Ed ora si deve stare calmi. I carnefici si sono espressi, ed ora la palla è tutta nel loro campo.
Dovranno innanzitutto spiegare la dinamica di una sentenza così dura (non draconiana, perché Dracone aveva un alto senso della giustizia) e soprattutto, dovranno trovare le parole e scriverle nel comunicato che giustifica la decisione finale. Non sarà facile trovare argomenti del tutto persuasivi, soprattutto di chiara esplicazione legislativa. Una sentenza così pesante deve contenere le basi di una vera discussione giuridica, nella quale si dovrà soprattutto mettere in evidenza qualcosa che è mancato. La presunzione di innocenza! La Corte pare abbia deciso in base a documenti che provenivano dalle conclusioni di Pm e del Procuratore Chinè, senza nessun contraddittorio tra le parti. Tutto ciò che è stato trasmesso, compreso intercettazioni e verbali di interrogatori, non è stato vagliato dalla difesa con i tempi sufficienti.
Inoltre, un processo deve avvenire con le parti convocate e i testimoni o imputati devono essere sentiti. Solo così si ha un quadro che deve, in primo luogo accertare la verità dei fatti, e poi verificare se realmente quei fatti sono frutto di azioni illegali. La questione principale è: i giudici hanno preso una decisione in piena coscienza, oppure hanno agito secondo la cultura dei processi sportivi? La cultura è fare presto, condannare e poi semmai spieghiamo. Se poi erano innocenti? Ma c'è sempre la prescrizione, che opera oltre che per i veri colpevoli, anche per le coscienze dei giudicanti. Si ha come l'impressione di un ritorno al medioevo, nel periodo precedente alla "Magna Charta"!

Ma ora, dopo la rabbia iniziale, si gioca la partita più difficile. La dirigenza della Juventus sta affilando i coltelli e metterà in campo ogni azione legale e di esperienza mediatica per combattere la decisone avversa della Corte. Ci saranno consulenze, ed indagini. Sì, perché le indagini si dovranno fare a 360 gradi e scoprire dove sono le lacune mostrate dai giudici ordinari e sportivi, che hanno esibito comportamenti piuttosto contradditori. 
Il primo è la presunzione di un comportamento sleale. Dov'è che si è consumato il reato? E con chi è stato sleale il club Juventus? Altri soggetti si sono prestati volontariamente allo scambio, nessuno si è lamentato. E comunque, se fossero in malafede, dovrebbero fare parte del concorso alla violazione delle regole. Sleale contro lo Stato? Alla maniera dell'Iran? Perché in Iran si fa così: si arresta, si formula un reato che riguarda la collettività o l'Islam, e si punisce. Ed anche lì fanno molto in fretta. E sappiamo che la fretta è cattiva consigliera, a meno che non serva al potere per colpire i dissidenti! E non facciamoci illusioni, le sentenze qui non faranno mai giurisprudenza. Perché sappiamo già che l'unicità della questione porta ad un solo colpevole. L'esclusione di altri soggetti, concomitanti nella questione, ci fa capire che più che una sentenza è solo un'esecuzione! 
Ma la speranza che ci sia un collegio giudicante più attento alle garanzie costituzionali ed agli interessi collettivi, che fanno capo alla corretta applicazione del diritto, non deve mancare! Speriamo nel Collegio di Garanzia del Coni. Qui si dovrà vedere se i diritti delle persone saranno preservati da comportamenti "giacobini" oppure se anche qui si rinnoverà la questione dell'incertezza del diritto. 

Intanto bisogna che si faccia chiarezza! Qui si parla di plusvalenza come se si parlasse del diavolo. La parola in esame ha preso una connotazione negativa, come pure un'altra parola spesso mal interpretata: speculazione! La speculazione può avere due connotazioni, una positiva, l'altra negativa. Una di carattere economico l'altra di carattere umano. Se io speculo in borsa, ovvero compro e vendo titoli, non faccio altro che compiere un'azione finanziaria regolare e senza alcuna remora morale. Se in economia la speculazione opera nei mercati con il normale ritorno di informazioni o debolezze su titoli di stato o società private, è il normale svolgimento di un'attività finanziaria dei mercati, essendone la linfa. E così la plusvalenza. Se io compro e poi vendo un titolo in borsa e ho un guadagno, ottengo una plusvalenza. E se ho fatto l'operazione, vuol dire che c'è una controparte che ha comprato, permettendomi di avere un beneficio. Se vendo un appartamento a 100, comprato a 50, ottengo un'altra plusvalenza. E su entrambe, le transazioni che ho analizzato, pago le tasse.   
Sono forse un soggetto che delinque? E si deve notare che anche qui i soggetti sono due! 
Ma ritorniamo sulla connotazione negativa di speculazione. L'esempio tipico è, per esempio, se io speculo sul momento di bisogno di un individuo depredandolo con operazioni finanziarie a mio vantaggio, mentre il poveretto che subisce è in una situazione di bisogno, agisco in modo immorale. Speculazione negativa è agire con arte per produrre danni a concorrenti e soggetti che hanno una regolare attività economica. Magari sfruttando un'attività mediatica (giornali, voci, tv). Nel caso di aziende, imprese e privati che agiscono nel commercio o un'attività di impresa, la plusvalenza è un fatto positivo. Per essere negativa, deve avere la connotazione di avere proceduto con artefici ingannevoli, comunque illeciti, ovvero previsti dal codice penale o civile. 
Qui la dimostrazione che il reato sia stato perpetrato non è ancora avvenuta. Ci si basa solo su di un 'indagine, frutto di appostamenti, intercettazioni telefoniche e presunzioni investigative. Quindi non c'è ancora traccia di una dimostrazione di infedeltà alla legge o di slealtà, che non si sa da quale atto illecito sia stata procurata. Se poi c'è stato dolo, bisogna essere in due, lo scambio in questo caso è stato tra due società. Possibile che se una contabilizzava esageratamente, l'altra conteggiava pienamente congrua? Mi sembra impossibile. 

