Non essendoci stato alcun effetto traino CR7 in Italia, anzi, si continua a sospettare che lo stesso a fine stagione possa ritornare in Spagna, e con un calciomercato che si prepara ad essere non straordinario, il calcio italiano, che fatica a modernizzarsi, fa discutere soprattutto per i movimenti che potranno esserci in panchina. D'altronde in SerieA continuiamo a mantenere sempre dei primati in materia di esoneri. In questo siamo quasi insuperabili, imbattibili. Ora vai, ora viene, e forse, come già successo, anche al Real, ritornerai. 

Mentre la Champions delinea l'ossatura made in Premier, un campionato dove giocano in continuazione, dove la tattica trova il tempo che trova, e alla fine, i risultati, arrivano, in Italia, non si sa in che direzione andare. Tatticismo, o calcio moderno? Che significa, velocità, giocate spettacolari, ritmo, con la pace dei sensi della tattica destinata ad aver un ruolo marginale? 

Tatticismo o meno, gli allenatori, dal grande nome, fermi, sono tanti.

Se Ranieri e Zidane sono ritornati, ad allenare, altri, come Conte, Mourinho, Wenger, Solari,Blanc, Di Francesco,Montella,Herrlich,Stoger,Henry,Di Matteo, Di Canio, Capello,Velazquez, Juric,Inzaghi, Delneri,Ballardini, per citare i nomi di allenatori blasonati, che hanno avuto esperienze con squadre importanti o comunque significative nei vari campionati, sono a disposizione.

A questi nomi, si aggiungeranno, oltre ovviamente quelli dei meno noti, e l'elenco è lunghissimo, anche i nomi di coloro che probabilmente concluderanno la loro stagione quest'anno nelle rispettive squadre. 

Il toto allenatori forse impazzerà più del toto calciatori.Se si vuole essere vincenti si deve aver un mister con l'idea vincente, moderna, ma non è da escludere anche che possano avere luogo processi alla Gattuso, dare fiducia a chi è cresciuto nell'ambiente, per accompagnarlo nel tempo verso il successo. Ma questo è un discorso che si possono permettere società che hanno la possibilità di prendersi ancora del tempo, sicuramente questo non è il caso dell'Inter, un nome a caso, una società a caso.

La cui stagione è in bilico tra il fallimento clamoroso, rispetto alle aspettative che c'erano e il doversi accontentare del minimo sindacale. Ma un pilota per quanto bravo senza una macchina competitiva, non potrà mai vincere nulla. Non basta il nome ad effetto di un grande allenatore per vincere. Serve un progetto, una squadra, un gruppo. E' l'insieme che fa la differenza.