A Mestre il subbuteo è come a Maranello, la Ferrari. Sono talmente tanti i campioni di questa disciplina nati sotto l'ombra della Torre Cittadina da proiettarla, di diritto, fra le "capitali d'Italia" di questo gioco.
Fra ricordi, non sempre precisi, ho pubblicato un libro, dal titolo, Mazzola, Rivera e Cruijff giocavano a Mestre, per ripercorrere quegli anni settanta, quando tutto ebbe inizio.

Dire Subbuteo equivale a nominare Vittorio Nencioni, non solo per il fatto che con me, Giorgio Velli, partecipò alla prima selezione nazionale, organizzata dalla Ditta di giocattoli Parodi a Venezia, da Pierobon, ma perchè fu l'artefice dell'inizio di tutto un movimento giovanile, una vera "cantera", che per anni li  vide costantemente presenti nelle varie convocazioni in Nazionale. 
Vittorio abitava in Viale Garibaldi al civico uno, io all'undici e la Pizzeria Progresso, dove iniziammo a giocare, era poco distante. Il primo quadrangolare lo organizzammo a casa mia, con il campo posizionato per terra, perchè i cavalletti, suggeriti proprio da Vittorio, per giocare in piedi e meglio, arriveranno qualche tempo dopo. Borsato, Nencioni, Velli e Zordan, in rigoroso ordine alfabetico. Finimmo tutti con gli stessi punti, tre, con una vittoria, un pareggio e una sconfitta, incredibile, ma vero. 
Nel 1974 partecipammo ai primi campionati regionali, giocati a Venezia e vinti dai locali Roberto Plissi Paizza e Sergio Pratali e nello stesso anno è sempre Vittorio a dare vita al Football Club Subbuteo Mestre, dove, oltre a me, ne facevano parte i fratelli Novara, appena trasferiti a Mestre e anche loro residenti in viale Garibaldi, vicinissimo allo stadio di calcio intitolato a Francesco Baracca, l'eroe dei cieli...

La partecipazione al 1° città di Genova nel novembre 1974 diede inizio alla grande voglia di competere per traguardi importanti, ma specialmente per imparare quale fosse il modo corretto per giocare, compreso l'utilizzo del "pronto", il prodotto per lucidare i mobili, da applicare sui basamenti dei giocatori. Il passo successivo fu l'organizzazione di un torneo e ciò accadde a Carpenedo, giocando nella parrocchia, con una partecipazione numerosa e grazie alla brillante organizzazione di Vittorio, che preparò un tabellone tennistico, con recuperi, particolarmente avvincente. Nel libro, la memoria mi aveva  ingannato, ricordando Nencioni vincitore ed io secondo, mentre da una verifica è risultato che fu Novara a vincere, Vittorio secondo ed io, terzo.
Ma Genova aveva sancito l'inizio di un  percorso ben preciso, poichè Nencioni iniziò a relazionarsi con molti giocatori ed altre realtà, mostrando invidiabili qualità di pubbliche relazione, ma specialmente stimolandoci a partecipare a più tornei possibile e muoverci per il Nord Italia.
Fra le tante città visitate, Trieste ha sempre avuto un attrazzione speciale, con Ziz e Pintarelli, tanto forti quanto ospitali. La prematura morte, a soli 18 anni, di Ezio Pintarelli, a causa di un incidente stradale, con la sua Vespa, fu un dolore immenso, ma il suo ricordo resta indelebile nei cuori di molti.
Un ulteriore tassello, apparentemente insignificante, ma di una valenza infinitamente importante, fu aver visto le squadre colorate a mano e personalizzate. Anche su questo Vittorio seppe essere il più bravo. Le sue abilità manuali, la sua pazienza e l'attenzione per ogni minimo particolare, dai calzettoni abbassati, alle fascette dei capitani o al colore dei capelli o della pelle, in miniature così piccole, riuscivano a trasmettere emozioni talmente grandi che è quasi impossibile descriverle. La sua squadra era la Victoria Necional, colori sociali rosso e nero e sempre lui dipinse la mia squadra, la Velox, con maglia rosso e gialla, modello Feyenord, o la Novak, di Carlo Novara, maglia nera con striscia arancione verticale, tipo Ajax.
La collezione di Vittorio lascerebbe chiunque a bocca aperta. Ricordo un'Inter, squadra per cui tifa e una Nazionale Italiana, talmente belle da essere già contenti nel vederle posizionate in campo. Bravissimo e disponibile, non negando mai a nessuno la sua abilità. Solo a me avrà disegnato almeno cinque varianti di Velox, quando il merchandising delle maglie da calcio era sconosciuto. 
Nel Gennaio ’76, Alberto La Rosa, Edoardo Bellotto e Nicola di Lernia con altri 5/6 ragazzi, tra cui Stefano Toschi (futuro vice presidente FICMS) e Bruno Beltrame, accettarono l'invito a casa di Nencioni, passato al civico 17 di Viale Garibaldi e sostennero un vero e proprio esame d'accesso.  Bellotto e Di Lernia impressionarono più degli altri ed infatti vinceranno entrambi il titolo di Campioni d’Italia Senior, rispettivamente nel 1977  e 1979. Nel 1980 il Subbuteo club Mestre, ospita i campionati italiani, dimostrando tutto il suo valore anche in campo organizzativo.
In questo panorama di ricordi, merita una citazione anche Villa Elena, ai quattro cantoni, di proprietà della Curia, poichè fu per anni l'elegante sede per organizzare i tornei più belli, grazie alla costante presenza delle squadre e dei giocatori più forti nel panorama nazionale. I campi trasportati dalle varie case, su un carrettino a pedali, fornito dalla cartoleria Baessato, è uno dei racconti più divertente da conoscere, che fotografa perfettamente lo spirito che univa quel gruppo, per quanto numeroso.

