Se c'è una cosa che difficilmente funziona bene, a mio modesto avviso ed esperienza, è la gestione collegiale, una comune difficilmente applicabile nel management, e figuriamoci nel calcio. Nel calcio dove le opinioni divergono su tutto, a partire dai tifosi.
Senza deleghe operative precise in autonomia di competenze dubito fortemente che quanto annunciato dall'A.D. del Milan, Mr. Furlani, come una nuova età dell'Oro del Milan, possa funzionare e quindi durare a lungo.
Quanto annunciato da Furlani, è, a mio modestissimo avviso, abbastanza antitetico in una organizzazione dove è essenziale sapere chi fa che cosa e che abbia la totale delega per farlo.
Per me ci devono essere competenze e deleghe precise e poi ci deve essere uno solo che decide o no. In una gestione collegiale è molto difficile stabilire limiti e competenze e comunque, auguri di cuore, da un vecchio milanista che dopo quanto è successo non si sente francamente più tale. Poca cosa ovviamente!!!
Molto confusa, infatti, la gestione e la delega degli incarichi, soprattutto di quanto fa Pioli, una specie di manager allenatore, mai esistito in Italia. Capello faceva l'allenatore e la grande sinergia era con Braida che faceva il mercato. Galliani aveva delega totale di Berlusconi, uno che le sue aziende gestiva con deleghe totali, sistema di management che ne ha fatto la fortuna. Inutile che la Rosea, decisamente filo Gerry Cardinale, faccia un paragone improponibile con Capello, perché un ruolo alla Ferguson non è mai esistito in Italia. Oggi il Milan sta riscrivendo pagine francamente discutibili di un comportamento non più riconoscibile con uno stile di società di cui si sono evidentemente perse le tracce. Può darsi che si inauguri uno stile nuovo e quindi nuovamente auguri!!!

Padovan ha straragione quando dice che, visto che si fa tabula rasa, non si capisce perché non venga cacciato pure Pioli, il cui anno ha avuto partite perse per sue palesi scelte sbagliate come la farsa tecnica della difesa a 3 o turnover cervellotici e ingiustificati. Che Pioli e Maldini fossero in contrasto era evidente già da tempo. Pioli ha fatto un anno in tono minore con molti sbagli. Mai, e cito un solo esempio, in nessuna occasione, si è ricorso a qualche giovane della Primavera, quando la nostra storia è piena di ricorsi e di lanci di giovani promesse, visto che delle scelte di Maldini non ne andava bene neppure una. Il paio di lampi di CDK contro il Verona forse gli hanno aperto qualche dubbio sulla sua gestione del ragazzo? E Adli? Magari qualche piccola chance si poteva pensare di darla oppure no? 
I numeri parlano di un suo anno in tono minore, decisamente, e la cacciata di Maldini, il nostro più longevo e unico giocatore di una sola maglia, unitamente alla iperbolica celebrazione di un campione, senz'altro non si discute, ma che di maglie ne ha vestite pure della concorrenza è francamente una concomitanza molto discutibile nei tempi e nei modi.

Sono proprio curioso di seguire questa gestione collegiale, questo New Deal made in USA... Voglio vedere chi giudica se un giocatore è da Milan o no e chi decide quanti soldi spendere e che ingaggio dare. Magari Pioli dirà che questo giocatore è giusto, ma ci sarà poi Furlani che dirà che è troppo caro, poi ci sarà Moncada che ne propone uno e ancora ci sarà un bel giro di tavolo mentre gìà altri con delega totale entro certi limiti potranno agire con maggiore velocità.
E poi la figura di Gerry Cardinale a modulare in itinere deleghe, oppure a toglierle? Incredibile anche la signorilità e pure, l'ingenuità di Maldini che ribadiva, relativamente alla sua campagna acquisti, scelte pure perfettamente in linea con la gestione Elliott e poi Red Bird, quando, penso, che ormai forse si era già deciso di farlo fuori insieme a Massara. Piuttosto sorprendente per me che un personaggio di tale caratura che viene da Goldman Sachs mandi avanti un sistema organizzativo piuttosto inusuale nello stile di management USA, sempre ovviamente a mio modesto avviso. Evidentemente altre sono le ragioni per cacciare in questo modo una bandiera del Milan. Questioni a mio avviso forse anche molto di pelle. Capita. Ma lo stile Milan si è perso nelle poche righe di una esclusione quasi fosse la chiusura di un contratto con una società di pulizie. Era tutto deciso, penso, ben prima dell'arrivo di Cardinale. Forse l'unico che non se n'è accorto è stato proprio Maldini. Incredibile la totale mancanza di una fase interlocutoria, come l'anno passato Già da tempo le dichiarazioni di Pioli suonavano come un chiaro debordo dalle sue competenze ufficiali. Ingenuo pure io che pensavo che Maldini rimanesse un goodwill, un asset di immagine prezioso per la Società. Pioli ha pure ammesso molti suoi errori.
E allora è lecito chiedersi come fanno tanti, perché lui sì, rimane, pur essendo corresponsabile di una prestazione, se questo è il motivo, ritenuta non idonea, e di tanto, dico io, e Maldini e Massara no? Questo esito sarà anche una questione di pelle, ma è evidente un disegno organizzativo che nasce da lontano, non certo nell'ultimo confronto con Maldini. Paolo forse prima ha ottenuto e poi cercato di mantenere un ruolo che non era previsto neppure lo scorso anno e concesso all'ultimo minuto per rendere soft una situazione di ingresso di Cardinale, in una fase totalmente transitoria, e quindi trova una logica chiusura ora.

E Pioli? Sicuramente per lui, almeno nelle intenzioni, è un bel passo avanti. Visto però che a grandi onori si accompagnano grandi oneri, vediamolo all'opera il nostro allenatore manager e quindi come il “Collegio” gestirà la campagna acquisti e sopratutto le prime uscite in campo. Molto interessante tutto a parte lo stile da taglio teste in stile molto USA. Vediamo.
Per tanti, infatti e già si leggono i commenti sui Social, ormai grande cassa di risonanza mediatica, il Milan resta e i suoi attori passano. Per me siamo in una situazione, come si dice tecnicamente, molto fluida.
La domanda è: quale Milan?