Con il cambio al vertice del Comune di Torino tutti i Torinesi hanno ottenuto un Sindaco, Stefano Lo Russo, che porta avanti i programmi di campagna elettorale, almeno in un caso.
Il Sindaco è l’ex Assessore all’Urbanistica della Giunta Fassino, a cui dobbiamo, tra l’altro, il merito di aver intitolato l’Olimpico al Grande Torino, la Mole Antonelliana illuminata di Granata ogni 4 di maggio; l’ On. Fassino magari è juventino, ma con tanta sensibilità e sportività, speriamo sia così anche il Sindaco.
Si diceva di un programma inserito in campagna elettorale dal Sindaco Lo Russo: egli aveva proposto di mettere mano ad un progetto che consentisse al Torino FC  di acquisire lo Stadio Olimpico Grande Torino ed alcune aree per poter edificare delle collaterali finalizzate a finanziare il Torino FC.
Ebbene, non sembra vero, ma, come promesso in campagna elettorale, Il Sidaco ha lanciato la proposta di un incontro con il Presidente Cairo per incominciare ad analizzare la questione, cioè, come auspicavamo, la Città di Torino apre al Torino FC. La risposta di Cairo è stata di ampia disponibilità ad iniziare a trattare l’argomento.

Il confronto tra le parti sarà probabilmente molto acceso: da un lato il Comune che vuole sgravarsi dei costi dell’Olimpico Grande Torino, minimamente compensati dall’affitto che il Torino FC versa nelle casse del Comune (sembra 5.000 €/anno), ristrutturare lo stadio antico secondo il decreto “Salva Stadi” e nel contempo riqualificare le vaste aree dell’ ex Dogana e dell’ Ex Mercati Generali.
Dall’altro pare, invece, che il Torino abbia in mente un’operazione tipo Continassa eseguita dai “cugini di Venaria”.
Tutto ciò in un contesto economico che deve tener conto delle ipoteche che gravano sullo stadio (14 milioni di Euro) che il Torino FC giustamente non è disposto a riconoscere (essendo stipulati da una società fallita la Torino AC). Potrebbe farlo, per esempio, a fronte di una sensibile diminuzione degli oneri di urbanizzazione per la costruzione delle sue opere. Nel contesto attuale occorre inoltre considerare la situazione attuale con la crisi degli investimenti e la scarsa reperibilità di fonti di reddito, la scarsità di liquidità, la necessità di trovare posti di lavoro, cui la ristrutturazione di un’area così vasta darebbe una parziale importante risposta a Torino.
A questo aggiungiamo la posizione economica del Torino FC, che senza grossi debiti è tra le società più sane della Serie A, soprattutto più sana di grandi squadre che, venendo a mancare gli introiti delle grandi sovrastrutture (o perché non sono ancora state realizzate, o perché non rendono a causa del Covid 19) si trovano enormi voragini nel bilancio, che continueranno a incrementare con nuovi debiti, se qualcuno non le fermerà, non permettendo un Giano Bifronte come la Superlega fortunatamente fermata dall’UEFA.
Insomma, si tratta di un programma complesso, ma soprattutto molto importante per la città e per una Squadra come il Torino che, se venisse realizzato un ampio progetto di questo tipo, vedrebbe definitivamente tramontare ogni segno di inferiorità con l’altra squadra di Venaria.

