Se ci limitassimo a guardare il risultato, dovremmo concludere che il Diavolo ha maramaldeggiato a Bologna, segnando 4 gol in trasferta e subendo solo 2 reti. In realtà, i rossoneri hanno disputato un pessimo secondo tempo, facendosi prima rimontare due gol da un avversario in 10 uomini, per poi rischiare anche la sconfitta contro un Bologna ormai in 9. Una ripresa da film dell'orrore, peggiore del primo tempo contro il Verona, che va analizzata con attenzione, in quanto a furia di regalare tempi agli avversari, prima o poi si potrebbe pagare dazio.

E' andata bene, perché il Milan ha giocato malissimo, per poi vincere con un risultato bellissimo. Non è questo, tuttavia, il momento di intonare entusiastici epinici della serie "Quando si vincono partite così, può essere l'annata giusta!". L'annata giusta è quando le partite così sono episodiche, ma se dovessero ripetersi, sarebbe l'annata sbagliata. Che il Milan si dia una regolata.

Chiariamo subito che le assenze non hanno nulla a che vedere con il vergognoso secondo tempo. Si potrebbero anche chiamare in causa se il Milan, con la formazione rimaneggiata, avesse subito gli avversari fin da subito e fosse stato messo all'angolo. In realtà i rossoneri sono andati in vantaggio contro un Bologna in gamba e in palla, poi hanno messo un uomo solo soletto davanti a Skorupskij, provocando un'spulsione e, per condire il tutto a dovere, hanno raddoppiato di prepotenza con Calabria. Gli uomini che hanno dato vita al secondo tempo degno della retrocessione erano quasi tutti gli stessi in campo nella prima fase e che erano andati al riposo col doppio vantaggio.
Mihajlovic aveva schierato la squadra con la difesa a 5 protetta da 3 uomini, i quali giocavano bassi a loro volta. Mossa tattica intelligente, perché serviva a far venire il Milan avanti, fargli trovare gli spazi intasati e costringere molti rossoneri a ricevere il passaggio con le spalle alla porta. Qui erano attesi, dai felsinei e soprattutto da uno Svanberg impressionante, che attivavano le ripartenze pungenti di Soriano, Barrow e Arnautovic.
La squadra di Mihajlovic veniva da alcuni risultati buoni e non a caso, come si constatava.
Pioli, dal canto suo, non aveva avuto molto da scegliere, vista la caterva di infortuni, per cui aveva optato per il 4-2-3-1 senza potersi permettere molte considerazioni sullo schieramento e sulla tattica degli avversari. Peraltro, il suo 4-2-3-1 era atipico, visti i movimenti di Ibrahimovic, in campo dal primissimo minuto. Da sempre lo svedese ama indugiare in posizione arretrata o defilata per fare l'elastico a favore dei compagni, ma ieri ha giocato per 90' come centravanti arretrato alla Hidegkuti (sarà anche cambiato tanto il calcio dal 1954 a oggi, ma di fatto il ruolo è quello e il termine falso nueve serve solo ad avvolgere il prodotto in una nuova confezione).
Pur soffrendo un po', il Milan segnava con un bel gol di Leao, giocatore più avanzato sulla fascia grazie all'elastico di Ibrahimovic. La deviazione di Medel metteva il portiere in difficoltà, ma il portoghese era stato bravissimo a coordinarsi col sinistro, rischiando col suo piede meno preferito.
Poco dopo, il peggiore in campo, Krunic, incastonava una perla nella partita, sfruttando ancora l'elastico di Ibra con un incursione che lo proiettava ultimo uomo al limite dell'area. Il lancio in profondità prendeva terra a un metro da lui a velocità ordinaria e Skorupsky era ancora ad almeno 3 metri, per cui sussisteva il requisito della ragionevole certezza che il bosniaco raggiungesse il pallone. Era un'occasione da gol chiara che nobilitava la prestazione, sempre comunque generosa, di Krunic. Souamaoro perdeva sia il passo che la testa, mettendo giù il rossonero. L'espulsione ci stava tutta a termini di regolamento, anche se non in maniera clamorosa, come sarebbe accaduto se il rossonero avesse avuto già il controllo della palla. Qualsiasi squadra si sarebbe imbelvita se fosse stato estratto solo il giallo. D'altro canto, in queste situazioni, è chi subisce l'espulsione che non ci sta e, infatti, Mihajlovic la prendeva malissimo, salvo poi smorzare i toni nell'intervista del dopo partita, dopo aver rivisto l'azione rallentata.
Era Calabria che sembrava chiudere la partita, ribadendo in rete una respinta goffa di Skorupskij, andato a farfalle. Ma Calabria  aveva davvero chiuso la partita? Il seguito del match avrebbe detto il contrario.

