Volendo paragonare il Milan a una nave, potremmo dire che la Cremonese era uno scoglio che affiorava dal mare, sul quale è finito il vascello rossonero per colpa di una manovra sbagliata. La concomitanza con il derby di Champions, poi, è il maelstrom che sta risucchiando i rossoneri nello stretto di mare ideale fra due derby. Pioli è il capitano che, nel momento decisivo, ha perso la testa e si sta rivelando incapace di evitare il naufragio. Piaccia o no, è così e lo si è visto ieri.

Milan-Cremonese era una partita da vincere a tutti i costi e con la formazione migliore, anche perché non c'erano ragioni per fare turn over. E comunque, i fatti dicono che il turn over è stato fatto coi piedi, tanto se pensiamo al rendimento dei giocatori quanto se ci riferiamo alla prevenzione degli infortuni. La lista degli infortunati del Milan, infatti, conta Leao, Bennacer, Krunic e Messias. Tanto sarebbe valso, quindi, giocare con la formazione migliore. Che sarebbe potuto succedere di peggio?

Se io schiero una squadra infarcita di seconde linee, ma poi sono costretto a far entrare i titolari, aumento le probabilità di toppare, senza far riposare veramente nessuno  e quindi senza evitare il logorio fisico e mentale. Quando arrivi all'ultima parte del match con i minuti che passano e il risultato che non c'è, fatichi di più che in 90' di partita ben indirizzata.

Dopo lo scoglio Cremonese, il Milan si è trovato a passare con lo scafo danneggiato per l'ideale stretto della semifinale di Champions. Ha trovato il maelstrom, ma qui il comandante si è dimostrato incapace, sia di leggere il derby che di gestire il post-match.

Il Milan schierato a La Spezia era disottimizzato a livelli elevati, frutto delle solite contorsioni intellettuali di un tecnico cui le soluzioni naturali appaiono cose losche. Pobega, ideale incursore e interditore avanzato, partiva dalla mediana più arretrata e aveva davanti Diaz in posizione di mezzo sinistro, dove lo spagnolo non rende. Lo spagnolo si dimostrava in versione Cremonese e ciò costringeva Pobega al doppio lavoro, di fatto annullandone le doti. Origi giocava largo a sinistra, ma non da seconda punta bensì in versione Leao. E non è Leao... oltre che non riuscire a legare col compagno croato.

Non ci sarebbe voluto il profeta Ezechiele nella valle degli scheletri per ordinare a nome dell'Onnipotente di schierare subito un mediano, Vrancx, e consentire a Pobega di giocare avanzato come a Bologna per sfruttare forza di penetrazione e tiro. Diaz avrebbe giocato subito come falsa ala destra, spostando Saelemaekers sulla sinistra come contro la Lazio. Se proprio non si fosse voluto rischiare Giroud in avanti, uno fra Rebic e Origi avrebbe avuto un compito più agevole in un contesto logico.

Peraltro, Diaz falsa ala destra è una soluzione dello stesso Pioli cui, improvvisamente, non va più bene, forse perché è bello rinnovare l'arredamento di tanto in tanto. In ogni caso, dopo un primo tempo disastroso, nella seconda fase Diaz è andato crescendo a vista d'occhio quando ha cominciato a giostrare a destra.

Lo stesso Adli, entrato al 25° al posto di Diaz con buoni risultati, avrebbe potuto giocare con lo spagnolo visto che è partito quasi sempre da sinistra, mentre Diaz fa le cose migliori partendo da destra. Ma su Adli torneremo alla fine per una considerazione che coinvolge De Ketalaere e che, almeno da questo punto di vista, concede a Pioli il beneficio del dubbio.

Una squadra che camba di continuo, abbandonando anche le soluzioni virtuose, perde di identità e confonde i giocatori mandandoli allo sbaraglio. Se ricordate il film di Herzog "La ballata di Stroszek", i giocatori diventano come la gallina che, nel finale, inizia a comportarsi da psycho-chicken, un pollo pazzo, se non schizzato.

Semplici, a differenza del collega, aveva le idee chiarissime. Ha iniziato difendendo alto, a centrocampo, ma infastidendo l'avversario con improvvise accelerazioni in pressing sui portatori di palla milanisti. Lo si è visto dopo una ventina di secondi, quando Rica e Gyasi sono piombati a mordere le caviglie di Kalulu, convinto di salire tranquillo. Quando c'era da difendersi, comunque, lo schieramento alto ripiegava in buon ordine in maniera da arrivare a chiudersi in maniera efficiente e a non farsi sorprendere sbilanciati. In possesso di palla, lo Spezia alleggeriva e pungeva, soprattiutto con Bourabia a destra, Reca e Ammian a sinistra, nonché Nzola al centro. Non ne venivano fuori sfracelli, perché lo scopo non era di sfondare, ma di mantenere alte la tensione dei rossoneri e attenderne gli errori. I gol sarebbero arrivati, infatti, su calci piazzati e anche su questo, come sulla questione Adli, torneremo più avanti.

Il Milan metteva insieme il solito palo di Tonali, non a caso l'unico che, chiamato a impostare, lo faceva nel suo ruolo.

