L'altro ieri, la Juventus si è vista comminare dagli organi disciplinari della FIGC una penalizzazione di 10 punti per condotta antisportiva in materia di plusvalenze. E' stata una decisione che un club avveduto avrebbe dovuto festeggiare brindando a champagne costoso, non quello fatto col bicarbonato dei film di Fantozzi. Infatti, battendo l'Empoli lunedì sera e il Milan in casa domenica prossima, i bianconeri sarebbero tornati in posizione utile per disputare la Champions. La sanzione, pertanto, lasciava corpose chance ai bianconeri di agganciare ancora un posto nell'Europa che conta.

In realtà, fino all'ultimo, la Juventus aveva sperato nel buffetto sulla guancia e nel  bonario pistolotto: cattivoni birichini, non lo fate più più più! In soldoni, speravano in una sanzione pecuniaria e/o una penalizzazione di pochissimi punti da scontare nella prossima stagione. Se così non fosse stato, la Juventus sarebbe scesa in campo in Toscana con il sangue agli occhi e il coltello tra i denti, vogliosa di approfittare della nuova possibilità offertale dalla FIGC. Il contraccolpo psicologico, invece, ha fatto crollare le zebre a Empoli, mostrando la totale impreparazione psicologica dei torinesi.
Da dove derivavano tali attese ottimistiche? Lo stesso Allegri, con ogni probabilità, ha trascurato la necessità di preparare i suoi alla penalizzazione. Ma... vabbuono, andiamo avanti.
Chiariamo, la c.d. Giustizia Sportiva è un carrozzone chiamato così per attribuirle nobiltà agli occhi della gente, magari per far credere che abbia qualcosa a che fare con le magistrature, ortinarie e speciali, di questo paese. Nei fatti è un insieme di organi disciplinari, come ce ne sono tanti nelle organizzazioni e nelle strutture associative. Tali organi sono più simili a comitati di salute pubblica che a tribunali. Il loro scopo è soltanto quello di assicurare che lo show vada avanti rapido e puntuale.

A parte questo chiarimento, tuttavia, la Juventus ha abusato a tutti gli effetti delle norme in materia di plusvalenze. Esse hanno lo scopo di dare un valore ai contratti dei calciatori ai fini di contabilità e bilancio, mentre la società torinese le ha utilizzate per gonfiare i bilanci. L'abuso del diritto consiste proprio nell'esercitare un diritto per uno scopo diverso da quello per cui è stato attribuito. Questo abuso ha reso antisportiva la condotta della dirigenza bianconera.
L'abuso del diritto
, ovviamente, è una figura delicata che va accertata con la massima cura, proprio perché il comportamento di chi lo commette è in sé corretto, mentre non lo è il fine. Però, la Juventus si è fatta prendere troppo la mano e questo abuso è diventato un sistema la cui esistenza è evidente.
L'affaire della Superlega non ha aiutato i bianconeri, procurando loro un nemico potente in Ceferin.
In sé la Superlega non sarebbe stata una cosa diabolica, perché esistono altri circuiti di questo tipo in altri sport. Quindi la retorica della sportività non avrebbe avuto nulla a che vedere con la sua creazione. Avrebbe significato, tuttavia, la fondazione all'interno della UEFA di un'altra organizzazione che, prima o poi, avrebbe rischiato di divorare la UEFA stessa dell'interno. Cosa avreste voluto che facesse Ceferin? Ufficialmente questa penalizzazione è un fatto interno alla FIGC, ma possiamo dare per certa la benedizione di Ceferin.
Lasciando perdere la Juventus, però, Mourinho fa decisamente finta di cascare dal pero quando dice che, se la penalizzazione dei bianconeri fosse stata chiara fin da subito, i suoi giocatori avrebbero avuto un atteggiamento diverso nelle partite di campionato. José è un gran furbo e cerca di giustificare il fatto che la sua squadra non è messa benissimo nella corsa al quarto posto, mentre lo è la Lazio, rivale cittadina. E per questa ragione, con gran faccia tosta, ha provato a coprire le lacune di rendimento dei suoi.
Il signor Mourinho è un grande tecnico e lo sta dimostrando con la seconda finale europea consecutiva, ma ha una faccia di cuoio stagionato più dura della corazza di un tank. Possiamo indirizzare a lui lo stesso rimprovero fatto alla Juventus ovvero che una penalizzazione di 9-10 punti era nell'ordine delle cose
, per cui i capitolini si sarebbero dovuti tenere pronti a sfruttarla facendo 4-5 punti in più. Quei punti non sono venuti e amen! La storiella della penalizzazione bianconera inattesa non regge.

Ora, tuttavia, è il Diavolo che deve tenere gli occhi bene aperti. La Juventus si è suicidata contro l'Empoli e la Roma ha perso una grossa occasione contro la Salernitana, ma basterebbe che il Milan si sentisse troppo sicuro di sé perché quei regali degli avversari tornassero al mittente con tanti ringraziamenti. La storia del calcio è piena di suicidi, intesi in senso sportivo ovviamente, quindi i rossoneri stiano attenti a non commetterne uno a loro. Sarebbe un'idiozia considerare acquisita una qualificazione che è a portata di mano, ma che va ancora  presa allungando quella mano alla prima occasione utile. 
Si vada, quindi, a Torino con animo diverso rispetto a quello che ha caratterizzato alcuni snodi già falliti dal Milan nel corso della stagione.
Ma il Diavolo dovrà evitare di compiere un secondo suicidio. Se dovesse arrivare il quarto posto, infatti, perfino facendo sul campo più punti rispetto alla Juventus, quel risultato non dovrà essere sopravvalutato. Fino a lunedì sera, il Diavolo aveva 5 punti in meno dei rivali di Torino che oltretutto avevano la carte Empoli da giocare. E' lecito dubitare che il crollo juventino di lunedì sarebbe avvenuto in condizioni ordinarie.
Il quarto posto, in sostanza, non andrà festeggiato come un successo proprio, prendendosi meriti che non ci sono. Andrà considerato raggiunto per le colpe e le disavventure altrui e, quindi, non dovrà servire da alibi per evitare di mettere mano a tutto ciò che va corretto o migliorato. Mettendo mano al bisturi nelle prossime settimane, si potrà evitare di farlo fra un anno. Se, invece, ci si limitasse ai pannicelli caldi, dandosi calorose pacche sulle spalle a vicenda, prima o poi si arriverà alle amputazioni.

Troppi sono stati i crocevia in cui il Diavolo ha preso la direzione sbagliata e non si può nascondere sempre l'immondizia sotto il tappeto della semifinale di Champions, magari dandosi un 8 in pagella da sé. Troppe partite sono state buttate al vento contro le scamorze del campionato, perché ci si possa mostrare gonfi e pettoruti, quasi ridicoli, dopo aver strapazzato un avversario che non vedeva l'ora di tornare a casa: la Sampdoria.