Messi avrebbe vinto il suo settimo Pallone d'Oro per il contributo dato alla sua Argentina per la vittoria della coppa Americana. Una coppa che tolto un paio di nazioni, non si fila nessuno.
Messi vince uno scontatissimo Pallone d'Oro non per i meriti sul campo, ma per una chiara ed inequivocabile questione politica e di potere. Questo è il potere del PSG, una società che non si è mai schierata a favore della Super League, allineata al sistema del monopolio del calcio che gli ha concesso di poter spendere e spandere come hanno voluto. L'avrebbe probabilmente meritato questo pallone d'oro Salah se non Lewandowski.
Ronaldo fuori dalla top five, ma il duello Messi/Ronaldo oramai è giunto alla sua gloriosa fine. Sette Palloni d'Oro sono qualcosa di eccezionale, straordinario, sbalorditivo.
Però questa volta Messi sicuramente non lo ha meritato. Sembrava tutto impacchettato fin dall'inizio. Non ha sorpreso nessuno, si sapeva che sarebbe finita così, con una cerimonia che ha trovato il tempo che trovato, e forse le uniche emozioni vere sono arrivate dal calcio femminile. Un sistema calcio che si autoglorifica, autopremia, che senso ha? Nulla. Ci sono tanti elementi che se messi insieme pongono dei problemi non da poco conto e che hanno un peso anche economico. Da calciopoli, alle scommesse, alle plusvalenze, alla SuperLega, al modo in cui si concedono o meglio assegnano premi come il pallone d'oro, il disegno che si sta affermando non è entusiasmante, anzi, è raccapricciante, perchè spegne l'entusiasmo e mina la credibilità verso il calcio.

Forse è arrivato il momento ripensare premi e annessi e connessi come il Pallone d'Oro? Difficile a dirsi, figurarsi a realizzarsi. Ma il sistema scricchiola, si parlano tra di loro, è una guerra interna che si stanno giocando tra di loro e solo tra di loro ed il pallone d'oro ne è stato travolto in tutto ciò. Messi è Messi, ha una storia fantastica, rimarrà per sempre nella storia del calcio, ma quest'anno il Pallone d'Oro non doveva e non poteva fare rima con il giocatore argentino, ma così è stato deciso per ragioni che vanno oltre il calcio ma che vedono il calcio come teatro di questo scontro di potere dove esporre i propri muscoli.
Non resta che prenderne atto e adattarsi a tutto ciò.