Nel finale lo sbraco, quando Pioli è partito diretto per la tangente, rimanendo a metà strada fra l'ossessione per l'Inter e lo Spezia. Sostituiva prima Hernandez con Ballo-Touré e Saelemaekers con De Ketalaere, ma dopo anche Diaz per Adli. Hernandez era motivato e stava andando bene, Saelemaekers dava equilibrio ai reparti e Diaz era salito di livello rispetto alla prima fase. Pensando a martedì, Pioli ha operato i cambi, ma al colmo della confusione, ha contestualmente fatto entrare Giroud.

Che senso aveva il centravanti titolare in una squadra scombinata?

Se lo scopo era vincere ieri puntando sulla carta Giroud, quei cambi non dovevano avvenire o, al massimo, bastava far riposare Diaz che ha finora dimostrato di avere un'autonomia atletica ridotta. Se lo scopo era puntare tutto sul derby di ritorno, non doveva entrare Giroud. Alla fine non hai fatto punti e hai comunque usurato il centravanti titolare.

Nel finale il Milan perdeva su due calci piazzati ed è doveroso notare che, fra derby di coppa e Spezia, i rossoneri hanno preso 3 gol su 4 in questa maniera. Il che ci fa pensare che questa squadra non abbia la minima idea di come comportarsi sulle palle morte. E non è questione di giocatori cattivi che non vanno in campo concentrati, perché sulle palle morte ci-si-al-le-na! Se non sei allenato o sei allenato male oppure ti hanno detto di disporti male, paghi dazio.

Anche sui calci d'angolo e i tiri da fermo a proprio favore, il Milan sembra lasciare tutto al caso, senza preparare nulla, visto che segna raramente con queste modalità.

Senza esagerare con la retorica, come ha fatto qualcuno che di retorica vive, è stato un erroraccio andare a discutere con gli ultrà. E' sembrato il gesto dei bambini che corrono a piangere dalla mamma per prevenire una punizione. Non ha senso spendersi in dichiarazioni roboanti sull'esito della semifinale di ritorno, se poi ti comporti da poppante senza spina dorsale. Quelle parole pronunciate dopo il derby, ma anche dopo lo Spezia, hanno il sapore delle smargiassate e aumentano il ridicolo dopo le sconfitte.

Ieri sera (aspettando i comodi di mia moglie...) ho visto il primo tempo dell'Inter, squadra che va studiata con attenzione, perché pratica delle soluzioni tatticamente migliori dello stesso Napoli. Poco dopo il 35°, i nerazzurri si sono presentati in ripartenza con Mhtarian vertice basso e davanti un tridente che vedeva Di Marco, Lukaku e Correa. Se Pioli è davvero convinto di recuperare lo 0-2 di partenza, si ricordi che, quando attacchi l'Inter, le sue ripartenze sono queste, sempre le stesse, ma efficacissime e letali in quanto cambiano gli attori, anche se restano identiche le posizioni. Ai nerazzurri basterà che riesca una sola di queste mosse per chiudere il discorso.

Pioli non caschi dal pero, quindi, e non ci venga a dire che, fino al minuto tale non aveva preso gol.

Come promesso, terminiamo parlando di Adli e De Ketalaere. Pur del tutto ignorato finora e senza essere pronto a subentrare, il francese ha costruito con buona qualità e spirito agonistico. Immaginando Diaz che parte da destra e Adli che, come ieri, parte da sinistra, i due possono giocare insieme e completarsi. Adli non prentenderebbe neanche di soppiantare Leao, perché si adatterebbe anche a far riposare il compagno. Viene allora il dubbio che questo ostracismo non nasca da Pioli, ma da chi vuole proteggere De Ketalaere, un investimento da 35 milioni.

E' comprensibile che De Ketalaere non fosse pronto a entrare, visto che viene impiegato sempre meno, ma finora ha avuto chance che Adli non ha avuto e, pertanto, qualcosa di più avrebbe potuto fare. Forse Adli veniva ignorato pensando a De Ketalaere e non certo per iniziativa di Pioli. Forse eh... diciamo forse... ma se così fosse, sarebbe bruttarello uguale. 

E i dubbi, a questo punto, vengono anche per quel che riguarda la questione Kerkez, se pensiamo alla possibile protezione dell'affare Ballo-Touré (senza alcuna critica al franco-senegalese, professionista serissimo).

Ora il Milan rischia di perdere non soltanto la qualificazione alla finale di Champions, che sarebbe il meno, visto che già la semifinale è stato un bel traguardo. Il problema vero è che i rossoneri rischiano di uscire perdendo la faccia e questo non deve accadere. La confusione mentale del tecnico che, peraltro, continua a fare dichiarazioni bellicose, fa temere il peggio. Tutto può succedere, tanto nel bene quanto nel male, ma di solito accade... nel male.

Quanto alla qualificazione alla prossima Champions, al di là della sconfitta dell'Atalanta e indipendentemente dal risultato della Roma a Bologna, i rossoneri stanno sfiorando l'impresa di non qualificarsi neanche con la Juventus penalizzata. Sono virtualmente a 9 punti dai bianconeri e la penalizzazione inizialmente richiesta contro le zebre era proprio di 9 punti, i quali restano la sanzione meglio motivabile.

Anche ammesso, pertanto, che preceda Roma e Atalanta, il Diavolo potrebbe ben vedersi fuori dalla prossima Champions, perché la penalizzazione della Juventus non sarebbe afflittiva in questa stagione e verrebbe scontata l'anno prossimo.

Come andare sempre peggio nonostante la fortuna!