Tempo di campionato. Archiviati gli impegni della Nazionale, che hanno tenuto fermo il campionato la scorsa settimana, si torna in campo per la nona giornata. Senza dubbio il match di cartello sarà il Derby di Milano, che vedrà Milan e inter affrontarsi per la 222° volta. Chiaramente stiamo parlando della stracittadina più importante d’Italia, e tra le più importanti al mondo, se non la più importante.

LA STORIA - È sempre stato così, sin dal 1908, data in cui viene fondata l'Inter che, con il Milan già presente da qualche anno, dà origine a quella che, sin dall’inizio, viene identificata come la partita più importante dell’anno, quasi a sancire il dominio cittadino. Tale rivalità la si evince da subito, anche per come vengono identificate le due squadre, dal punto di vista sociale, e per gli epiteti scambiatisi, che vedono gli interisti come dei "bauscia", vale a dire gradassi, fighetti, a rimarcare la loro estrazione prettamente borghese, e i milanisti "casciavit", letteralmente cacciaviti, vale dire l’utensile tipico dell’operaio, per rimarcare la loro estrazione proletaria e popolare. E il derby, specie in quegli anni, era veramente la partita dell’anno, perché da un lato rappresentava l’occasione per ulteriormente dare sfogo e sfoggio a snobismo e altezzosità da un lato, mentre dall’altro rappresentava quasi un riscatto sociale. Riscatto che negli anni sicuramente c’è stato, se non altro sportivo, vista la crescita esponenziale del Milan, che ha fatto sì che Milano avesse due superpotenze calcistiche, che sicuramente hanno scritto pagine importantissime nella storia del calcio, sia italiano che mondiale. Infatti il derby è forse la partita che più in assoluto ha attirato l’attenzione di tutto il mondo su di sé, vuoi per quello che queste squadre hanno sempre rappresentato e vuoi per la miriade di campioni che questa partita ha visto scendere in campo di volta in volta. Negli anni infatti abbiamo visto lottare, soffrire, gioire, decidere in queste partite gente come Meazza, Mazzola, Suarez, Facchetti, Burgnich, Matthaeus, Ronaldo, Zanetti da un lato e Schiaffino, Trapattoni, Liedholm, Nordahl, Altafini, Rivera, Van Basten, Gullit, Shevchenko, Kakà dall’altro, solo per citarne alcuni, ma ci sarebbe l’imbarazzo della scelta.

INTER-MILAN OGGI - Leggendo le cronache dei tempi andati, e vedendo i calciatori che si sono susseguiti con le maglie di queste gloriose squadre, i grandi derby del passato sembrano un ricordo sbiadito. Infatti da qualche anno sia Inter che Milan sono ben lontane dai fasti del recente passato e da quella che è la storia che ha contraddistinto le due squadre. Infatti la crisi degli ultimi anni che ha investito il calcio ha lasciato sicuramente i segni sulle due milanesi, e tra le conseguenze vi è sicuramente il cambio delle proprietà: infatti nel giro di qualche anno entrambe le società sono passate in mani di colossi stranieri, cosa mai successa nella loro storia, ma in generale anche nel calcio italiano. Come detto le due squadre vengono da anni difficili, che le hanno viste sempre ai margini del calcio che conta. E anche quest’anno sembrava profilarsi l’ennesima stagione da dimenticare: infatti le prime settimane hanno visto annaspare le due compagini, salvo poi invertire la tendenza in questo ultimo mese, con la squadra di Spalletti che sembra avere fatto il salto di qualità, imparando a soffrire, gestire e poi colpire al momento opportuno, atteggiamento tipico della grande squadra. Con un organico che è più ampio e completo, che a differenza delle scorse stagioni, permette anche di poter fare turnover in maniera fruttuosa. Per Gattuso compito un po' più arduo, dopo le vicissitudini societarie che hanno rallentato di molto il mercato, non permettendo di operare per il meglio, l’inizio di stagione balbettante è stato uno una logica conseguenza. Ma come per l’Inter, da un mesetto a questa parte sembra essersi invertita la tendenza, con la squadra che sembra aver trovato il giusto equilibrio ed entusiasmo, con l’unica pecca dettata dall’inesperienza, in quanto, tolti i trentenni Biglia e Higuain, forse sarebbe la squadra con l’età media più bassa. Sicuramente oggi chi ha più da perdere sembra l’Inter, perché sembra una squadra più avanti nel suo progetto, e decisamente più pronta, sia nell'undici titolare che in tutta la rosa in generale, chiamata sia a confermare la zona Champions, conquistata lo scorso campionato, e sia il trend positivo dell’ultimo periodo, che partite come queste, nel bene e nel male, ne determinano l’equilibrio. Per il Milan sicuramente qualche pressione in meno, infatti rispetto all’Inter sembra più un cantiere aperto, ma con un Gattuso che sta mettendo tutti i pezzi al proprio posto, dando un gioco e una fisionomia ad una squadra, che oggi è forse un passo indietro rispetto ai cugini, nell'undici ma soprattutto nel resto della rosa.

L’ASSO PIGLIA TUTTO? - Una partita del genere, inevitabilmente prevede, tante sfide nella sfida. Su tutte c’è quella che vede contrapposti i due terminali offensivi, le vere e proprie bocche di fuoco delle due squadre, vale a dire l’interista Icardi e il milanista Higuain. Stiamo parlando di due tra i centravanti più forti al mondo, per loro parlano i numeri, impressionanti per entrambi. Da un lato Icardi, che è ormai alla sua sesta stagione interista: per lui numeri pazzeschi, e poco importa se negli ultimi anni sia sceso in campo con quelle che possiamo tranquillamente definire tra le peggiori Inter della storia, squadre spesso senza gioco e senza logica, che non hanno però impedito all’argentino di mantenere una media di 20 gol all’anno. Attaccante vecchio stampo, finalizzatore implacabile, avulso totalmente dal gioco per gran arte della partita, ma mortifero quando la palla è dentro l’area avversaria. Dall’altro lato troviamo Higuain, alla sua prima stagione da milanista. Nasce anche lui come il classico attaccante d’area, segnando caterve di gol per tutte le squadre per cui ha giocato, conquistando anche il record di gol in una sola stagione (36) con la maglia del Napoli. Da un paio di anni l’argentino ha cambiato il suo gioco, sacrificandosi più per la squadra, partecipando alla manovra e cercando la palla anche fuori area, favorendo l’inserimento degli esterni o dei centrocampisti, facendo di Higuain un attaccante più completo. Per entrambi questo duello ha un valore che va ben oltre la singola partita di domenica. Infatti per entrambi c’è la voglia di dare un messaggio forte al campionato, magari, appunto, apponendo la propria firma, ma anche regalare una gioia ai tifosi, per cui la partita ha anche un valore nel "dominio" cittadino, e da non sottovalutare che entrambi sono argentini, ed entrambi nel giro della Nazionale, dove attualmente Icardi ha trovato il suo spazio, dopo l’ostracismo che l’ha tenuto lontano per qualche anno, mentre Higuain sembra un po' uscito dai radar, anche se diventa sempre più difficile tenerlo fuori, viste le splendide condizioni attuali, oltre che il suo inizio di stagione a dir poco arrembante. Non mancano le motivazioni per fare bene a questi due campioni, come del resto, in una partita del genere, non mancano a nessuno. Buon derby a tutti!