Alla fine non è solo un gol di Manzukic, perché dopo la fine è ufficiale che quel colpo di testa significa vittoria numero 14, e considerato un solo pareggio, quota 43 punti in classifica.
Mai nessuno in Serie A era arrivato fin lì dopo le prime 15 partite di campionato.
Record assoluto in Italia
, dunque, e primato eguagliato in Europa, perché arriva un paio di settimane dopo quello del Paris Saint-Germain, un anno dopo quello del Manchester City di Guardiola, sei dopo quello del Barcellona del compianto Tito Vilanova, il primo a centrare il traguardo nella stagione 2012-2013. Il palo clamoroso di Gagliardini a Szczesny battuto, poi, vale la quarta partita di fila dei bianconeri senza subire gol in campionato. Se, pertanto, solo il Genoa può dire di aver fermato la squadra di Allegri alla nona giornata, Joao Pedro del Cagliari nell'undicesima dello scorso 3 novembre resta l'ultimo avversario ad aver buttato un pallone della porta della Juve. Porta che in 15 partite ha registrato ben otto clean sheet – due dei quali da attribuire a Perin – per un totale di 8 gol subiti a fronte dei 32 realizzati, e cioè miglior difesa e il miglior attacco della serie A, a pari merito con il Napoli – dopo i 4 gol rifilati nella partita bonus contro il Frosinone – che è secondo, staccato di ben 8 punti. Volendo allargare il discorso, Juve sempre in gol nelle prime 20 partite stagionali. E pensare che tutto quello che vi ho appena raccontato è dipeso dal primo 1 a 0 in campionato, un risultato di misura per risparmiare le forze in vista dello Young Boys in Champions, la partita che conta davvero, dal momento che la rincorsa scudetto è già conclusa.

La mia, comunque, non vuole essere una presa in giro nei confronti delle altre squadre, né tanto meno una glorificazione oltre misura della vittoria di ieri sera, quanto piuttosto una semplice, lucida e condivisa analisi di un campionato che da sette anni vede vincere sempre la stessa squadra, e che anche quest’anno, salvo clamorosi e poco ipotizzabili ribaltoni, vedrà trionfare nuovamente la Juventus, e chissà per quante altre stagioni succederà ancora. Siamo di fronte alla serie più lunga tra i campionati top d’Europa, ed è una serie che non accenna ad esaurirsi, anzi ogni anno il dominio sulle altre squadre è sempre più schiacciante ed oserei dire persino imbarazzante. Eppure tra i tanti record raggiunti dalla Vecchia Signora nella gara con l'Inter, c'è un dato che mi ha fatto riflettere: il match di venerdì ha fatto registrare ufficialmente il record di incassi per un incontro casalingo dei bianconeri in Serie A, 3 milioni e 163 mila euro la somma ricavata. Se paragoniamo i ricavi che può raggiungere, ad esempio, uno stadio come San Siro (record in Inter-Barcellona di Champions di 5,8 milioni di euro) il raffronto è impietoso. E partendo dalla considerazione che per capire il calcio moderno bisogna seguire il denaro, eccovi la seguente disamina sugli scenari futuri del campionato italiano.

Nelle ultime stagioni il Napoli è stato l'avversario più accreditato della Juventus, ma sinceramente penso che sarà difficile, se non impossibile, per i partenopei raggiungere il livello della Juventus, almeno in termini di fatturato. Il Napoli non può acquistare Cristiano Ronaldo, nonostante per ammissione dello stesso De Laurentiis ci abbia provato, ma senza successo. Non può di certo spendere 40 milioni di euro per Bernardeschi e fargli fare la riserva. Non si può pensare che il Napoli faccia una campagna acquisti faraonica per raggiungere o superare la Juventus. Non è più il calcio di venti anni fa. A proposito del Napoli, poi, c'è da aggiungere che il calcio rappresenta per De Laurentiis l’asset produttivo principale, per cui i conti devono essere in ordine e non si ci può evidentemente permettere dannosi colpi di testa. L’azienda cinema nel corso degli anni ha perso sempre più in termini di competitività rispetto all’azienda calcio (il discorso è riferito al solo gruppo De Laurentis e non in generale), per cui l'SSC Napol produce l’80% del fatturato totale, mentre il cinema solamente il restante 20%. Da ciò emerge chiaramente che il calcio è ormai business ad altissimo livello, girano soldi su soldi, e una gestione oculata può portare anche a profitti considerevoli.

