Domenica sera il Milan scenderà in campo al San Paolo di Napoli per affrontare uno dei confronti diretti della stagione. I precedenti scontri con le rivali storiche sono andati bene nel complesso, visto che i rossoneri hanno vinto il derby e pareggiato contro la Roma che, dati alla mano, sul campo ha fatto 3 punti in più di quelli che ha in classifica, persi a tavolino per la svista di un dirigente poco accorto. I rossoneri affronteranno l'incontro da primi in classifica e dopo aver superato la bufera del Lille con un recupero prodigioso contro un Verona tignoso. Eppure, man mano che trascorrono i giorni, il Diavolo mi sembra come un signore che se ne sta seduto su un cumulo di esplosivi fumando tranquillo una sigaretta. E a parte il fatto che fumare nuoce gravemente alla salute, come è correttamente scritto sui pacchetti di sigarette, il diavoletto rossonero non si rende conto che basterebbe una scintilla per saltare in aria, corna e coda comprese.

E' vero, il Milan ha un potenziale notevole di giocatori giovani, capeggiato da Ibra, un altro giovanotto che, avendo quasi 40 primavere. ha anche l'esperienza per guidare i suoi compagni, ricchi di talento, ma non ancora induriti da tante battaglie. E' anche vero che i rossoneri hanno superato un paio di scogli terribili: la serata da infarto contro il Rio Ave e lo 0-2 con cui il tignoso Verona si era portato in vantaggio a San Siro. Riconosciamo per di più che il Milan ha avuto un paio di salutari settimane per lavorare degnamente e rimettersi in sesto, cosa di cui necessitava dopo aver giocato 7 partite in 21 giorni prima della sosta.  Tutto ciò è vero. La squadra rossonera, tuttavia, se ne sta lì a guardare le volute di fumo della sigaretta, senza pensare al cumulo di esplosivo su cui siede.

Innanzitutto, il Milan ha dei giocatori chiave che sono all'ultimo anno di contratto e che, non solo non hanno rinnovato, ma non si sa neanche se e quando rinnoveranno. Anche ad ammettere che Chala non abbia chiesto 7 milioni di euro netti all'anno, ne ha chiesti comunque tanti, diciamo 6, cifra che il Milan non intende spendere per un giocatore forte quanto si vuole, ma sempre appartenente alla fascia media dei calciatori, seppure posizionato in alto in questa zona media. E il turco sembra risentire di questa situazione imbarazzante, visto che nell'ultimo mese il rendimento è andato calando. Il suo sostituto naturale, Diaz, meno potente nel tiro, ma addirittura più letale sotto porta, non è un giocatore rossonero e anche questo potrebbe togliergli motivazioni, specie se il ragazzo pensasse di dover tornare a Madrid. Fra i giocatori a fine contratto che non hanno ancora rinnovato c'è anche Romagnoli, che in questi anni non è cresciuto come ci si aspettava, ma ha evidenziato anche limiti nervosi che lo hanno portato, per esempio, a provocare rigori stupidi. Resta però un difensore migliore di tanti altri e costringerebbe la società a spendere per sostituirlo, se andasse via gratis et amore dei. Il suo addio, del resto. sarebbe un problema doppiamente grave, in quanto il settore dei centrali difensivi è ridotto al minimo. E poi c'è Donnarumma... sì Donnarumma, il cui rinnovo, da mesi se non di più, pare che non sia un problema, ma che non firma ancora. Donnarumma, di cui si dice sempre che sia un cuore rossonero e che voglia restare al Milan, ma che fra poco più di un mese potrebbe firmare per chi vuole senza violare alcun regolamento. Se oltre a quello di Chala, calasse anche il rendimento di Donnarumma, sul pezzo anche contro il Verona nonostante l'errore contro il Lille, il Milan vedrebbe le fondamenta della squadra sgretolarsi. Trovo, quindi, miracoloso che i rossoneri abbiano quasi sempre portato a casa la pagnotta e credo che vadano fatti i complimenti a Pioli, allenatore per il quale non stravedo, ma del quale non nego gli indubbi meriti. Non è facile tenere in piedi una baracca con gente importante, almeno potenzialmente, sul piede di partenza.

Un altro problema per il Milan è costituito dalle attese sul rendimento della squadra, che sono diventate pericolosamenta alte. Quando ti ritrovi comunque primo in classifica dopo 7 giornate e con 6 punti su 9 in Europa League, hai tutto il diritto di essere soddisfatto e di ritenere che la tua squadra sia valida. Ho scritto valida, però, non invincibile, Invece, ho notato un generale clima di delusione per il pareggio contro il Verona, maturato in circostanze che dovrebbero farlo considerare un impresa. Ma l'abbiamo dimenticato che solo a fine maggio ci definivamo noi stessi una squadra di scappati di casa? L'entusiasmo è basilare, ma essere sbruffoni non porta da nessuna parte. Il Milan non può essere diventato di colpo una compagine di fenomeni, ma è una squadra forte che, come tutte, deve guadagnarsi la pagnotta giornata dopo giornata. E' una squadra, inoltre, che era partita per qualificarsi alla prossima Champions e non per vincere il campionato. Se dovesse vincere, allelujah, ma comportarsi come se fosse una delusione non vincerlo, rischierebbe di essere il colmo e rovinare quanto di buono si sta facendo.

Le insidie non si fermano qui, purtroppo. Guardate la classifica e ponderatela alla luce dei provvedimenti disciplinari sportivi. La Roma sul campo ha fatto 3 punti in più di quelli che mostra la classifica e lo stesso Napoli, con un punto di penalizzazione in meno, avrebbe solo 2 punti in meno del Milan, che avrebbe giocato una partita in più. I partenopei sarebbero, pertanto, potenzialmente i leader della classifica e i rossoneri stanno per fare loro visita. E penso già, se non dovessero arrivare i 3 punti col Napoli, alle geremiadi di quei furbacchioni mai contenti che piangerebbero sull'occasione persa. A Napoli può succedere di tutto, come poteva succedere di tutto con la Roma e di tutto ci dobbiamo aspettare. Poi, se ci dovessero essere errori dei giocatori o scelte techiche errate, valuteremmo e, eventualmente, criticheremmo (come ho fatto io dopo la partita coi capitolini), ma la trasferta di Napoli è un confronto difficilissimo dal quale non puoi pretendere i 3 punti. Puoi provarci, anzi devi provarci, ma senza pensare che ti spetti il bottino pieno.

Non va trascurato neppure il fattore arbitrale, in quanto la presenza di Valeri e Doveri nell'equipe dei direttori di gara non è tale da predisporre al meglio l'umore rossonero. In un certo senso, chi ha scelto questi nomi, è stato, quantomeno, incauto. Questi signori saranno anche stati solo sfortunati a incappare in serate negative proprio contro il Milan, ma è innegabile che i loro nomi non suscitino bei ricordi nella tifoseria rossonera. E il rischio non è che arbitrino con un foglietto di missione in cui è scritto "Delendum est Mediolanum", ma che i giocatori lo credano e in campo, magari, vedano cose peggiori di quelle che ci sono, cosa normale quando sei prevenuto. Occorrerà, allora, molta calma e continuare a giocare indipendentemente da cosa fischia l'arbitro. Eventuali contestazioni andranno rimandate alla fine del match.

E ora che il Milan si allontani dall'esplosivo e vada a spegnere la sigaretta. Poi, se si andasse a sedere su una normale poltrona o su una panchina dei giardini pubblici, sarebbe più salutare.