Vedremo cosa scriveranno i giudici, e mi aspetto che pubblicheranno le motivazioni il più tardi possibile, sia perchè non hanno le idee molto chiare, e sia perché più va avanti la stagione e più si moltiplicano i danni sportivi per la Juventus. 
Ma una tiratina di orecchie la voglio fare ai PM Santoriello e Bendoni. 
E' possibile che si siano mossi ad una notizia di reato, che è l'impulso naturale del giudice, ma qui vorrei sapere alcune cose.
Chi ha dato la notizia di reato? Perché tra tante aziende che falsificano bilanci ed evadono le tasse, ci si sia buttati a capofitto sulla Juventus? E poi, con tutte le infiltrazioni di criminalità organizzata, nella città di Torino e dintorni, lo spaccio della droga, le donne ammazzate per mano di uomini incoscienti, si è impiegato una quantità enorme di militari della guardia di finanza e di polizia giudiziaria, avviato più di 14000 intercettazioni telefoniche ed ambientali, solo per una eventuale irregolarità a bilancio che nel complesso vale per circa il 3% del fatturato? E non c'è traccia di evasione fiscale, semmai sono state pagate più tasse. Sappiamo che un'attività investigativa attiene ad interessi superiori della collettività e dello Stato, ma si deve tenere conto del ritorno economico e semmai della pericolosità sociale. Ma qui, scusate, i costi a carico dei cittadini sono esorbitanti, e la pericolosità sociale non mi sembra che possa riguardare un rampollo di casa Agnelli e stimati professionisti gettati alla gogna mediatica senza alcun riguardo. Ed a proposito della gogna, come mai le informazioni sulle indagini uscivano velocemente, consegnando a giornalisti ed agenzie di stampa tutto ed il contrario di tutto. Perché sappiamo che una cosa è la verità, l'altra la versione giornalistica. E tutto questo non è che per caso sia stato usato ad arte per indurre un altro tribunale a muoversi? Magari un tribunale che può vincere giocando in casa e senza regole di diritto precise?

E forse una lezione vi servirebbe, naturalmente morale e di esercizio deontologico: il comportamento del Giudice di Perugia! Quando tutto si consumava in indiscrezioni, fughe di notizie ed accuse che già fomentavano i media, il giudice di Perugia, Raffaele Cantone, ha disposto il segreto su tutte le notizie riguardanti le indagini in corso. Si trattava del caso Suarez. E' stato un atto di civiltà e di buona norma. Le indagini devono consentire agli eventuali imputati di potere rispondere nelle sedi opportune, e non sui giornali, e comunque le garanzie costituzionali vanno assicurate, e così il diritto ad una difesa regolare. In seguito, per altre indagini, fu individuata la talpa che faceva uscire le informazioni dall'ufficio dei PM. Ora vorrei sapere, ma chi è che ha soffiato? Chi è il merlo che ha cantato? E comunque, chi rimborserà eventuali danni alla società Juventus se tutto si risolverà in una sentenza di assoluzione? 

Spero che i legali della Juventus battano anche questa pista, rendendo nulla la volontà di due PM (che qualcuno associa a fedi calcistiche non certo bianconere) e portando finalmente il Guardasigilli a disporre finalmente un'ispezione a Torino. I cittadini devono potere avere fiducia nelle istituzioni, a cominciare dalla Giustizia, che è sempre nel mirino dei politici, spesso di centrodestra, che vogliono imbavagliarla. Ed io sto con i giudici e la loro libertà  di azione, ma la libertà finisce quando si calpestano le libertà degli altri, e quando i dubbi sulla natura di un'indagine diventano corposi, le coscienze si ribellano e le polemiche danneggiano la stessa categoria giudicante. 
E  ricordiamo che le intercettazioni telefoniche non sono una prova, ma uno strumento che può cercare prove, quindi non è una prova di reato la loro stessa esistenza, e deve contenere tutte le garanzie di avere trascritto fedelmente le frasi dette, senza nascondere nulla, come invece avvenne con Calciopoli!