Nuovo e vecchio Milan si stanno fondendo sul campo in qualcosa di importante. Sembra quasi evidente che Pioli abbia letto con molta attenzione la lezione tattica di Guardiola e la stia portando sul campo con molto successo. Copiare modificando non è certamente segno di debolezza ma direi di intelligenza e di flessibilità importando un principio di gioco della squadra più forte del mondo, ma adattandolo e quindi modificandolo rispetto alle caratteristiche dei propri giocatori. In sostanza è un Milan molto diverso rispetto allo scorso anno soprattutto nella fase di costruzione che si avvale quasi sempre di 4 giocatori nella zona più cruciale del campo. Quattro giocatori che con improvvise verticalizzazioni sono pronti a ritrovarsi al tiro oppure in posizione comunque più avanzata. Davanti alla difesa che passa a 3 in fase di costruzione rimane in posizione fissa Krunic, ormai sempre più efficace nella sua principale azione di interdizione e si aggiunge un quarto uomo che è, quasi sempre, un terzino, Calabria, oppure Hernandez. Si ripete quindi, e quindi comincia a non essere più tanto un caso una situazione in cui il centrocampo avversario venga praticamente fagocitato da questa disposizione che finisce per prevalere. In entrambi i casi poi mi è sembrato di notare come non solo la disposizione tattica ma pure la condizione fisica sia apparsa nettamente predominante e questo va ad onore del lavoro dello staff dei preparatori che sta presentando una squadra in condizioni fisiche perfette, pur in un inizio anche climaticamente molto difficile. Nel caso dell'incontro con il Toro ci si mette anche Juric in tattica piuttosto suicida andando a uomo praticamente in tutto il campo e quindi esponendosi, in caso di vittoria nel confronto uno a uno ad azioni pressoché irrimediabili da parte della difesa. Non è solo una situazione di superiorità numerica a centrocampo, ma Reijnders e Luftus sono predominanti sulla coppia Ricci e Ilic. Le cose si complicano ulteriormente per un Toro decisamente dominato perché perde subito Sanabria per infortunio sostituito da un volonteroso e nulla più Pellegri e che ha in Radonic un giocatore totalmente evanescente neppure poi tanto sostenuto da un altrettanto inconsistente Vlasic. Rimane quindi solo una difesa di un roccioso Schuurs, di un attento Rodriguez e di un confusionario e falloso Buongiorno a reggere un Milan senza quindi un filtro consistente. Nonostante ciò e pur con un Leao in gran giornata e praticamente incontenibile, occorre attendere 33 minuti per vedere un Toro molto sconnesso arrendersi ad una percussione vincente di Luftus che trova la difesa torinista alla mercé degli attaccanti rossoneri che vanno in gol praticamente a porta vuota con Pulisic. E qui occorre constatare la solita nota dolente di una difesa non attenta sul quasi immediato pareggio del Toro che sfrutta una palla vagante lasciata per troppo tempo libera che permette a un non controllato Schuurs di agguantare la partita finora dominata dal Milan. E successivamente oltre che alla bravura si accompagna una buona sorte che non guasta mai, in quanto il rigore rimane una gentile concessione arbitrale seppure formalmente sostenuta dal regolamento. Ma non si era detto che i rigorini dovevano essere dimenticati?. Il difensore torinista è completamente coperto e pure riceve palla sulla mano su deviazione di testa dell'avversario. I commentatori lo definiscono “borderline”. Direi, con obiettivita, che è inesistente, proprio per la sua dinamica. Ciò non toglie che il campo comunque sancisca una superiorità rossonera evidente. Il secondo aspetto tattico, già evidenziato nella partita con il Bologna è dato dal movimento di Leao molto più libero di giostrare a piacimento sul fronte dell'attacco, molto di più che in passato che era praticamente solo sulla sua zona di riferimento. Il rigore viene “facilmente” trasformato da Giroud. Dico facilmente perché trovarsi davanti