Ancora una volta arrivano polemiche feroci post partita sull'arbitraggio e sul VAR. E ancora una volta questo strumento bislaccamente utilizzato diventa al centro di discussioni.
Caressa ieri, al Club Dazn, introduceva delle considerazioni sul VAR che sembrano in linea con l'intervento che ho fatto poco tempo fa, e faceva notare come, ad esempio, in Inghilterra, sia sempre meno usato. Francamente mi auguro che lo sia anche in Italia e anzi ne auguro la completa estinzione. Non tanto perché non sia efficace tecnologicamente quanto strumento, ma perché utilizzato così, obiettivamente, genera una quantità di discussioni uguali se non superiori a quando non c'era.
Gli unici strumenti utilizzati in maniera automatica che funzionano benissimo e sui quali, guarda caso, non ci sono mai discussioni, sono la “line technology” ed il fuorigioco automatico. Una volta stabiliti i limiti, lo strumento funziona a meraviglia. Così come è concepito il VAR è fantozzianamente una “boiata pazzesca”. Che lo si utilizzi sempre meno nel campionato più importante del mondo dimostra che è totalmente inutile, a meno di non riconsiderarne i limiti e gli automatismi. L'interazione bidirezionale e non on/off con l'arbitro non funziona e il fatto che si eviti di chiamarlo in causa significa che non va bene.

Tornando allo scontro clou di ieri sera, ormai mi sembra assodato che l'unica maniera di contrastare l'Inter, totale dominatrice finora del campionato, sia forse quello di mettersi a specchio con la sua formazione. Lo ha fatto Allegri, contrandola e riducendo i danni. Affrontandola con la solita retorica della partita “coraggiosa”, si soccombe. Si prendono tante lodi ma alla fine si perde. Se poi metti un centrale a fare il terzino sinistro ancora peggio. Il secondo gol dell'Inter di Barella, lanciato in slalom vincente tra i due centrali del Napoli è emblematico, direi, della non congruità difensiva del Napoli di ieri.
Si parla tanto della differenza tra Garcia e Mazzarri, nel senso positivo di quest'ultimo. Continuare, a mio avviso, con un modulo senza averne più gli interpreti fondanti, oppure a mio avviso, non più quelli di prima, non è corretto. La mia non è una considerazione tecnica ma solo forse di buon senso. Ovviamente si può obiettare che cambiare un modulo consolidato e non studiato sia assurdo ma se ne prendo poi tre e vado a casa, che cosa concludo? Le controprove nel calcio non ci sono mai, ma penso e me lo insegnano i “tecnici” di questo forum, e io non lo sono di certo, che sia corretto almeno far giocare giocare i giocatori nel ruolo in cui riescono meglio. Penso piuttosto grossolanamente, magari, che se ci fosse stato un terzo centrale e una maggiore copertura sugli esterni interisti non credo che il fantastico slalom di Barella avrebbe potuto verificarsi. Certo, il coraggioso Napoli prende un palo, ma anche lì il fantastico Sommer forse sarebbe arrivato con la sua manona probabilmente a prendere il tiro se questo fosse stato di qualche centimetro sotto. Portiere in stato di grazia che conferisce sicurezza alla difesa qualunque sia la composizione.
Ecco, la differenza tra l'Inter e qualunque altra squadra sta proprio nel fatto che in sostanza la squadra funziona come una addizione. Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. I movimenti sono quelli di un orologio svizzero di cui Sommer ne incarna la matematica precisione. Qualunque sia il subentrante e ieri era senza ben tre centrali si innesca sempre una sinergia di movimenti collaudati che suppliscono e producono comunque lo stesso effetto.
Questo è il lavoro di un allenatore che solo non molto tempo fa era in bilico per essere esonerato. Il nostro per prendere delle decisioni deve aspettare le proposte dei suoi uomini (sic!) e lo confessa pure. Altra conferenza kafkiana di un allenatore in stato confusionale. Infrangersi contro il centrocampo interista essendo debole in difesa significa perdere. Anche se hai un centrocampo non proprio così inferiore. Senza una adeguata copertura. E soprattutto senza Kim, checché ne dica Marchegiani, si becca e si va a casa se lo sostituisci uno a uno, con uno inferiore. Ovvio è un mio pensiero giusto o sbagliato che sia.

