Ovvio che se 10 anni fa mi avessero detto che il Milan avrebbe imbastito una telenovela sfiancante per Correa, seconda punta di riserva dell’Atletico Madrid, valutato il doppio di ciò che vale, mi sarei fatta una risata senza ritegno. Ma me le sarei fatte, di risate, anche per altri motivi: se avessi visto nella formazione titolare Rodriguez, Borini o Calhanoglu avrei pensato ad uno scherzo di pessimo gusto; ma la realtà dei fatti 10 anni dopo è proprio questa, con buona pace di ogni cuore rossonero.

Correa sembra diventato dunque l’oggetto del desiderio dell’estate milanista, che prosegue con la sacra tradizione, tramandata da un genio indiscusso in cravatta gialla, di offrire il 20 per cento in meno per la mercanzia esposta con la differenza che questo funzionava 20 anni fa quando i rossoneri dettavano legge ed i denari del Berlusca potevano tutto; oggi fa tenerezza. Infatti la presunta volontà del giocatore di vestire la maglia del Diavolo, particolare sul quale si conta di far leva, altro non fa che irrigidire le posizioni madrilene : il vostro potere d’acquisto in Europa è finito sotto lo zero termico quindi o 55 o niente.

Parlando del solo aspetto tecnico, non si capisce, tra l’altro, il motivo per cui a tali cifre si debba prendere un giocatore con caratteristiche sovrapponibili a quelle di Leao, sul quale la società ha puntato e speso la bellezza di 30 milioni.

Per motivi analoghi il solo ad essere stato venduto, anzi svenduto, con relativa facilità è Cutrone, perché aveva doti realizzative in grado di fare mercato, mentre per pipponi assortiti come Kessié, Silva, Rodriguez, Calhanoglu, Biglia e Borini le offerte (quelle vere, non le capronate sparate a vuoto quotidianamente e ovunque), sono rimaste assenti, semplicemente per il fatto che i nostri non solo sono stati acquistati a cifre fuori mercato da quell’altro asso di Mirabelli ma anche perché, non contento dell’impresa, ha erogato loro degli emolumenti che non avrebbero mai sognato in vita loro: una Fiera della Pacchia con giostre di ogni tipo dislocata dalle parti di via Aldo Rossi a Milano.

Ricordo che il Milan, non quello finto di oggi, quando voleva Van Basten lo prendeva in due giorni pagando la cifra richiesta dal club di appartenenza: allora, oltre a questi capolavori, non venivamo sfibrati ogni santo giorno dal pezzone idiota di turno intitolato “Tre Club inglesi piombano su Kessié “.

Era proprio vero che allora i ciarlatani stavano a zero.