatore, che sembrava l'unico in grado di controllarne l'esuberanza e che aveva garantito di poter gestire quei comportamenti che lo scorso anno avevano convinto la Roma a privarsi del suo giocatore più rappresentativo. Dopo aver praticamente saltato l'intera preparazione per un infortunio, ed essersi fatto fotografare in discoteca mentre mandava a quel paese un tifoso nerazzurro che lo invitava ad andarsi a riposare, Nainggolan si è imbattuto in un guaio fisico dopo l'altro. Fino ad oggi per lui 11 presenze in serie A, con due soli gol, e quattro in Champions League, con una rete, e solamente 13 gare da titolare sulle 23 complessive. Inter fuori dalla Coppa e precocemente esclusa dalla lotta Scudetto. Per l'uomo che avrebbe dovuto trascinare i nerazzurri un bilancio decisamente pessimo, così come è totalmente fallimentare il rendimento della squadra che continua a sentirsi l'anti-Juve. Ed è per questo che i tifosi sono infuriati, Spalletti deluso e la società non lo perdona più. Perché se l'intenzione del club è quella di recuperarlo e averlo al meglio nel 2019, bisogna necessariamente fargli capire che la vita da atleta e il rispetto delle regole sono importanti almeno quanto le qualità tecniche. Altrimenti c'è il mercato. Un anno fa Nainggolan era corteggiato dal Guangzhou di Cannavaro, disposto a spendere 50 milioni; un'offerta simile verrebbe ovviamente presa in considerazione da chi ha messo sul piatto 24 milioni, più Santon, più la giovane promessa Zaniolo per portare il belga da Roma a Milano.

Intanto mentre il Ninja mediterà in tribuna, i suoi compagni cercheranno di risollevare l'Inter dopo il deludente 1-1 di Verona. Con 2 sole vittorie nelle ultime 9 partite i nerazzurri si preparano ad ospitare il Napoli nel big-match di Santo Stefano. In casa Napoli ci ha pensato Aurelio De Laurentiis a scaldare la vigilia e rendere meno natalizio il clima col suo intervento ai microfoni di Radio Kiss Kiss. “Buon Natale e vinca il migliore”, ma il siamo tutti più buoni di queste ore finisce qui, perché il regalo del designatore Rizzoli messo sotto l'albero del Napoli non è proprio andato giù al patron azzurro, che entra in tackle sul direttore di gara designato per la sfida: Mazzoleni appunto. Si dice preoccupato, parla di arbitro cattivo e anche non imparziale. Insomma non la tocca piano il presidente, d'altronde il bilancio del Napoli con Mazzoleni parla chiaro: 10 vittorie, ma pure 8 sconfitte. L'ultima volta fu il famoso 0-3 con la Fiorentina dell'anno scorso che volle dire addio allo Scudetto. Negli oltre 20 minuti, De Laurentiis affronta mille argomenti, da Ancelotti definito allenatore indiscutibile, a Meret, un'eccellenza italiana, passando poi per il cinema, il mercato, ma tra i temi forti del suo intervento, oltre alla designazione di Inter-Napoli, c'è pure un certo disappunto per come viene usato il Var. Inserito, infatti, per tutelare gli investimenti, rischia di essere un ulteriore strumento in mano agli arbitri in un sistema in cui permangono i dubbi e nel quale è possibile “indirizzare l'acqua a certi mulini”!

E allora via con i controversi precedenti tra il fischietto di Bergamo e i partenopei. Si scopre così che i primi problemi con Mazzoleni risalgono a più di dieci anni fa, e le direzioni contestate e gli episodi dubbi sono tante e tali da guadagnarsi il poco edificante titolo di “arbitro più odiato dai napoletani”. Tuttavia, chi giudica l'affondo del presidente azzurro come una mera invettiva contro gli arbitri, di fronte ad una designazione poco gradita, si sbaglia di grosso. O meglio ha una visione parziale della situazione. Perché le sue parole rappresentano molto di più. In quelle parole io ci vedo una chiara risposta a Marotta, un inequivocabile tentativo di tenere alta la tensione anche in casa Napoli, perché consapevole che gli azzurri si troveranno di fronte una squadra richiamata alle proprie responsabilità dal nuovo corso marottiano, e quindi un'Inter che giocherà col coltello fra i denti. Consapevole di ciò, DeLaurentiis ha adottato una strategia che in casa Inter conoscono molto bene, ossia il tanto caro “rumore dei nemici” di mourinhana memoria. Le sue dichiarazioni hanno il chiaro intento di fare da propellente a San Siro contro l'Inter per la blindatura del secondo posto, piuttosto che continuare la rincorsa alla Juventus. L'attuale solco in classifica di 8 punti, infatti, è consistente, ma l'occasione è invitante per aumentare il vantaggio su chi segue. L'ambiente azzurro delle ultime settimane, rispetto a quello interista, emana tranquillità, nonostante i due faticosi 1 a 0 consecutivi, ottenuti contro Cagliari e Spal, che nascondono probabilmente una piccola flessione atletica, oppure solo psicologica, conseguenza forse dell'addio alla Champions League. Meglio allora alzare il tiro della concentrazione.

Non è un caso poi che le dichiarazioni di De Laurentiis arrivino all'indomani delle proiezioni dei dati sui guadagni delle squadre di Serie A derivanti dai diritti tv per il prossimo triennio. Seguendo i nuovi criteri di ripartizione – secondo cui è aumentata la percentuale in base ai risultati ottenuti – e considerando che una delle principali fonti di introiti per i club calcistici sono appunto i diritti tv, è facile capire che anche un solo posto di differenza per una società come il Napoli, che non può contare su introiti eguali a quelli della Juventus e delle milanesi, rappresenta una significativa differenza percentuale in termini di fatturato. Perciò questa sera Napoli e Inter si giocheranno molto. E se da una parte l'assenza di Nainggolan non sarà di certo un alibi, ma una cattiva gestione può diventare un aggravante per tutti e non solo per l'allenatore, dall'altra non si può sottovalutare un impegno decisivo non solo per l'attuale campionato, ma anche per il futuro. Ed è per questo che seppur si gioca la sera del 26, Napoli-Inter è già cominciata.