Ieri Mazzarri disperde i suoi centrali, tutti discreti e invece di fare una bella linea difensiva al centro contro il duo interista, manda all'attacco le sue truppe e pure Natan a inventarsi novello Rui oppure Oliveira. Rincorrere il “Paradiso Perduto” del Napoli dello scorso anno, con un Osimeh a mezzo servizio e senza gli spettacolari Rui e Kim dello scorso anno, e pure senza lo spietato interditore Lobotka, significa mettersi, a mio avviso su una strada sbagliata. Politano e Kvara sanno attaccare ma  anche difendere e il trio di centrocampo partenopeo pur con Zielinski fuori ha pure trovato un Elmas in una delle sue migliori partite. L'unico modo di battere l'Inter è quello di aspettarla e non certo di attaccarla e figuriamoci in maniera sbilenca come ieri.
Oggi penso che sia molto difficile farlo. Magari ne esce una partita che gli esteti del calcio champagne osservano storcendo la bocca come cibo indigesto ma oggi le cifre parlano chiaro. Pur il Napoli di Spalletti che aveva cominciato ventre a terra il suo campionato pressoché solitario alla 14esima aveva numeri inferiori alla stratosferica Inter di quest'anno, rispetto al parametro che utilizzo per valutare, in maniera concentrata, l'andamento di una squadra. Il Napoli aveva una differenza reti di 24 gol e oggi l'Inter ha una differenza di 26 gol, contro gli 11 dello scorso anno. Quindi sta viaggiando ancora più forte del velocissimo Napoli di Spalletti. Quindi oggi l'Inter ha un mostruoso 1,86 contro l'1,74 del Napoli di Spalletti e, quindi, a doppia velocità che lo scorso anno.
Una indicazione più congrua si potrà ovviamente dare solo alla fine del girone di andata, per omogeneità di calendario. La Juve può solo “resistere” cercando il passo costante. Oggi è a 13 gol di differenza reti contro i 14 dello scorso anno. Resistenza e costanza contro la brillantezza di una squadra con numeri nettamente superiori a quelli dello scorso anno, sono molto pragmaticamente l'unico modo di tenerne il passo. Criticare Allegri per il suo gioco di corto muso è qualcosa per me incomprensibile. Ha affrontato questa squadra dominante e l'ha contenuta e nonostante numeri inferiori e di tanto, e le sta pure appresso. Che cosa si vuole di più non avendo pure molti dei suoi titolari? Oppure non avendoli avuti con costanza? Garcia, il tanto criticato Garcia forse cominciava a proporre anche un gioco di attacco più armonico con Raspadori al centro, ma la rincorsa al “Paradiso Perduto” non ha prodotto quelli che tutti aspettavano, quello di giocare alla pari con l'Inter. Se si perde tre a zero come si fa a dire che si è giocato alla pari. Non si esce dai numeri che obiettivamente dicono tutto. Il 57 per cento di possesso palla del Napoli e lo zero a tre dicono solo una cosa: che il Napoli ha stolidamente fatto il gioco dell'Inter. Il 35 per cento del possesso palla della Juve e l'uno a uno, dicono che Allegri ha saputo contrarla. Oggi affrontarla in modo diverso significa solo una cosa: perdere.

Oggi il Milan viaggia con 9 gol di differenza reti e l'anno scorso ne aveva 12, uno 0,64 contro uno 0,86. Oggi il Napoli ha lo stesso valore e la Roma che molti trascurano, non certo io molto modestamente, ha un 0,69. Quindi guardando i numeri, questi rispecchiano molto bene le prime 5 posizioni. La Juve tiene benissimo con un 0,93 contro l'1,00 dello scorso anno. C'è quindi una bella differenza tra le prime due e gli “altri”. Indubbia sotto questo punto di vista la sua attuale posizione di inseguitrice e che sia a soli due punti significa solo che Allegri sta facendo un grande lavoro. Gli “altri” per ora possono solo stare a guardare. Questo dicono i numeri, almeno i miei, no pardon il parametro è quello di Frankie. Sintomatico poi lo 0,00 della Lazio che dimostra le difficoltà di Sarri, che forse non ha gli uomini giusti per fare il suo immutabile 433.
Il dilemma tecnico di base è forse sempre proponibile. Ho un modulo mio, come ha dichiarato Di Francesco, che becca pure lui cercando il bel gioco, oppure magari cambio in funzione degli uomini che ho? Niente male, la Fiorentina di Italiano oggi ha 6 di differenza reti contro i 10 di tutta una stagione e analogamente il Bologna di Motta con un 5 contro i 4 complessivi dello scorso anno. Sono i veri outsider di quest'anno. Spicca sempre la Dea di Gasperini con un 8 ma sempre con troppi gol incassati, però con una partita in meno. Stasera è bello vederla contro Juric e un Toro tosto assai.
Rimango nelle mie convinzioni e i numeri parlano, se ti difendi male non vai lontano. Mestamente metto Calha, i cui missili una volta finivano spesso in curva. Ora non più.
Chissà perché?