Diciamocela tutta per benino: pochi si aspettavano una vittoria del Milan contro la Lazio, forse neanche gli stessi tifosi rossoneri. Ieri doveva essere il giorno della definitiva dipartita delle speranze rossonere di qualificazione. Erano pronti i discorsi pelosi dei censori in casa altrui a base di lezioni di vita sulle cause del fallimento ecc. . E queste attese, peraltro, non erano infondate, ma basate sul rendimento negativo dei rossoneri nell'ultimo mese, nonchè sulla facile constatazione di una condizione atletica precaria della formazione milanista.

Orbene, ieri il Milan ha confermato di avere ancora buone doti di fondo, ma di non avere velocità e cambio di passo. I nervi, tuttavia, hanno tenuto in piedi la formazione rossonera contro la Lazio, una delle avversarie dirette, la quale ha mostrato più brillantezza, pur essendosi suicidata con il rigore provocato da un giocatore cui nessuno, compresa la tifoseria biancazzurra, riesce a trovare il classico perchè.

Pur di non rimanere con le pive nel sacco, i censori le hanno tirate fuori per suonare la nenia natalizia dell'indignazione per la mancanza di sportività di Kessié e Bakayoko, i quali si sono resi colpevoli di un gesto inconsulto. Hanno tirato fuori il dito medio? Hanno fatto il gesto dell'ombrello? Oppure hanno esibito il gesto delle uova, che in Spagna si riferisce agli attributi virili? Hanno sollevato la maglietta che mostrava scritte di lode ad Auschwitz (che poi è uno dei cavalli di battaglia della tifoseria biancazzurra, molto sportiva e signorile)? Niente di questo, hanno esibito come trofeo di guerra la maglia di Acerbi, ottimo difensore laziale, con il quale Bakayoko aveva avuto uno scambio di battute in settimana. E' un gesto, secondo me, non solo non offensivo, ma addirittura lodevole nei confronti di Acerbi, visto che gli antichi esibivano le opime spoglie dei nemici sconfitti in battaglia, quando si trattava di avversari potenti o valorosi. Alboino, il famoso re Longobardo, aveva ricavato una coppa dal cranio di Cunimondo, re dei Gepidi ucciso in battaglia. La moglie Rosmunda, figlia di Cunimondo, non la prese bene e gliela fece pagare, ma pochi sanno che il gesto di Alboino indicava che Cunimondo era stato un grande guerriero e, bere dal suo cranio, equivaleva e riceverne ogni volta, magicamente, parte del suo valore.

Ma si sa che in questa fase della stagione il gioco si fa duro e non c'è più possibilità di appello. Sento dire infatti che il responsabile di un contenitore sportivo televisivo di Milano si sarebbe scagliato contro i 2 indegni  milanisti per il vile e proditorio gesto. A pensare male si fa peccato, ma a volte ci si prende. Il signore in questione, ottimo giornalista, è anche tifoso del Torino, squadra che fra l'altro piace anche a me, Torino che con la vittoria del Milan si è allontanato dai sogni Champions e con il pareggio di oggi in casa ne è uscito forse del tutto. Non sono certo che l'indignazione sia stata di parte, però il dubbio mi resta.

La stessa indignazione mi è stata comunicata dalla sponda del Napoli che a fine anno potrebbe ritrovarsi solo con un secondo posto che varrebbe un eventuale quarto del vituperato Milan. Casualità? Io spero che passino il turno con l'Arsenal, perchè sarebbe un risultato di prestigio per tutto il calcio italiano, ma anche questa indignazione non mi sembra da puri di cuore.

Che poi ci si indignino i tifosi romani è l'ultimo dei problemi, dal momento che sono in corsa per la Champions col Milan, quindi non posso pretendere che non si attacchino a tutto. E qui casca l'asino!

Il fatto è che, quando il gioco si fa duro, entrano in gioco le truppe cammellate e ogni scorrettezza è ammessa, come nel mitico film Rollerball degli anni '70, quando le regole di questo sport immaginario vengono cambiate per rendere lecito l'omicidio di Jonathan, il protagonista interpretato da James Caan. E non mi riferisco alle lamentele di Tare per un rigore a favore della Lazio che non c'era, perchè come si sono lamentati i dirigenti del Milan in precedenza, anche Tare può farlo e ognuno giudica dalle immagini se l'autore delle dichiarazioni ha ragione o no. Mi riferisco, invece, al deferimento dei tristi individui, dei lerci e spregevoli sicofanti, di quelle miserabili persone che non conoscono sportività. Sì, parlo dei due membri di quella setta di adoratori del demonio che è il Milan, da sempre, come tutti sanno, definito "il diavolo": Kessié e Bakayoko! Orrore, scandalo, mancanza di fair play aaaaaaaahhhhh!

Già nei mesi scorsi da Roma era partita la lettera di Pallotta che chiedeva al massimo organismo europeo di indagare nei conti del Milan, gesto di classe cristallina da parte di un presidente che fa valere il proprio lavoro coi risultati della propria squadra e non cercando di danneggiare gli altri. Ora sappiamo che sul tavolo di Torquemada, Grande Inquisitore, è giunta una richiesta di auto da fé per gli adepti del diavolo rossonero, che di certo verranno arsi vivi sulla pubblica piazza.

E' proprio così, la piazza romana non può restare fuori dalla Champions e, visto che gli altri posti sembrano assegnati, tenteranno qualsiasi cosa pur di accedervi a danno del Milan. Ma questo punto devo ricordare alcune cose:

1) Il Milan di ieri è apparso ancora molto lontano dalla qualificazione, per la sua difficoltà di segnare, anche per la scarsa brillantezza fisica;

2) Qualcuno sta tenendo conto che lunedì sera accanto al Milan potrebbe ancora esserci l'ottima Atalanta, quasi finalista di Coppa Italia e che gioca il miglior calcio di tutti, comprese Inter, Napoli e Juventus?

3) E se il Milan approfittasse della squalifica di Kessie e Bakayoko per averli freschi in semifinale di Coppa Italia, magari rimanendo quarto senza vincere a Parma per i risultati delle altre?

Comunque chiedo formalmente che Bakayoko e Kessie siano squalificati, così tanto per poter dire la famosa frase "Molti nemici molto onore", anche se, lo confesso preferirei la vittoria sicura al molto onore. Chiedo che siano squalificati, così mi daranno un alibi se questo Milan,  stanco e bolso, ma che fa paura ai poveri di spirito del calcio italiano, non dovesse arrivare in Champions.