La sigla della Domenica Sportiva dovrebbe essere "Grazie Roma" cantata da Antonello Venditti.
Gli highlights di Roma - Milan non hanno mostrato il rigore solare negato al Milan per una spinta a 2 mani in area su Suso, come non è stato mostrato il secondo giallo non inflitto a Pellegrini. Quando poi l'inviata negli spogliatoi, Francesca Sanipoli, è stata costretta a dire che il Milan si lamentava dei suddetti episodi, si è sentita in dovere di usare il modo condizionale dei verbi, perché... eh sì... sarebbe tutta da verificare la fondatezze delle proteste milaniste.

Ma chi si è superato è stato un giornalista in studio, dall'accento smaccatamente romano (che non nomino per non infierire...) secondo il quale fischiare il rigore su Suso sarebbe stato troppo generoso, mentre c'era il secondo giallo su Pellegrini, bontà del suddetto giornalista. L'orgia di romanità è proseguita con una disamina attenta, esclusiva e trionfalistica, solo della prova romanista. Il Milan non esiste per questi ineffabili signori della TV di Stato, come se fosse un club straniero.

La romanità è uno degli antichi marchi di fabbrica dell'emittente di stato, alla quale si deroga solo quando c'è di mezzo la Juventus, perché nei confronti dei bianconeri subentrano sudditanze psicologiche ancora più forti, che mettono in un angolo anche le esigenze di campanile. Mi permetto di dire che, al posto di certe persone mi vergognerei di tanta partigianeria, offensiva verso chi, pur non tifando Roma e Lazio, è costretto a pagare il canone TV nella bolletta della luce.

Per certi versi capisco più le decisioni dell'arbitro, perché si sa che l'Olimpico è un grande stadio con un grande pubblico, per cui qualche decisione casalinga diventa, se non inevitabile, probabile. Diciamo che, se il signor Maresca ha lasciato a desiderare, i suoi errori rientrano nella norma molto più della mancanza di pudore dell'servizio pubblico radiotelevisivo.

Il pareggio è, nel complesso, un buon risultato per il Milan, perché la Roma in diverse occasioni ha impegnato severamente Donnarumma, prendendo anche un palo. La grande partita di Donnarumma, di certo il migliore del Milan e forse del match, non sminuisce il punto rossonero, perché il portiere, a differenza dell'arbitro, è un giocatore del Milan come il bravissimo Zaniolo è un giocatore della Roma. Il valore di Gigio è parte integrante della forza del Milan e i suoi interventi vanno a merito della sua squadra, come le giocate di chi lo ha impegnato vanno a merito della Roma.

Di Francesco è stato bravo a organizzare una gabbia di pressing intorno a Bakayoko e Paquetà, i perni del possesso palla milanista, anche se i due hanno stretto i denti e, tutto sommato se la sono cavata. Forse per sfuggire al pressing asfissiante dei giallorossi, Paquetà si è spostato in posizione più avanzata, da vera mezz'ala, mostrandosi bravissimo in occasione del gol di Piatek. Se poi un rimprovero gli si può muovere, è di aver ritardato troppo le giocate nel secondo tempo, perdendo forse il momento magico per servire i compagni o tirare. Ma il ragazzo è giovane e migliorerà. Piatek, invece, ha avuto una sola occasione, ma l'ha sfruttata, come fanno i grandi giocatori.

Il Milan è ancora quarto, se ne facciano una ragione in RAI.