Nella ripresa, molto lucido e molto sul pezzo, Pioli presentava subito Bakayoko al posto di Tonali, ammonito nella prima fase. Il problema è che i suoi erano convinti di aver chiuso i conti e pensavano ad altre faccende. Nel giro di 5 minuti, il Milan subiva 2 gol meritati. Il primo era un'autorete di Ibra, con mezza squadra sul primo palo che non sapeva cosa fare su un calcio di Barrow, un po' insidioso sì, ma niente di più. Bakayoko, appena entrato e forse freddo, accennava a saltare, ma non lo faceva, mettendo Ibra in difficoltà. In realtà tutto il Milan era schierato come il proverbiale esercito di Francischiello ed era concentrato sulla partita come quello del generale Santana a San Jacinto, travolto in 19 minuti perché in mutande durante la siesta. Il patatrac veniva completato quando Barrow si infilava nelle pieghe del suddetto esercito rossonero in mutande durante la siesta e beffava l'incolpevole Tatarusanu.
Il Milan si buttava in avanti come i 600 della cavalleria britannica a Balaklava: a testa bassa. I rossoneri, sembravano non cavare un ragno dal buco, eppure era Soriano a perdere la Trebisonda e a flettere pericolosamente la caviglia dell'ottimo Ballo-Touré con un intervento a gamba tesa e col piede a martello. Il VAR chiamava l'espulsione. Pioli, da manuale, toglieva il centrocampista Krunic e inseriva un altro attaccante, Giroud, per sfuttare la doppia superiorità numerica.
Nonostante tutto, a dimostrazione che, quando si perde il filo di una partita, non è facile riprenderlo, anche in 11 contro 9,  il Diavolo non cavava dal buco altro che un bel colpo di testa del neo entrato Giroud, sui cui Skorupskij compiva un autentico miracolo. Poco dopo, tuttavia, sfiorava il gol proprio il Bologna, che continuava a difendere a 5 con il solo Arnautovic in avanti. Proprio Arnautovic, un po' defilato, obbligava Tatarusanu a metterla in angolo e sul calcio d'angolo successivo, Theathe incornava di testa, ma era ancora Tatarusanu a opporsi con una parata apparentemente facile. Il rumeno, pur non essendo uscito, aveva seguito l'azione ed era ben piazzato fra i pali.
Sia pure giocando sempre più nel panico per il trascorrere inesorabile dei minuti, i rossoneri sbloccavano il risultato con un colpo da biliardo di Bennacer e poi lo mettevano al sicuro con un altro colpo di precisione di Ibrahimovic, che Pioli era stato bravo a lasciare in campo dopo l'autorete. Lo svedese ha camminato per tutti i secondi 45 minuti, ma se fosse uscito prima dell'espulsione di Soriano, i rossoneri non avrebbero potuto sfruttare la doppia superiorità numerica schierando il doppio centravanti.

Le avversarie contavano molto sul Bologna di Mihajlovic e sulla presenza di Valeri in campo, storicamente ostile al Milan, per tirare o tenere giù i rossoneri. Del resto, i recenti discutibili arbitraggi subiti dal Milan facevano apparire il Diavolo come un Re Travicello, un fuoco di paglia da spegnere in poco tempo e ricondurre a un ruolo subalterno. Il Milan deve la superiorità numerica al VAR di Mazzoleni e alle sue valutazioni, a mio avviso, corrette. E volendo essere pignoli, il Milan potrebbe obiettare che anche Arnautovic, forse, avrebbe meritato sanzioni non leggere.
Il problema è che il Milan rischia davvero di essere un fuoco di paglia. Ha preso 3 punti che, calendario alla mano, gli consentiranno di rosicchiarne ad almeno due fra Inter, Juventus, Napoli e Roma. Però non deve gloriarsi di una vittoria maturata dopo un secondo tempo da zona retrocessione, che avrebbe dovuto premiare il Bologna per il gioco espresso soprattutto in doppia inferiorità numerica.
Non si può entrare in campo con la sicumera e/o lo stato di letargia con cui il Milan è tornato in campo nella ripresa. E se ho spesso criticato il tecnico per aver  giustificato proprie manchevolezze con gli errori dei suoi, credo che ieri Pioli, all'altezza della situazione, avrebbe dovuto inseguire i giocatori da Bologna a Milano prendendoli a calci nel sedere.

Il Milan del secondo tempo non arriverebbe neanche in Conference League, quindi stia attento. E i tifosi lascino in pace Ballò-Touré, che ieri mi è apparso in crescita. Poi ognuno la vede a modo suo.