Siete stanchi del solito mare e del caldo allucinante che continua ad opprimere di noia e pesantezza le vostre giornate? Non disperate gente, ci pensa il movimento del calciomercato ad alimentare la vostra fantasia, con le sue magiche suggestioni e i suoi brillanti colpi, messi in atto per presentare la nuova stagione calcistica alle porte, che come ogni anno, per lo spettacolo che questo sport riesce ad offrire ininterrottamente, a dispetto dei colori che ci appartengono, non deluderà le attese. In questo turbolento periodo le notizie non smettono mai di propagarsi da una stazione all'altra, attraversando le Americhe e l'Europa, passando anche per l'immensità economica del colosso asiatico, scoprendosi in quel nuovo che avanza, nel segno degli importanti investimenti stanziati negli ultimi anni. La tentazione di scappare dal calcio che conta, per trascorrere una faraonica villeggiatura orientale non smette mai di coinvolgere i campioni di questo sport, vedasi la compagnia verdeoro rappresentata dai celebri Hulk e Oscar per crederci sul serio, anche se per il momento possiamo continuare a dormire sonni tranquilli: l'apice competitivo della passione che infiamma i cuori degli appassionati vive ancora nel vecchio continente, specialmente con l'eterno fascino della coppa dalle grandi orecchie, nell'invidia o ammirazione di chi, nonostante i propri estesi capitali, non può comunque portarsela a casa.

Nel remoto passato della civilità umana non esiste più il ricordo di un mondo senza l'ascendenza del denaro, padrone di ogni attività che un uomo, dall'alto delle proprie capacità è in grado di compiere: ogni ragione detiene il proprio prezzo, nulla quindi sembra sfuggire alla prepotenza del possedere... o quasi, mi verrebbe da aggiungere. Obiezione: davvero sopravvive ancora un bene di un valore tale da non poter detenere una targhetta con un prezzo impresso sopra? E soprattutto com'è riuscito a scampare alla distruzione totale di ogni valore tipica della nostra epoca? La risposta è semplice, e non bisognerebbe nemmeno spostarsi molto per coglierne il significato, poiché risiede in noi stessi:  immaginate di veder comparire di fronte a voi una splendida torta, che inoltre è stata realizzata con il vostro aroma preferito; sembrerebbe deliziosa ad una prima guardatina veloce, con l'accattivante odore che emana da ogni angolo... Quindi siete tentati dall'assaggiarla sul serio, per così comprendere bene che amerovole sapore custodisca, e vi avvicinate a lei lentamente. Accade però uno strano evento: nel contempo che vi apprestate all'assaggio, qualcuno vi precede e ne prende una fetta, e poi un'altra, e così via fino a che non ne rimanga una e una soltanto. Vedendo che il misterioso tizio di fronte a voi non si è degnato minimamente della vostra presenza, vi sentite profondamente indignati, tanto da rivolgervi a lui con un tono di sfida solenne, a fare da sfondo a quella rabbia che non vi permette di ragionare con serenità: ma proprio nel momento in cui state per aprir bocca al fin di proferire parola, egli scompare lasciandovi soli nel pieno del vostro sentimento. Sfumata la possibilità di prendervela con lui, decidete così di concentrarvi sull'ultima fetta di torta rimasta, ancora a vostra disposizione, sfuggita incredibilmente all'essere ingordo comparso dal nulla, e nel medesimo nulla volatilizzatosi: state allora per gustarvi il tanto agognato piatto, dopo un'estenuante lotta nel paradosso dell'immaginazione, che vi sentite sfiorati da una manina che vi tira con fievole forza la giacca. Chi sarà stavolta? Pensate con un'aria sospettosa ed irritata. Per un attimo credete di avere a che fare con l'individuo che vi ha sottratto l'esclusività del vostro pensiero, che si è insediato nella vostra mente, depredando il luogo dove vi sentite a casa, ma quando vi voltate alle vostre spalle... vi rendete conto che stavolta si tratta di un'altra umile presenza. A disturbare il vostro sogno prelibato è un bimbo abbandonato dalla stessa dimensione in cui è nato, dalle brevi speranze nella ricerca della felicità: "Perdonami, posso averne un po'? Ho molta fame" vi proferisce lui, con quel suo piccolo filo di voce, figlio della sua timida stanchezza. Nell'emozione che i suoi fragili occhi vi trasmettono, decidete pertanto di concedergli quell'ultimo frammento della vostra martoriata visione. E così, anche se alla fine non siete riusciti a regalarvi la delizia di quel dolce, apparso come dal nulla nel mare della vostra fantasia, in questo breve, ma intenso viaggio, siete riusciti inconsapevolmente ad ottenere un dono ancor più prezioso: la felicità, che non si misura con quello che possedete, ma in quello che riuscite ad offrire agli altri; il sorriso di un bambino che vi ringrazia per quella semplice concessione che gli avete rivolto, voi che fame non conoscete, sarà l'eterna fonte di vita della vostra anima, che mai, nemmeno quando la materia si sgretolerà, smetterà di sorregervi di fronte all'immensità dell'universo.