Al Bentegodi di Verona il Diavolo ha azzardato le 3 punte con la contemporanea presenza di Adli e Krunic. Di fatto,  è sceso in campo con un 4-2-1-3, nel quale quel 4 del pacchetto arretrato diventava spesso e volentieri un 3 per lo scalare a centrocampo di Theo in diagonale. Come contro il Chelsea, il francese partiva da sinistra, ma lo si vedeva anche sul centro-destra o a destra. In questo assetto, c'erano due centrocampisti che proteggevano la difesa, Tonali e Krunic, pronti a salire a turnoFormavano un triangolo con Adli a fungere da vertice alto dietro le 3 punte. Sì, perché in avanti, Diaz e Leao giocavano quasi sulla stessa linea di Giroud. Lo si vedeva fra il 2° e il 3° minuto, nel momento in cui il verona provava a sorprendere i rossoneri e si intravedeva Diaz lontanissimo dalla zona di copertura. Lo si è visto anche poco dopo in occasione del vantaggio rossonero e della successiva occasione sciupata da Giroud. Qualche ripiegamento dello spagnolo tascabile, in ogni caso, lo si vedeva nei momenti in cui Adli avanzava. Quanto detto, però, era bellissimo solo sulla carta e, purtroppo, non si gioca a calcio sulla carta, ma sull'erba, vera o sintetica che sia.

Krunic e Adli sono giocatori simili e comunque sono elementi di manovra e non frangiglutti. Krunic ha sputato l'anima, ma non è mai riuscito a salire, per cui tale movimento è riuscito solo a Tonali, comunque e senza ombra di dubbio, più bravo e più completo. Aiutato solo a sprazzi, Adli si è trovato quasi sempre in un Deserto dei Tartari, in cui spesso c'erano solo i Tartari. Sì, perché Diaz e Leao erano tendenzialmente avanzati a ridosso o sulla medesima linea del centrattacco. Aggiungiamo che Hernandez, tagliando in diagonale, finiva spesso nello stesso metro quadro di Adli. I due finivano per pestarsi i piedi a vicenda. Che fosse colpa dell'uno o dell'altro o di entrambi, tant'era.

Se non altro, almeno all'inizio, questo assetto rossonero ha sorpreso Bocchetti. Quando passi la palla indietro e servi un avversario, come ha fatto ieri il Verona, vuol dire che sei un po' in confusione, magari perché non credi che ci siano 3 rossoneri oltre la linea della palla. Ricevuta la sfera, Giroud ha smistato a Leao, che gli giocava vicino a sinistra (come scritto su, Diaz era a destra, su per giù allineato sul meridiano avanzato). Il solito affondo inarrestabile del portoghese e autorete di Veloso. Questi era troppo preoccupato di Giroud alle proprie spalle e si è fatto sorprendere a fronteggiare la propria porta come se fosse un attaccante. E proprio come un attaccante, ha deviato nella propria rete. La conferma che il Milan giocava a 3 punte veniva dall'azione immediatamente successiva. Giroud la smistava a Diaz, che questa volta gli giocava a stretto dipresso. La difesa si apriva verso sinistra temendo Leao, ma Giroud penetrava al centro e riceveva un tocco delizioso proprio di Diaz, sempre a suo agio se giostra avanzato. Il centravanti sbagliava un gol facile, ma teniamo conto che è stato spremuto 3 volte a settimana.

Tutto bene e tutto facile per un modulo diabolico e azzeccato? Purtroppo no... purtroppo no... terminato l'effetto sorpresa, il modulo ha mostrato tutti i suoi limiti. Bocchetti blindava le marcature sui 3 davanti e smussava le punte dei rossoneri. Questi, oltretutto, erano in inferiorità al centro, oltre che un po' disorganizzati. Il Verona alzava i ritmi, finché, non molto dopo, era il Milan a restituire l'autorete. Gabbia, che a partire da Chelsea-Milan ha tenuto in piedi la baracca difensiva, commetteva la peggiore delle nefandezze ovvero quello di non decidersi bene su cosa fare. Accennava a intervenire su una telefonata diagonale di Günter, ma tirava indietro il piede, forse per la chiamata di Tata. Ormai, tuttavia, era sulla linea della palla e siglava un'autorete da manuale quanto quella di Veloso.

Il Milan ha stretto i denti finché Pioli non ha preso atto che Giroud non ce la faceva più e rifaceva il trio d'attacco, facendo entrare Origi e Rebic a inizio ripresa al posto dello stesso Giroud e di Diaz. Questi, come terza punta. era sembrato a suo agio. Se il gioco del Milan comprendesse un furetto rapido accando al centravanti, lo spagnolo di Malaga sarebbe un valore aggiunto. Origi e Rebic, in ogni caso, si scambiavano la posizione destra-centro-centro-destra. Il Milan appariva più vivo davanti, ma Adli e Krunic davano l'impressione di essere due veliti delle legioni romane che fronteggiavano una falange oplitica. Diciamolo, dei fantaccini a fare muro contro la fanteria pesante. Al quarto d'ora del secondo tempo, i due venivano liberati dal fardello quando erano lì lì per rendere l'anima. Tonali, Pobega e Bennacer, davano più sostanza e coerenza al centrocampo, per cui i rossoneri prendevano a macinare più gioco. 

