Maldini aveva provato a ostentare sicurezza. Aveva dichiarato, infatti, di stare bene in rossonero e di non aver alcuna intenzione di andarsene. E il messaggio era stato chiarissimo: sono Paolo Maldini, ho la storia e i tifosi dalla mia, per cui provateci a mettermi alla porta o a ridimensionare il mio ruolo! I E' bastata una dichiarazione di Ralf Rangnick perché il bluff crollasse e Maldini dimostrasse di avere i nervi a fior di pelle.

Cosa aveva detto Rangnick? Di non arrivare al Milan per farsi boicottare e mettere i bastoni fra le ruote. Una presa di posizione forte che, tuttavia, non ha tirato in ballo apertamente nessuno, neanche Maldini. Ci ha pensato Maldini a tirarsi in ballo di sua iniziativa, con delle dichiarazioni che lo salvano dal licenziamento solo perché Rangnick non è ancora ufficialmente rossonero. Non c'è stato attacco a un dirigente della società o alla società e, pertanto, non è venuto meno il rapporto di fiducia col datore di lavoro.

Ralf Rangnick, in realtà, ha ottenuto quello che voleva. Agitando la muleta ha messo in atto quell'aja toro con cui i matador invitano l'animale a caricare. Se voleva verificare quanto Maldini fosse davvero sicuro di se, ha raggiunto lo scopo, evidenziando che il suo antagonista non lo è affatto. Ha ottenuto, inoltre, cosa più grave, che tutti vedessero quanto il sostegno dei tifosi verso l'ex-capitano sia stato un po' più freddo che qualche settimana fa. Le bandiere sono importanti, ma alla fin fine il tifoso è interessato alla squadra e, pur dispiacendosi della sorte di un proprio beneamino, volta pagina e guarda avanti. Successe a me, quando Pierino, la peste, Prati fu ceduto alla Roma e, per l'indignazione, decisi di cambiare squadra. Come potete constatare, sono rimasto rossonero fino al midollo.

C'è chi ha colto al volo l'occasione per prendere lo scudiscio e fustigare i costumi rossoneri. Il proverbiale O tempora o mores va sempre di moda e si può prevedere che un addio di Maldini lasci tante vedove quante ne ha lasciate Gattuso. Andando contro corrente, però, vorrei capire perché, quando un ex lavora in società, i meriti debbano essere tutti suoi e i demeriti degli altri. Non aiuta certo la proprietà e il resto della dirigenza a lavorare.

Andrei oltre, comunque, perché la questione non è tanto capire dove finiscano i demeriti di Maldini e dove ne inizino i meriti. Maldini non è santo né dannato, come non lo era Boban e non lo è Gazidis. Non lo è neanche Rangnick il quale, al limite, non è Giampaolo. Questi non ha protestato per la campagna acquisti, però ha boicottato i giocatori che gli sono stati dati. Radice a Bologna si dimise, quando fu venduto Mancini dopo che gli era stato assicurato che sarebbe rimasto nella squadra felsinea.

In un vecchio film di De Laurentis, Ulisse, interpretato da Kirk Douglas, si offre di tendere un arco che nessuno dei Proci è riuscito a usare. "Peggio non potrò fare!" è il suo commento sarcastico. Ecco, diamo per scontato che il Milan attuale sia una comica, come ha sostenuto qualcuno, e che la scelta di Rangnick sia errata, siete sicuri che faccia peggio di Giampaolo e Pioli (bravissime persone, ma riprendendo Moratti Senior, i bravi ragazzi si fanno sposare alle figlie)? E siamo sicuri che un grande purosangue debba per forza essere un grande fantino? Non è che Maldini nel ruolo attuale si sia dimostrato Italo Allodi o Ariedo Braida, per essere considerato intoccabile.

Qualcuno potrebbe pormi la domanda: da che parte stai? Dalla parte del Milan e, pur non essendo certo che Gazidis o Rangnick siano le persone giuste, non sono neanche sicuro che l'uomo giusto sia Maldini, a questo punto.