La delusione avuta dalla sconfitta di domenica sera, ha lasciato il segno. Il "popolo rossonero" si è sentito tradito, da tutti. Proprietà, dirigenza, squadra e in modo particolare da quell'allenatore, acclamato a gran voce dagli addetti ai lavori. Giampaolo, è bene ricordarlo, è arrivato a Milanello garantendo più la certezza di poter proporre un bel gioco, che di raggiungere quel quarto posto di cui conosciamo l'importanza. Erano in pochi ad evidenziare che non aveva l'esperienza sufficiente per affrontare le difficoltà e le pressioni di piazze competitive.  Dopo la sesta giornate di campionato, la quarta sconfitta, terza consecutiva, ha scatenato la protesta generale, non solo per una classifica che vede il Milan in tredicesima posizione, ma specialmente perché al non gioco, si deve aggiungere, una confusione tattica preoccupante, l'assenza di agonismo e le pessime prestazioni dei singoli. Questo "processo mediatico", non si accontenta di vedere concretizzarsi l'esonero dell'allenatore, ma vuole coinvolgere anche altre componenti, con particolare attenzione a Maldini e Boban, "colpevoli" di essere gli esecutori di questa scelta, oggi per tutti, sbagliata e di aver allestito una squadra non all'altezza delle aspettative. Diventa obbligatorio, fare un passo indietro, tornare a giugno quando acclamati giornalisti e opinionisti, segnalavano le difficoltà economiche dell'AC MILAN, dell'esigenza di vendere due o tre giocatori, facendo riferimento a Donnarumma, Romagnoli e Suso, per poter rientrare nei parametri economici dell'UEFA. Questa è stata la prima sfida, affrontata e vinta da Maldini e Boban. Dalla rosa dello scorso anno, dieci giocatori non sono più presenti, ma solo uno è stato venduto, Cutrone e con quei soldi si è allestita una squadra, più solida e forte. Se poi i nuovi non vengono inseriti dall'allenatore o se le prestazioni, non singole, ma come scritto, corali, sono pessime è difficile darne una valutazione "corretta" o scaricare le responsabilità sui due dirigenti.                  L'unica colpa che gli può essere imputata è quindi la scelta di Giampaolo. Giusto, ma quali allenatori erano in "ballottaggio" ? Se ben ricordate i nomi che circolavano erano tre o quattro. Riconfermare Gattuso, che quando Maldini ha accettato l'incarico, coinvolgendo Boban, aveva già presentato le dimissioni. Inzaghi, l'allenatore della Lazio, che il Presidente Lotito, forte di un contratto non avrebbe liberato, Giampaolo e Di Francesco, ex allenatore della Roma ed attualmente sulla panchina della Sampdoria. Nel ballottaggio finale, forti del sostegno di critici e addetti ai lavori, del gioco esibito a Genova, delle precedenti esperienze con giocatori giovani e specialmente convinti che il suo modulo, il 4-3-1-2, si sarebbe adattato bene ai giocatori a disposizione, hanno effettuato questa scelta. Se poi il modulo è cambiato, se fra le alternative a disposizione nel ruolo di trequartista e segnalo, Paquetà, Chalanoglu e Bonaventura, viene schierato Suso, se progressivamente, Kessie, Piatek, Calabria, Rodriguez e Romagnoli, oltre ai già citati, perdono mordente e convinzione, vogliamo incolpare Maldini e Boban ?                    Io li assolvo. Oggi sono ad un bivio, confermando l'allenatore ne condividono scelte e colpe.