Dico subito. Per le aree di cui stiamo parlando non sarei d’accordo ad adottare un progetto tipo Continassa, in cui la città è completamente assente. Tale progetto forse potrebbe essere in parte ridimensionato con espropri per pubblica utilità che la Città potrebbe richiedere. In questo modo il Comune avrebbe la possibilità, in base alla versatilità degli edifici, di trasformare alcuni asset della Juventus in opere pubbliche a servizio del cittadino, come ospedali e scuole... molto utili ed urgenti.
Prendendo esempio dai problemi e dalle carenze della Continassa si potrebbe pensare a costruire un villaggio che possa ospitare dei servizi sportivi (anche essi mancanti a Torino) con molta area verde, in cui incastonare piscine, palestre, che accolga un teatro – cinema, una casa di quartiere con servizi al pubblico come biblioteche, una zona di negozi tipo galleria con negozi singoli specilizzati a basso costo, edifici di civile abitazione per la parte pubblica e di tutto quello di cui il Torino FC può aver bisogno per realizzare entrate sufficienti ad allestire una grande squadra basata, per esempio simile al Barcellona, su una grossa Caldera allargata ai giovani atleti preferibilmente italiani che attualmente non riescono a emergere perché si preferiscono atleti stranieri, una sorta di corsia preferenziale, senza preclusioni, per abbassare i costi degli acquisti e degli ingaggi per cui personalmente vedo bene la “luxury tass” (imposta sul lusso) che si sta studiando in Europa per calmierare il calcio o altre possibili forme di calmiere.
In questo modo, salvaguardando lo Stadio Olimpico Grande Torino, non si abbatterebbe un impianto ancora funzionante ristrutturato da poco tempo (2006) né la si abbandonerebbe creando un enorme rifiuto, ma continuerebbe ad essere usata per lo scopo per cui era stata edificata; ampliando le aree verdi si limiterebbe la cementificazione, si ridurrebbe l’impatto di grossi cantieri nella città, si riqualificherebbe un’ area cittadina (con possibili finanziamenti UE) con bassi fabbricati ed ampi spazi verdi e si vedrebbe finito il bellissimo Filadelfia con la possibilità di realizzare campetti di allenamento per la prima squadra, nella vicina area ex Dogana, separata dal Filadelfia dalla sola Via Giordano Bruno (Un sottopasso?).
Una soluzione di questo tipo, ben studiata, senza eccessive costruzioni, adottando uno stile architettonico per tutto il villaggio con un design di qualità reperibile a Km. 0, potrebbe costituire un esempio di integrazione di edilizia pubblica e privata  di valenza artistica notevole, un monumento vivente al Grande Torino.
Questo non credo escluda che alcune infrastrutture non vengano ristrutturate a ridosso dell’Area Stadio, lato nord, in modo, quantomeno di creare in Via Filadelfia un asse di trasporto portante di collegamento per spostare la gente dal quartiere Granata allo Stadio Olimpico in quando le aree Ex Dogana ed Ex Mercati Generali, (dove verrebbero anche realizzati dei parcheggi) a piedi, non sono vicinissime allo Stadio (tapis roulant? Navette?).
Ci sono altre strutture vicino allo stadio potrebbero essere incluse nel progetto quale il Riberi (ex ospedale militare) ed il Pala – Isozachi, che, se semplicemente ristrutturati, non altererebbero affatto i prospetti del Parco Cavalieri di Vittorio Veneto. Lo spiazzo davanti alla curva Maratona, molto ampio, potrebbe essere arricchito almeno con qualche chiosco e da qualche immagine del Grande Torino e del Torino del ‘76. Come idea non sarebbe male un bel parcheggio sotterraneo sotto il parco Cavalieri di Vittorio Veneto.
Per questi edifici non abbiamo elementi sulla fattibilità, li citiamo solo come
possibili desiderata del Torino FC.
Tutto il complesso richiederebbe una pianificazioni con la edificazione di Lotti separati, da eseguirsi in tempi diversi, anche per non arrecare disagio alla popolazione  residente, usando materiali ecologicamente appropriati e riciclabili in caso di demolizione.
Più che una “cittadella” granata, si potrebbe pensare a un “villaggio” granata che, a mio avviso darebbe un senso di accoglienza maggiore e poi, qui a Torino, il termine “cittadella” ha un altro significato.  

Che bello sarebbe: “Villaggio Grande Torino”
Ogni viale potrebbe essere battezzato con un nome di un giocatore del Grande Torino e poi dare spazio agli altri giocatori del Toeino, nonché dirigenti e presidenti notevoli per impegno e spessore. Si potrebbe installare dei Toret color granata, costruirvi una pista di pattinaggio con ghiaccio in inverno e pavé estivo con annesse piste per lo skate-board . Tali opere attirerebbero i giovani anche durante la settimana (sono solo idee…).
Quanti posti di lavoro verrebbero creati e che rivoluzione nel Torino FC che finalmente avrebbe una fonte di reddito non più solo di plusvalenze, mentre gli edifici del Torino sarebbero immersi in un parco di cui il Torino FC curerebbe la manutenzione con contributo del Comune.

