Siamo sinceri, non sono ancora bastati due anni costantemente al vertice del nostro campionato e uno scudetto vinto per riconoscere le qualità della squadra allenata da Mister Pioli. Ad ogni partita sono in moltissimi a pensare che finisca quello "strano effetto magico", che ha consentito di inanellare punti su punti, oltretutto vincendo regolarmente quasi tutti gli scontri diretti e il Milan debba tornare nell'anonimato, lottando per quel quarto o quinto piazzamento che, formazioni alla mano, può essere il massimo a cui ambire.

Tutto sbagliato e il perchè è fin troppo semplice da spiegare. Il Milan ha poggiato la sua "rinascita sportiva", prima sul gioco, più che sugli interpreti a disposizione ed in ogni partita che affronta questo si vede chiaramente, con una squadra padrona del campo e del match. I Campioni d'Italia giocano un calcio moderno, fatto di intensità e collaborazione ed anche se alcuni interpreti possono essere meno bravi, o meno tecnici, sono in condizione di superare qualsiasi avversario. Grande merito va riconosciuto anche a Mister Pioli, che probabilmente è attualmente il miglior allenatore, con Sarri, del campionato italiano. Il suo continuo sperimentare lo porta anche a scelte di difficile comprensione, per noi tifosi, ma è indubbio che sta forgiando i giovani a sua disposizione nel modo migliore. Ecco perchè la vittoria di ieri nel derby cittadino, contro l'Inter che prometteva di saldare tutti i conti rimasti in sospeso dalla passata stagione, stupisce solo chi, leggendo la formazione del Milan non riesce a capire quanti di questi ragazzi sono già calciatori di assoluto valore.

Il 3 a 2 finale, che ha regalato spettacolo ed emozioni al pubblico festante che ha riempito San Siro, può avere molteplici interpretazioni, ma non cancella quel senso di superiorità che i rossoneri hanno esibito per molti tratti dell'incontro. Certo, le due parate stratosferiche di Maignan, la prima sul colpo di testa di Lautaro e la seconda sul tiro dalla distanza di Chala, lasciano ai tifosi interisti la consapevolezza che a portieri invertiti non avrebbero perso il derby, ma questo giochetto da fantacalcio non è applicabile alla realtà.
L'Inter segna il momentaneo vantaggio con Brozovic, ma il Milan resta ordinato e sicuro delle proprie certezze, trovando velocemente il pareggio con Leao.

Personalmente non condivido la scelta di Pioli di portare il portoghese più dentro al campo, ma è indubbio che la facilità con cui salta gli avversari e mantiene il controllo del pallone, pochi altri calciatori possono esibirla. Se crossa, se dribbla o se tira, è costantemente una minaccia per ogni difesa, specialmente quando ha un po' di spazio a disposizione. La palla persa da Chala, da cui nasce il pareggio rossonero, ne è il più classico degli esempi. Dal suo rinnovo transita molto del nostro futuro. Se Tonali è sempre più forte e padrone del centrocampo, mi ha stupido, in negativo, il rendimento di Barella, l'ombra del giocatore proposto con la gestione di Conte. Giroud ha siglato il gol del vantaggio ed ha sempre tenuto in apprensione una difesa interista, apparsa troppo incerta. Quando Leao ha segnato il gol del 3 a 1 sembrava che l'incontro fosse concluso.
Invece Mister Inzaghi ha trovato dalla panchina quei giocatori che potevano salvare il salvabile. Sinceramente non riesco a capire come si possa rinunciare a Dzeko per far giocare un Correa costantemente in difficoltà in partite così difficili. Infatti il bosniaco, non solo ha subito accorciato le distanze, anticipando Tomori da distanza ravvicinata e segnando un gol solo apparentemente facile, ma ha messo in apprensione tutta la difesa rossonera. CDK era al suo primo derby, in una cornice di pubblico che dubito abbia già visto in precedenza, non ha brillato, restando spesso fuori dalle azioni, ma una sua accelerazione e il colpo di testa da calcio d'angolo, sfiorando il gol, sono sufficienti per doverlo aspettare, con la stessa calma concessa ad altri. Bene Diaz, entrato con determinazione e con ampi spazi a disposizione, quelli che gli servono. Bene Salamandra, che conferma che il ruolo di subentrante, gli calza perfettamente. Buono anche l'ingresso di Origi, con un dribbling di ottima fattura e una conclusione a rete che poteva essere gestita meglio. Kjaer e Pobega sono stati cambi utili solo a mantenere il risultato.

Si conclude fra canti e cori. Un altro derby vinto e il primo posto in classifica nonostante un calendario mai, in passato, così difficile per la squadra Campione d'Italia. Le riprese televisive si sono spesso rivolte alla presenza in tribuna della famiglia Gordon e di Cardinale, felici e sorridenti. Spero abbiano capito che Milano, non è Tolosa, che nonostante le difficoltà economiche mondiali, il parcheggio "vergognoso" della macchina a 40 euro, sorvolando su autostrade e benzina, sempre più care, il popolo rossonero non fa mancare affetto e soldi, riempie ogni posto a disposizione, chiedendo solo di avere una squadra all'altezza del suo blasone.
Avere i soldi in banca e leggere i bilanci sempre più rosei non valgono un decimo delle soddisfazioni assaporate ieri, allo stadio, con l'abbraccio del popolo rossonero festante.