L'ulteriore salto di qualità avviene grazie a Luciano Sanavìo, padre di Federico (Guerin junior ’85 ed italiani junior FICT ’87) e Alessandro, giocatori, dapprima del club Serenissima, poi confluiti nel FCS Mestre, che riesce a dare al Club, una sede fissa. Un negozio in via Fiume, laterale di via Piave, aperto tutti i pomeriggi dal lunedì al sabato, con quattro campi sempre pronti e Bruno Beltrame, retribuito per stare lì e garantirne il funzionamento. Le adesioni arrivarono al numero di 120 iscritti. Per un torneo a Trento venne noleggiato un pullman Gran Turismo da 50 posti, tanta era la partecipazione. Nel 1982 arriva lo sponsor, Jägermeister, grazie agli ottimi rapporti fra Bellotto e il Signor Masi, rappresentante del notissimo amaro ed il Club, assume la nuova denominazione. A dicembre di quell’anno, rinforzati dal già fortissimo, Renzo Frignani, in servizio militare a Vicenza, Bellotto, Di Lernia e Nencioni, si aggiudicano a Roma, la Coppa Italia.

La stagione successiva, vengono eliminati nella fase Interregionale dai Diavoli Milano, ma il titolo nazionale a squadre viene soppresso e sostituito dal Campionato di serie A.
La prima edizione del 1984, che sconfina a febbraio ’85, viene vinta dal Club di Mestre. La squadra era così composta: Bellotto, Beltrame e Di Lernia, affiancati dagli junior, Alessandro Sanavìo e Davide Cattapan. Memorabile la vittoria (nel girone) in rimonta del novembre 1984 in trasferta a Villadeati. Sconfitto l’SC La Mole di Torino, al ritorno a Mestre a notte fonda decine di compagni a festeggiarli con una torta a forma di campo di Subbuteo, realizzata da un consocio pasticcere, cantando e saltando, festanti: "I Campioni dell'Italia siamo Noi".                                             

Nella stagione 1985/86 è ancora in finale, con il secondo posto in campionato dietro i F.lli Pesaro Bologna, coi quali si era pareggiato nel girone eliminatorio.
La finale, viene decisa allo spareggio, proprio fra l'ex Frignani  e Bellotto, con il titolo assegnato agli Emiliani. A dimostrazione della qualità e quantità di giocatori che il Club stava garantendo, va evidenziato che nella stessa stagione, viene vinto anche il Campionato di serie B, dove era stata iscritta la  seconda squadra, con dicitura Serenissima. Era composta da Bruno Beltrame, Alberto La Rosa, Paolo Natale, Fabio Cattapan e Giuseppe Benincasa. Con due squadre  in serie A, Mestre, nell’anno successivo, potè gustarsi il piacere di giocare, nel girone di qualificazione, il derby, che venne vinto 1-0, dal Serenissima.
Va inoltre segnalato, che a cura del club di Mestre, tra il 1983 e l’86, venne organizzato il Grand Prix del Nord Italia, manifestazione a cui prendevano  parte i migliori 8 giocatori del ranking del Nord Italia, che si sfidarono in un girone all’italiana in una location particolare: l’EMEROTECA, sita in Piazza Ferretto, ai tempi, cuore pulsante di una Mestre in costante espansione. Nello stesso periodo Alberto La Rosa e Nicola Di Lernia, sempre fra i più attivi e intraprendenti, curano la pubblicazione de “La Freccia”, riscuotendo unanimi consensi.                                                                   