Ma questo bellissimo sogno, potrebbe essere realizzarlo con alla base una squadra solida e forte, come quella che sembra Mr. Juric stia cercando di creare. La squadra non può essere disgiunta dal progetto perché non ha senso la realizzazione di un villaggio granata senza una squadra forte, basata su gente giovane, con la mente sgombra, in grado di assimilare gli schemi di Mr, Juric, di giocatori per esempio provenienti dalla Caldera del Torino FC. La struttura per la Caldera è già in corso con la prima azione necessaria, la bonifica del Robaldo. Quando sarà finita, suggerirei di cambiargli nome e denominare il tutto come:
TORINO FC: CENTRO SPORTIVO SERGIO VATTA
(ex Robaldo)

Grazie a Mr. Juric la squadra sembra si sia scrollata di dosso quella mentalità perdente che, almeno per i due anni precedenti, l’aveva caratterizzata. Qualche buon risultato si è visto e la squadra per il momento comincia a crescere. A Gennaio, se sono vere le partenze di Olè Aina e Singo (e Bremer?) qualche sostituto bisognerà trovarlo, anche in considerazione di Ansaldi che stenta a rientrare in forma. Poi ci sono gli esuberi Izzo, Rincon, Verdi e Baselli che, credo, ormai nel Torino non trovino stimoli, così come non so che stimoli francamente trovi ancora Belotti nel Torino. Quest’ultima cessione forzata mi addolora molto, ma evidentemente Andrea ha qualcosa in testa e forse un giorno ce lo dirà.
A Juric siamo riconoscenti anche di un certo scossone alla Società, cui è corrisposto l’inserimento di persone più dinamiche in tempi recenti.
Certo che, se pensiamo all’attuale struttura societaria del Torino FC… dovrà trasformarsi, perché crescerà la squadra, crescerà il pubblico, e tutti questi progetti sia pur per gradi, potrebbero essere da seguire. La società dovrà crescere parecchio, e solo una grande passione, come quella del Torino, può consentirci di realizzare un progetto simile se, mai andrà in porto.
E’ chiaro che con un progetto così ardito e ampio, saranno necessari degli evidenti aggiustamenti in società.

Per ultimo, ma non l’ultimo, non dimentichiamoci mai del nostro Tesoro: il museo del Torino, ancora da costruire al Fila. Quello lo stiamo tutti aspettando! Come stiamo aspettando il Cortile del Filadelfia, Caldera di tifosi, dove gli anziani potranno spiegare ai giovani cos’è sempre stata la squadra del Torino.
E così arriviamo ai tifosi, che, di questi tempi, non stanno vivendo il loro periodo di maggiore splendore.
Un progetto simile, se mai si realizzerà, dovrebbe portare i tifosi verso la società e chiunque sia l’artefice granata di questa realizzazione. Ampi spazi potrebbero essere dati per discutere del Torino, sia nel cortile storico davanti al Museo, sia nei viali del Villaggio grsnata, magari costruendo un piccolo anfiteatro per i confronti, dando incentivi ed obiettivi, una sorta di incubatore verso, per esempio, ad un’ Associazione di secondo livello che raggruppi i Club Granata, organizzi conferenze, agevoli e moderi il confronto interno, dia coesione sui valori granata, ricerchi motivazioni comuni ed abbia propri rappresentanti eletti all’interno dei consigli di gestione delle strutture manageriali del progetto.

Tre sono, a mio avviso, gli sforzi che potrebbero essere fatti per primi.

  1. Iniziare una seria trattativa con il Comune (un asso nella manica di Cairo).
  2. Rafforzare la squadra. (Un altro asso nella manica di Cairo)
  3. Dare serenità ed unità ai tifosi.(Un asso nella manica di tutti i tifosi)

Io credo fermamente questo progetto potrebbe essere un’ opportunità affinchè ognuno faccia la sua parte tendendo ad un mondo granata magari variegato sulle idee e sulle opinioni, coeso sui valori, con un unico obiettivo, un unico catalizzatore: il bene ed il futuro del Torino FC.
I tifosi possiedono questa grande potenzialità; potrebbero unirsi in un'Unica Associazione
, creando un comitato propmotore, dopo averne creato le premesse, selezionando persone che credano nei valori granata e siano in grado di moderare le riunioni atte a spronare positivamente il Torino F C.
Tutto quanto ho esposto sono solo mie idee personali, condivisibili o opinabili, e se ho esagerato nei concetti, esasperandone qualcuno, mi spiace. Il mio articolo può essere preso, assieme ad altri, come uno spunto di riflessione e di dibattito, niente di più.

FVCG
“Maroso”