Tuttavia, non ci sono più i Berlusconi e Moratti di turno – mecenati e imprenditori – che potevano decidere di acquistare chi volevano, senza paletti di sorta, senza restrizioni, pur con perdite ingenti, che puntualmente venivano ripianate dalle aziende alle proprie spalle. Il campionato era bello anche per questo, ogni anno le sette sorelle si davano battaglia a colpi di mercato, la lotta per il titolo era incerta ed avvincente proprio perché in un anno le cose potevano cambiare, e anche di molto. A suon di miliardi – di lire – di volta in volta compravi Vieri, Crespo, Ronaldo, Inzaghi, ma anche Rui Costa, Buffon, Thuram, Cannavaro, Nesta. Ma quello non era di certo un modello sostenibile, c’era infatti anche il rovescio della medaglia, che noi tifosi abbiamo visto con i vari Tanzi e Cragnotti ed i crac della Parmalat e della Cirio. Vincere e poi fallire, il tutto nel giro di un paio d'anni. Una realtà purtroppo tutt'oggi nelle nostre serie minori dove i fallimenti di società anche gloriose sono all'ordine del giorno. Servono regole ferree e controlli rigorosi. Veniamo perciò alla questione principale. Può considerarsi interessante un campionato nel quale la seconda in classifica ha a disposizione mezzi di molto inferiori alla prima? Si può ritenere appassionante un torneo in cui la Juventus può pagare stipendi e cartellini il doppio o il triplo rispetto la principale rivale che è il Napoli appunto?

La Vecchia Signora è stata, senza dubbio, l’unica società italiana che negli ultimi 10 anni ha operato bene ed ha fatto le mosse migliori per ottenere una crescita costante. Ma l'ha potuto fare anche perché l'impalcatura costruita 15 anni fa dall'UEFA, con il Financial Fair Play, agevola naturalmente le società più grandi, ossia quelle con più tifosi. Tutto ciò, però, ha pure favorito nettamente le società di Premier League, che possono operare in un campionato più ricco per via delle cifre astronomiche – derivanti da diritti tv e sponsor – che distribuisce, dal momento che sono state più brave ad adattarsi ai cambiamenti e all’evoluzione del calcio moderno. Tornando quindi alla Serie A, la Juventus ha vinto e continua a dominare perché con le regole attuali, che favoriscono i grandi club, s'è mossa meglio rispetto alle uniche società che, per bacino d'utenza, avrebbero potuto avvicinarla negli ultimi anni, ovvero Milan e Inter. Queste ultime, infatti, per motivi diversi hanno commesso errori in successione pagandone progressivamente in termini di competitiva.
Ed ora che hanno imboccato la retta via si trovano inevitabilmente lontane, e nonostante le attuali facoltose proprietà, potrebbero essere alle prese con un inseguimento senza fine, visto le vigenti regole. Per esemplificare, infatti, Suning non può spendere dall'oggi al domani 100-200 milioni di euro per una sola campagna acquisti a differenza di quello che poteva fare Moratti vent'anni fa per avvicinarsi di colpo alla Juve. Se De Laurentis, stufo di arrivare sempre secondo, volesse investire 100 milioni nella campagna di rafforzamento, senza effettuare cessioni, certamente l'anno successivo riceverebbe una pesante multa dall'UEFA e potrebbe pure essere escluso dalle coppe europee. Nel sistema attuale, una Juventus al top dal punto di vista dirigenziale, resta irraggiungibile per chiunque in Italia, perché se anche le altre faranno dei passi in avanti, Andrea Agnelli non starà di certo a guardare.

La Serie A oramai è un campionato noioso. In questo calcio di oggi non sarà più possibile assistere al trionfo del campionato da parte di realtà come l'indimenticabile Sampdoria di Mantovani o del coriaceo Verona di Bagnoli. L'alternanza sarà una rarità ristretta a pochi, un po' come succede in Spagna, Germania e Francia. Ed ora arriviamo al punto saliente: con lo stato attuale delle cose, allora meglio la creazione della famosa Superlega. Come i report di Football Leaks hanno svelato, poi, i principali club europei avevano discusso circa la realizzazione di una Super Lega, che secondo me, nonostante le repentine smentite, non è affatto un’idea utopistica, anzi forse sarebbe la svolta auspicabile e necessaria per ridare al calcio i suoi valori originari. Pertanto, Juventus e Milan (nei documenti non era citata l’Inter per l’Italia) ipoteticamente potrebbero competere in un nuovo campionato formato dalle altre big europee e lasciare così agli altri club, Inter in testa, la possibilità di trionfare, seppure in leghe evidentemente più povere. E sono sicuro che così facendo ci sarà maggiore divertimento e i vivai torneranno a sfornare talenti in serie. A causa delle minore risorse, infatti, sarà necessario far di necessità virtù e, per forza di cose, i futuri campioni che calcheranno i palcoscenici della futura Seria A dovranno essere allevati in casa. Questa è l’unica via percorribile se si vuole porre fine a campionati sempre più monotoni.

