Ma ritorniano su Gotti. Da allenatore in seconda a primo allenatore dell'Udinese. Negli ultimi anni Gotti era stato secondo di Donadoni, a Parma e Bologna, di Sarri al Chelsea e poi di Tudor. Ha salvato l'Udinese e quest'anno ci riprova. La squadra è da metà classifica per il potenziale che avrebbe e se la giocherà fino alla fine. Ma quello che colpisce di Gotti è il suo modo di fare. Un gentleman del calcio italiano e di persone così nel calcio servivano e serviranno. Lui non è solo un mister, ma fa parte della squadra, è uno del gruppo. L'allenatore è sempre il primo a cadere, a volte l'unico capro espiatorio, anche perchè non si possono mica cambiare tutti i giocatori in squadra nella stagione in corso. La sua panchina è altalenante, dopo gli ultimi risultati tenaci contro Atalanta e Inter sicuramente ha un passo in più dentro l'Udinese che fuori dal progetto friulano.
Quella di Gotti è una bella storia, bella storia di calcio, pochi allenatori in seconda hanno avuto l'onore e l'onere di guidare per due stagioni consecutive la prima squadra in A. Una promozione sul campo, conquistata sul campo, cose che non si vedevano nel calcio da tempo immemore.
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