Il filosofo scozzese David Hume sosteneva che la mente umana non è fatta per il vuoto e quindi, in assenza di percezioni, crea fantasmi. Nel caso del Milan, lo stop al calcio giocato ha dato vita sia a una casa delle streghe, in cui ci si muove tra fantocci terribili e sbuffi sul collo, sia a un labirinto degli specchi in cui vediamo riflessa quasi all'infinito l'immagine di Rangnick. Alla cassa di queste attrazioni da lunapark c'è Gazidis che vende i biglietti.

Rangnick viene, ma poi non viene e, tuttavia, alla fine... viene! In realtà sta trattando e valuta i programmi. Non è convinto, ma si cerca di convincerlo. Lo hanno convinto, però non sa se si accomoderà in panchina o dietro una scrivania. Sì, siederà in panchina. No, farà il dirigente con Pioli allenatore. Si occuperà del catering della mensa di Milanello. Forse prenderà in gestione le pulizie. E' intrigato dall'idea di fare il magazziniere, ma resterà a Lipsia, perché fare il magazziniere a Lipsia è uno sballo pazzesco. In realtà sta meditando di aprire un pub in Inghilterra che sarà frequentato dai giocatori della Premier.
Sta valutando. Non è convinto. Darà una risposta. L'allenatore sarà Spalletti. No no no, corre voce che Rangnick arrivi per fare il direttore sportivo con Rino Marchesi che torna ad allenare proprio sulla panchina rossonera. Qualcuno dice sottovoce, facendosi il segno della croce per il superstizioso terrore, che Rangnick, Moncada e Halmstadt siano più versioni di una demoniaca entità proteiforme capace di assumere molteplici sembianze, un incubo da orrore puro. Si dice tutto questo, ma alla fine c'è sempre Rangnick di mezzo, per cui, come in ogni labirinto degli specchi che si rispetti, è difficilissimo capire quale sia la persona riflessa e quali siano le immagini, però potete stare certi che si tratta sempre di Ralf Rangnick. Il tedesco è stato messo sotto contratto quantomeno da diverse settimane e ogni depistaggio serve solo a non far capire se arriverà in abito blu oppure in abbigliamento casual, in auto o in torpedone. Sempre di Rangnick si tratterà, tuttavia.

Il resto sono fantocci, scheletri finti e babau che ci stanno spuntando intorno per la gioia il gestore delle giostre, Gazidis. Resterà Ibrahimovic che farà coppia con Maurito Icardi, ma arriverà anche il suo amico Thiago Silva. Messi non lo scomodiamo per ora. Timo Werner? Sì l'ha scoperto Rangnick, ma quando costava £ 100, mentre ora che si è affermato direi che vale almeno £ 1000, quelle con la faccia di Giuseppe Verdi. Maldini? L'altro ieri era certo che andasse via, mentre ieri c'era Gazidis a suonargli la serenata per farlo rimanere e oggi va di nuovo via. Raiola è stato messo alla porta, ma poi richiamato indietro per discutere il rinnovo di Ibra. Via Donnarumma e dentro Meret o Sirigu. Ecco Milik con Kessie al Napoli. E' proprio vero: quando non ci sono notizie, il cervello umano comincia a lavorare e crea notizie dal nulla.

Mi sa tanto che l'unica certezza è che Bonaventura sarà lasciato libero di cercarsi un altro ingaggio, ma poi alla fine potrebbe essere l'unico a rimanere. Per il resto solo un 15-20% delle voci, arrivo di Rangnick a parte, si avvererà. Il problema è che fra tanti fantocci e sbuffi di vapore, fra ragnatele che ti si attaccano al viso e urla ferali, non sappiamo quale ectoplasma sia un vero spirito, una presenza soprannaturale che si rispetti, o un pupazzo.

In questi giorni, in effetti, mi sono chiesto spesso se Gazidis sia in totale confusione o sia un maestro del bluff. C'è la possibilità che sia vera la prima ipotesi, ma il tiramolla su Rangnick, ormai ingaggiato in rossonero, mi dice che deve avere un certo gusto per il bluff. Gli piace giocare a poker o a telesina, insomma. Che poi alla fine sia bravo anche a costruire una squadra competitiva, non posso escluderlo, ma neanche affermarlo.

Il problema, a mio avviso. non sta in Maldini/Boban sì e Gazidis no oppure in Rangnick profilo adatto o non adatto. Ho sempre pensato che le bandiere servano solo a sventolare sui pennoni, ma che a volte possano fare danni o non riescano a evitarli. Rivera è stato la storia del Milan in campo, ma come vicepresidente ha lasciato a desiderare. Ha visto, infatti, 2 retrocessioni, il coinvolgimento nello scandalo delle scommesse e la società sull'orlo delle procedure concorsuali. Diciamo che qualcosa di più ci si sarebbe aspettato da lui. Del resto, quando il Milan è entrato nell'orbita Fininvest, della vecchia dirigenza è rimasto il solo Ramaccioni, che veniva dal Perugia ed è stato ridimensionato a team-manager, ruolo nel quale si è, tuttavia, distinto. Mi chiedo davvero cosa giri nella testa di Gazidis e se i collaboratori siano o non siano le persone indicate.

E' un rebus autentico del quale non riesco a trovare la soluzione.




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