Anche perché al momento, secondo me, c'è un bel problema per la Juventus: l'acquisto di Cristiano Ronaldo e il suo ancora incerto apporto commerciale. Con ogni probabilità, infatti, il bilancio di quest'anno sarà negativo se i risultati dovessero essere uguali a quelli dell'anno scorso. Sono stati spesi tanti i milioni per i calciatori, con conseguenti ammortamenti molto alti, e la conseguenza sarà chiudere in rosso. Se la Juventus vuole davvero colmare il gap con le grandi d'Europa da un punto di vista commerciale, non potrà farlo col solo Ronaldo e di sicuro non per i ricavi da botteghino, nonostante i prezzi siano già alle stelle. Anche nella migliore delle ipotesi che i ricavi da stadio raggiungano i 60 milioni di euro l’anno, comunque sarà sempre lontana da quanto guadagna una big di Premier, circa 130-140 milioni di euro. La capienza dell’Allianz Stadium (40mila posti circa) è stato scelto male sin dall'inizio, ed è l'unica pecca di un progetto che sta riportando i bianconeri all'apice dell'Europa. La partita di venerdì con l’Inter, come detto, ha fatto registrare il record di incassi: oltre 3 milioni di euro, una cifra che se paragonata ad altri stadi ne esce di parecchio ridimensionata. La Juventus sarà costretta a vincere in Champions nell'immediato per poter rientrare dell'affare CR7. E aggiungo anche dell’altro, bisogna fare attenzione all'Inter, nonostante i debiti imputabili alla passata gestione e non ancora estinti, potenzialmente può combattere ad armi pari con la Juve, economicamente parlando.

La Juventus, dunque, per continuare la sua inarrestabile crescita, deve inevitabilmente trovare nuove risorse che le consentano di mantenere la competitività attuale rispetto alle altre, e necessita di un qualcosa in più per raggiungere le squadre di Premier. E questo qualcosa si chiama Super Lega. È la conseguenza naturale delle cose. Per liberarsi della zavorra della Serie A, nel senso che ha una crescita inferiore rispetto altri campionati, Andrea Agnelli, non a caso presidente dell’Eca (European Club Association), spinge per una rivoluzione in seno alla Champions League. Ciò perché a dispetto di quello che si crede o si vuol far credere la nascita di una Super Lega Europea, non segnerebbe la fine dei campionati nazionali, ma decreterebbe la morte delle competizioni UEFA, a partire proprio dalla Champions. Ed è per questo motivo che si vocifera di una rivoluzione anche in Champions a partire dal 2024, con partite giocate nei week-end e posti fissi per i grandissimi club, che sarebbero così meno vincolati dai risultati nei rispettivi campionati di appartenenza e certi di poter accedere ai proventi derivati dalla massima manifestazione europea. Certamente stiamo ancora nel campo delle ipotesi, ma che sia Super Lega o Super Champions League, sono sicuro che la Juventus avrà una seconda squadra (che di fatto già possiede) da far giocare esclusivamente il campionato, forte sì ma meno competitiva rispetto a quella piena di campioni come sognata da Agnelli. Tutto ciò lo vedo come una sorta di iperprofessionismo, se così posso definirlo, un po’ come l’ NBA per il basket, e a mio avviso in futuro i campioni di calcio (come quelli NBA) saranno svincolati dagli obblighi delle rappresentative nazionali proprio come avviene ora per i campioni NBA.

In questo quadro sono sicuro che l’Inter si taglierà perfettamente il suo spazio ed avrà la possibilità di vincere tanti scudetti, anzi di dominare il futuro del panorama calcistico italiano! D'altronde il buon giorno si vede dal mattino, e il mancato rigore nella partita con la Roma rappresenta un assaggio del futuro neanche tanto prossimo. Prove generali per ricoprire in tutto e per tutto il ruolo della Vecchia Signora in Italia. Ecco perché alla fine potrebbe non essersi trattato solo di un gol di Manzukic.