Le stagioni 87/88 ed 88/89 vedono l’adesione dei mestrini alle attività ed alla serie A FICT. Alla fine degli anni Ottanta, l’attività si interruppe. Difficile trovare cause specifiche, il nucleo "storico" era indaffarato dai normali impegni lavorativi, la sede era stata chiusa e, come per tutte le cose, era subentrato il desiderio di provare nuove avventure. Ma se Mestre era avviata a passare il testimone ad altri, la "cantera" era sempre pulsante così era Dolo, sulla Riviera del Brenta a continuare nello stesso percorso. A Davide Lazzari, Alessandro Mastropasqua, Simone Righetto e altri giocatori, si aggrega Roberto Agirmo ex giocatore del Mestre, che per lavoro si era trasferito a Bologna, continuando a giocare, ad ottimi livelli, dando così vita al Serenissima 1990. Bisogna fare una lunga pausa per ritornare a giocare con la stessa passione. Nel 2008/09 La Rosa, Bellotto Di Lernia e qualche altro vecchio socio, grazie a Giorgio Portesan (un altro ex del Mestre) ora fondatore del club Vecio Leon (di cui membro è anche Toschi), riprendono a giocare a subbuteo, che negli anni ha cambiato i basamenti dei giocatori ed è diventato, Calcio da Tavolo. Il passaggio successivo è trovare una sede e viene in aiuto, Giorgio Velli, che gestisce un locale nel centro di Mestre. Nasce la ASD Circolo Sportivo Mestre (dal nome del locale). Tantissimi, i vecchi frequentatori di via Fiume, che tornano a provare i nuovi materiali, tra essi anche Vittorio Nencioni, Bruno Beltrame e Nicola Di Lernia, dando vita ad un campionato Sociale, molto avvincente, dove partecipa anche Alessandro Billi, tesserato con Ferrara, ma che lavora a Mestre e con Edoardo Bellotto leader di un gruppo desideroso di confrontarsi con le competizioni agonistiche. Memorabile il primo torneo a squadre, giocato a Milano in occasione del Torneo di Natale, uno dei più famosi di Italia. Bellotto, Di Lernia, La Rosa e Velli, vincono il consolation e mettono le basi per tentare la scalata alle categorie più ambite.
Un percorso non semplicissimo, condito anche da amarezze, ma sempre irrilevanti nella costante voglia di riuscire a primeggiare. Nel 2010 l'incontro con il gruppo del Serenissima 90, per iniziativa di Lazzari, è la scintilla che alza tutti gli obiettivi.                                                             

Con l’intenzione di rendere la squadra competitiva a livello nazionale si propone una fusione. Solo il Vecio Leon decide di mantenere la sua autonomia, mentre il Circolo Mestre e il Serenissima 90 si fondono nella ASD Serenissima Mestre.  
Sono sufficienti due stagioni, 2012 e 13 anche grazie a Frignani, un Campionissimo, dentro e fuori dal campo, che dopo 30 anni, torna a vestire i colori difesi in gioventù, per concretizzare la scalata dalla serie D alla B. Gli anni a seguire sono costellati da moltissime vittorie, singole e a squadra. Con tanti giocatori, bravissimi, ad indossare questa maglia, così gloriosa. Con la costante partecipazione a tornei, in Italia e all'estero. Obbligatorio citare  Sotiris Korologos e Nikos Naskos i due giocatori greci che hanno contribuito a tante vittorie. Così come Daniele Bernardi o William Dotto, oltre al "cucciolo" della squadra, quel Tacchia che ha saputo scalare le classifiche nazionali. Con la Seria A, sfiorata, con l'iscrizione di una seconda squadra in grado di disputare la Serie C. Con Roberto Renaldini, Simone Righetto e Paolo Natale, diventati leader di un progetto ambizioso, ma anche con il "cigno" Stringari e ancora Velli, per tentare una salvezza diventata impossibile. Insomma, riuscendo a riproporre quello spirito degli anni migliori e riavvicinare molti appassionati, anche se non giovanissimi, al tavolo da gioco.                        

Sarebbero tantissimi i giocatori da citare e mi scuseranno se non l'ho fatto, mentre un abbraccio obbligato è per Guido Brescia, Domenico De Cosmo, Roberto Ferro e "Nico" Tacchia, per il sostegno garantito, anche nei giorni più difficili. Solo il Covid e scelte poco comprensibili, hanno privato il sodalizio Veneto, alla ripresa post-pandemia, del diritto alla partecipazione alla serie cadetta. Una scelta, accettata, ma spropositata per chi ha sempre difeso i principi del RISPETTO e della SPORTIVITA'. La decisione, dolorosa, di interrompere ogni attività agonistiche del Club, almeno per quest'anno è stata condivisa da tutti. Ma arde ancora nel cuore la fiamma e la passione per questo splendido gioco con cui abbiamo condiviso troppe emozioni... Se Nicola Di Lernia ci ha regalato un bellissimo video che potrete trovare su youtube, cliccando, Subbuteo mania, a Mestre, il Circolo. 
Alberto La Rosa, già presidente del club sia ai tempi di via Fiume, che agli inizi della ASD Serenissima Mestre, non ha certamente rinunciato a voler tramandare ai più giovani, divertimenti sconosciuti.                         

Se realmente nascerà una nuova ASD Subbuteo Club Mestre, lo scopriremo a breve e se così fosse, spolverate le squadre e lucidate i basamenti, perchè Mestre gioca per DIVERTIRSI, ma spesso vince.