Hanno tutti paura del Diavolo. 
Ce l'ha il Napoli, che ricorda ancora la vittoria rossonera al San Paolo di non molti giorni fa. E ce l'ha il Milan, che teme sé stesso. 
Certo, i 4 gol a 0 dei rossoneri in casa del Napoli sono stati favoriti dalla mancanza di Osimhen, il migliore dei partenopei. Allo stesso modo, lo 0-0 di Milan-Empoli è stato favorito dalla sindrome da infallibilità e incapacità di autocritica di Pioli. Se il tecnico del Milan schierasse Lazzaro, sarebbe convinto di vedere Lazzaro uscire dal sepolcro e andare a segnare. Nel momento in cui ha fatto partire dal primo minuto Rebic e Origi, in totale crisi di identità, ha posto le basi per perdere 2 punti preziosi in vista della qualificazione alla prossima Champions League. A fine partita, del resto, Pioli ha fatto capire che contro l'Empoli è stato tutto un problema di episodi, senza capire che, più errori commette un tecnico, più aumentano le probabilità di pagare gli inevitabili episodi con i quali la fallibilità umana farcisce ogni match.

Ora il Napoli, che teme il Diavolo, spera che il Diavolo stesso non sia così brutto come lo ha visto a Napoli in campionato. I tifosi rossoneri, a loro volta, sperano che il Diavolo sia... meno brutto di quello visto con Rebic e Origi insieme. La bruttezza va intesa, ovviamente, in maniera diversa, ma sempre di bruttezza del Diavolo parliamo e sempre di fifa.

Marocchi ha dichiarato di aver preferito la prestazione del Milan contro l'Empoli a quella del Napoli a Lecce (dove i partenopei hanno vinto in maniera peraltro rocambolesca).
Ma proprio questo deve far preoccupare il Milan. Sì, perché se non hai vinto e ti dicono che, in fondo, hai convinto, devi preoccuparti, in quanto i conti non tornano. 
Se, invece, non hai vinto, ma la tua prestazione non ha convinto, non hai di che lamentarti, visto che non hai convinto e non potevi attenderti nulla.

A Napoli temono un Milan ben schierato da Pioli-Jeckyll e fanno pretattica. Osimhen viene mostrato poi nascosto poi mostrato poi nascosto poi mostrato e poi nascosto. In questa maniera, se dovesse giocare potrebbe essere una sorpresa e, se non dovesse farlo, avrebbe tenuto sulla corda Pioli-Jeckyll disturbandone il lavoro fino a scatenare in lui Pioli-Hyde. Stesso discorso vale per Raspadori.
La mia sensazione è che Osimhen, alla fine, sarà della partita.
Magari entrerà a match in corso, ma ci sarà.

Il Milan teme le idee meravigliose che popolano la mente di Pioli e, come ho scritto su, anche molti degli aedi e cantori che lo sviolinano, temono le piolate, sì che le temono! Solo che gli aedi e i cantori, le truppe cammellate del tecnico, devono tacere e incrociare le dita sperando che vada tutto bene.
Spalletti è più prevedibile di Pioli e questo non è uno svantaggio per il Napoli. Una squadra troppo imprevedibile rischia di confondere proprio i suoi giocatori prima ancora degli avversari. E in tal senso, il Diavolo deve proprio avere... una fifa del Diavolo, cioè deve sperare di non farsi accecare e disorientare dai propri sbuffi di fumo con cui si materializzarà dalle soglie degli Inferi.

Osimhen, se dovesse giocare, è più forte del pur valido Giroud, ma il miglior Leao vale il miglior Kvaratskhelia. E comunque, credo che, come sempre, il match si deciderà a centrocampo che è sempre il settore nevralgico del campo.Tonali, Bennacer e Krunic sono in grande spolvero, ma anche il Pobega visto contro l'Empoli ha fatto bene. In tal senso, il reparto centrale del Milan non dovrebbe andare in tilt, a meno che Pioli non tiri fuori dal cilindro una piolata. Il rischio è lì.
Lo abbiamo detto che Spalletti è più prevedibile di Pioli e, se in qualche caso questo è stato un problema, come contro Inter e Lazio, mediamente ha reso i suoi meno esposti agli scossoni cui invece sono sempre esposti gli uomini di Pioli, di solito propenso a inventarsi qualcosa, spesso troppo. I punti di vantaggio in campionato nascono proprio dal fatto che gli uomini di Spalletti giocano più a memoria di quelli di Pioli, i quali spesso, devono reinventarsi anche all'interno di un modulo consolidato.

E' il solito problema dell'arma a doppio taglio, in questo caso l'impevedibilità, quella che, se usata male, finisce per ferire proprio chi la usa.
Le squadre di Pioli hanno impennate improvvise, seguite da tonfi clamorosi, tendenza acuitasi in questa stagione e che sta facendo piangere il piatto del campionato rossonero più di quello della coppa. In fondo, visto che il Milan era assente da anni dai quarti di Champions, i quarti di finale sono già un buon traguardo. Ma se un'impennata potrebbe portarti alla finale di Istanbul con un filotto di 4 match, uno sbandamento potrebbe farti eliminare subito del Napoli.
E' un quarto di coppa che, come mostrato sopra, presenta troppe ambiguità interpretative perché sia facile una diagnosi rigorosa.
Forse è meglio semplificare tutto e ragionare terra terra, considerando chiaramente favorito il Napoli per i punti di vantaggio in campionato, pronostico che va lievemente riequilibrato, tuttavia, tenendo conto degli ultimi 4 confronti diretti.
E occorre considerare anche un autorevole minority report a favore del Milan per lo 0-4 di pochi giorni fa.

Intanto, giungono voci di un Leao che non dovrebbe più pagare un centesimo allo Sporting, suo club di origine, perché se ne occuperebbe il Lille. Ciò, secondo le voci, favorirebbe il rinnovo con il Milan. 
Il Milan, tuttavia, è stato a lungo lì lì per firmare con Chala e Kessie. Il secondo doveva addirittura sottoscrivere il rinnovo al ritorno dalle Olimpiadi e ora gioca a Barcellona.
Quindi, bellezze, parafrasiamo il grande Boskov e diciamo che... rinnovo è quando contratto è depositato in Lega.

Il sottoscritto non si è mai fatto incantare dalle favole delle parti che sono in ottimi rapporti, che si sentono con regolarità o sulla comune volontà di rinnovare.
Quando vuoi rinnovare, firmi e il contratto viene depositato presso gli uffici compententi, ma fino a quel momento non c'è niente di niente.

E' il mercato, bellezze, e non potete farci niente!