Sta facendo discutere, in modo comprensibile, quanto accaduto durante la partita tra il Birmingham City e Aston Villa.
Il tifoso entra in campo e aggredisce, attaccandolo, Jack Grealish dell' Aston Villa, che poi, sarà l'uomo partita.
Il tifoso in questione si è scusato, si è pentito, ed è stato intanto allontanato a vita dallo stadio di calcio. Ma quel gesto, ha posto mille interrogativi nella gestione del calcio inglese. Nessuno vuol ritornare alle vecchie recinzioni, ai vecchi fossati, ciò sarebbe una sconfitta tremenda per il calcio inglese. Si dice. Ma la sicurezza dei giocatori deve venire prima di tutto. Ribadiscono in Inghilterra, giustamente. Perchè, se fosse stato armato, il tifoso? Cosa si racconterebbe oggi?

E gli episodi di violenza sia verbale che fisica, incrementano, dal gesto della banana contro l'Arsenal, al gesto dell'areo che precipitava, ricordando la fine di Sala, ai canti razzisti contro la comunità pakistana  come successo durante la partita contro l'Everton in FA Cup, all'omofobia che aumenta, nonostante la Premier sia mille volte avanti rispetto a Paesi come l'Italia, minacce che interessano anche il calcio femminile. Il calcio inglese si interroga. Si interroga su come fare per migliorare un sistema già rigido.
Certo che se quello che succede in Italia fosse successo in Premier, chissà di cosa parlerebbero oggi, di militarizzare gli stadi di calcio? 
In Inghilterra, intanto, valutano di prendere seriamente in considerazione misure straordinarie, per prevenire con fermezza episodi di violenza.

Comunque non è un caso che la violenza e l'intolleranza aumenta quando nella società aumenta la crisi sociale, l'odio, l'intolleranza. Si deve evitare che gli stadi di calcio possano ritornare ad essere protagonisti per cose che con il calcio non c'entrano nulla, ma che nel calcio entrano, e lo condizionano pesantemente.