un colosso come Savic non è semplice ma Giroud lo trasforma con la sicurezza del grande campione. Ma la assoluta perla tecnica della giornata tanto da suscitare la giusta gioia dei tifosi, nonché l'ammirazione stupita dei commentatori è il gioco di prestigio di sublime raffinatezza tecnica dello scambio di due del “vecchio” Milan. Da una azione da cui poco poteva scaturire, essendo la difesa del Toro completamente e pure ben schierata, ecco la magia, il tocco impossibile del fuoriclasse Leao che imbecca con un colpo da biliardo l'altro fuoriclasse Theo, ritrovato dopo un inizio di stagione opaco, che conclude con un'altra magia accarezzando in scavetto il pallone per un gol da cineteca calcistica. Un uno due che viene immortalato dallo sguardo esterrefatto di Savic che sembra chiedersi” ma come hanno fatto?”. Se il Toro aveva nettamente accusato il colpo sul rigore dopo questa magia cessa di esistere. Juric pensa a reagire di fronte alla netta inferiorità della propria squadra. Toglie Ilic per Linetty e poi Lazzaro per un Bellanova piuttosto deludente. Esce pure l'evanescente Radonic per un almeno più vivace Karamoh. Il Milan passa in modalità gestione e Pioli pensa già ai cambi inserendo i molti milioni spesi di chi sta in panchina. Il Torino si rianima un poco ma è il Milan ad essere diverso se non con improvvise folate. In una di queste l'incontenibile Leao viene steso da Schuurs, Nessuno se ne accorge se non il VAR e così Giroud “mata” definitivamente un Toro molto dimesso e piuttosto scombinato messo in campo da un allenatore che forse potrebbe fare di più rispetto alla fama di cui gode. E qui i tifosi milanisti possono vedere con una maggiore consistenza e durata temporale i cambi prodotti dalla campagna acquisti. Loftus, ancora piuttosto statico ma comunque capace di accelerazioni devastanti, lascia il posto a Musah. Leao anche piuttosto acciaccato dal pestone dell'olandese lascia il posto a Okafor che assume una posizione centrale come si vorrebbe dalle intenzioni di acquisto. Entra anche Chukwueze per Giroud che si prende una giusta ovazione insieme a Leao. Pioli dà spazio anche a Kjaer per Thiaw. E lascia una giusta standing ovation a un formidabile Theo sostituito da Florenzi. La partita non ha molto da dire in aggiunta all'assoluto dominio del Milan. Rimane una certa perplessità sulla inconsistenza dei subentrati, tranne Musah, ma soprattutto di Okafor e Chukwueze e potrebbe anche essere lecito chiedersi se non si sia esagerato in abbondanza su esterni, con esborsi importanti, quanto invece su un rinforzo in difesa, ancora una volta un poco traballante sopratutto nei suoi centrali. Pulisic appare un giocatore francamente fondamentale e insostituibile in questo momento. E nonostante la abbondanza di centrocampisti, ma il calcio è fatto così ed è sempre facile discutere ex post sulle sue soluzioni oppure sulle sue rivelazioni, occorre dire che nel nuovo gioco di Pioli appare determinante l'apporto di Calabria come centrocampista aggiunto, quindi una soluzione totalmente inaspettata e come sia centrale il ruolo di interditore di Krunic come elemento di equilibrio. Reijnders appare sempre più come indispensabile motorino presente in ogni zona del campo, più che in fase conclusiva e Luftus deve velocizzare ancora di più i suoi movimenti non limitandoli a percussioni improvvise.
Impressionante è la crescita di Leao. In un ruolo meno “dedicato” ha margini di miglioramento che oggi appaiono ancora impensabili. Infine non è il caso di lasciarsi andare ad entusiasmi eccessivi. La squadra sta prendendo un volto di grande consistenza indubbiamente, ma Bologna e Toro sono state entrambe poca cosa. Ovviamente c'è sempre la classica domanda in questi casi. Sono state poca cosa per la forza del Milan oppure perché sono state obiettivamente scarse? E proprio perché in medio stat virtus occorre essere contenti di questo Milan ma sempre senza troppo esaltarsi.