Il vantaggio del Milan, come spesso capita, faceva seguito a un accenno di capitolazione, perché il neo-entrato Piccoli aveva fatto tremare la traversa di testa e, sulla ribattuta del legno, Depaoli aveva dato l'illusione del gol dal limite. Va segnalato, d'altronde, che il vantaggio del Diavolo era stato preceduto anche da una randellata centrale di Hernandez da sinistra, sua fascia preferita, e dalla successiva testata  a colpo sicuro di Rebic. Montipò aveva respinto con un bel riflesso. In ogni caso, come in occasione della palla gol sciupata da Giroud, il secondo vantaggio coincideva con lo spalancarsi della difesa veneta, la quale si apriva come il Mar Rosso di fronte a Mosè. Era decisivo il movimento di Rebic, che si allargava a destra aprendo gli avversari come una scatoletta. Il Verona veniva sorpreso dall'incursione del multipolmonare Tonali, che irrompeva e infilava fra le gambe dell'incolpevole Montipò in uscita dopo il tocco morbido, ma precisissimo, di Rebic, ancora dell'apriscato Rebic.

Pioli inseriva Thiaw al posto di Leao, apparso stanco nel secondo tempo. Il giovane tedesco si schierava terzo centrale e il Milan diventava Fort Apache. E poiché nei film western Fort Apache non cade mai, il Diavolo teneva i 3 punti per i capelli, grazie a due recuperi, il primo miracoloso, proprio di Thiaw (ma stia attento in futuro a tenere le braccia meno larghe in queste situazioni, mi raccomando).

Il Milan ha sofferto il triplo per poi godere il triplo giocando con 3 punte e prendendo 3 punti.

Ora, dopo Milan-Chelsea si è discusso a lungo sull'efficacia dei nuovi movimenti che Pioli chiede a Theo, anche se, nella partita di Champions il problema era stato un altro. Forse nessuno ha voluto prenderne atto, perché le contromosse tattiche appaiono superate come il calcio di Oronzo Pugliese. Eppure sono e saranno sempre necessarie finché ci sarà il calcio e il problema di mercoledì è stato proprio la tardiva correzione della formazione in inferiorità numerica. Un quarto d'ora è stato un tempo eccessivo che ha spianato la strada al raddoppio dei londinesi. Hernandez nel ruolo di terzino e centrocampista, che sale e scende in diagonale su e giù per il centrocampo, lasciava sì perplessi, ma la partita di Champions si era messa in una maniera tale, che nessun giudizio serio era lecito. Quanto a ieri, invece, possiamo dire che il ruolo ibrido di Hernandez è pericolosissimo e genera confusione se gli chiedi di fare certe cose con Krunic e Adli schierati insieme. Ieri il centrocampo, per un'ora buona, ha perso spesso fisionomia, sballotatto dalle onde e diventando un casino, solo teoricamente, organizzato. Con Bennacer e Pobega insieme a Tonali, invece, la zona centrale è apparsa più logica e non slegata. Adli e Krunic sono bravi e possono impegnarsi quanto si vuole, ma messi insieme e con 3 punte vanno in difficoltà.

L'attacco a 3 punte rischia di scoprire troppo la squadra, ma è andato bene come soluzione per sorprendere gli avversari e quando è stato supportato da un centrocampo logico, come nel finale di match. Con il tridente, comunque, il rendimento di Diaz ne guadagna.

Al di là del rendimento, i nuovi devono giocare, perché sono bravi e permettono ai compagni di rifiatare, basta non chiedere la luna. Del resto, se non giocano, possiamo sapere che sono bravi, ma non quanto sono bravi.

La partita di ieri ha dato ai rossoneri il bottino pieno per la classifica, ma ha lasciato intatti tutti i dubbi sulla posizione di Hernandez. Può darsi che col tempo il meccanismo ingrani, ma con un centrocampo adatto a reggerlo, mentre due mezze ali di manovra (Adli e Krunic) in contemporanea, con un solo mediano (Tonali) sembrano poco adatte ai movimenti da cavallo negli scacchi di Theo.

Pioli ha sostenuto che Adli è un giocatore atipico. E' vero, ma lo è una buona parte della rosa milanista, compresi Leao ed Hernandez. Lo è anche Pioli come tecnico, nel bene e nel male. Seguitelo attentamente e vedrete che è davvero atipico, cosa che non è un'offesa né una lode, ma solo una constatazione. 

I rossoneri tengono la scia di Napoli e Atalanta, senza essere molto staccati, peraltro. Tengono dietro l'Inter, che sembra aver ingranato, e la stessa Juventus che ha interrotto la caduta libera vincendo il Derby della Mole.