E' vero che siamo ancora all'inizio del campionato, ma contro il Verona non perderanno punti in molti fra i più forti. Se i rossoneri ne avessero lasciati ieri, quindi, il piatto avrebbe iniziato a piangere, con la conseguente necessità assoluta di recuperarli altrove contro avversari più ostici. No, alla fine della prima fase di gioco, le cose non si stavano mettendo affatto bene per il Milan.

Sul risultato di 0-2, il Diavolo dava l'impressione di essersi suicidato in un momento di follia. Chiariamo, il rossoneri avevano molte giustificazioni, perché il 75% delle cause di quel risultato non gli erano affatto imputabili. Stavano pesando le molte assenze che, oltretutto, imponevano a Pioli di dosare l'impiego dei non moltissimi arruolabili alla vigilia di un ciclo di partite molto difficili. Qualche tifoso ha storto il naso di fronte al turn-over, ma se qualcuno dei risparmiati si fosse infortunato, avrebbe poi detto che il tecnico impiega sempre gli stessi giocatori. Eppure, per come gioca il Verona di Tudor, triplicando in pressing e aggredendo gli spazi in verticale, era quasi scontato che la prima mezz'ora sarebbe stata di sofferenza. In quei 30 minuti, Tudor avrebbe messo sul piatto un buon 80% delle energie dei suoi, per poi cercare di gestire il match. Il Diavolo invece ha interpretato la partita come se davanti ci fosse una squadra con caratteristiche più tradizionali, come il Venezia. Il risultato è stato che il mondo intorno ai rossoneri ha preso a girare e, quando il Milan si è ripreso, si ritrovava sotto di 2 gol in casa. E' stato un errore di valutazione che poteva costare carissimo.

Disteso nelle spelonche dell'Ade, il Diavolo si è risvegliato rinsavito e rabbioso per i 2 gol concessi al modesto Verona. Pioli ha prontamente fatto entrare Leao, più adatto di Rebic ad aggirare la difesa avversaria. Subito nella ripresa, senza indugiare, ha fatto entrare Tonali, Castillejo e Krunic, la cui freschezza atletica è stata decisiva contro il Verona, che aveva prodotto il massimo sforzo nella prima mezz'ora e sperava di gestire il vantaggio fino al traguardo. Gli scaligeri non ce l'hanno fatta e hanno subito prima il gol di Giroud, poi il rigore di Kessie (assegnato per un intervento fotocopia rispetto a quello che aveva regalato il penalty del secondo gol gialloblu), sbracando del tutto con una goffa autorete di Gunter, la cui dinamica la dice tutta su quanto i veronesi fossero sulle gambe.

L'ingresso di Ibra nel finale ha aggiunto centimetri sui calci d'angolo per prevenire un ritorno dei veneti che, se anche c'è stato, non ha inciso. Forse sarebbe stato megli attaccare ancora e chiudere il risultato o forse no. Anche il Milan, in fondo, aveva speso tanto per recuperare, per cui la scelta di gestire il 3-2 ha una logica precisa che i fatti hanno premiato.

Il gol di Giroud ci dice un fatto che non dovrà essere dimenticato per il resto della stagione. La bravura, il potenziale e l'esperienza di un giocatore sono importanti, ma conta molto la condizione. Si può essere bravi quanto si vuole, ma occorre anche avere elasticità ed energie, oltre a non accusare dolori. Due settimane fa, reduce da uno stop Covid e da allenamenti a singhiozzo per la schiena, Giroud era a pezzi e non era in grado di giocare, mentre ora, dopo una quindicina di giorni di lavoro costante, il francese sta rientrando in forma. Non è al 100%, ma è tornato a essere un giocatore di calcio, come ha dimostrato segnando un gol non facile. In un certo senso, è stato il trombettiere che ha suonato la carica per i compagni.

Krunic ha fatto un buon secondo tempo nel suo ruolo naturale, centrocampista che porta palla in avanti. Non è un mediano, ruolo in cui fa molta più figura Pobega, anche se cerca di fare quello che può se schierato dietro. E' serio e affidabile. Sulla mezza, come giocatore quasi offensivo, è una valida riserva in una squadra con ambizioni.

Promuoverei Daniel Maldini, che ha visto le streghe e ha fatto storcere il naso a qualche tifoso sui social. Ma ha visto le streghe in un Milan che... stava vedendo le streghe, Si è spazzolato il Verona nella sua fase migliore ed è proprio così che si cresce. Ricordo, infatti, un episodio narrato tempo fa da Sandro Mazzola, risalente al periodo in cui il baffo era ancora nelle giovanili. Durante un allenamento contro la prima squadra, si beccò un pestone da una delle riserve, un mestierante di una certa esperienza. Provò a fargli notare che, essendo un allenamento, stava esagerando, ma l'altro lo trattò bruscamente dicendogli, in sostanza, di stare zitto e continuare a giocare. E' questo che intendo quando parlo di cose che aiutano a crescere. Puoi anche affrontare fenomeni tecnici a livello giovanile, ma non ti aiuta a migliorare quanto giocare contro chi, vedi i giocatori del Verona, deve raggiungere la salvezza anticipata, prima di cominciare a chiedersi se può aspirare a qualche soddisfazione.

Castillejo non è tecnicamente eccelso e ha il problema di essere fisicamente leggero, ma è serio e affidabile come Krunic. Siamo proprio sicuri che non serva uno come lui? Le squadra sono fatte anche di riserve pronte all'impiego.

A ben pensarci, è probabile che il Diavolo della prima mezz'ora abbia sofferto inconsciamente la vittoria nella tana dell'Atalanta. Ha un po' smarrito la rotta e, come già scritto sopra, ha commesso un suicidio contro un Verona che non concedeva un tubo. Quando si è ripreso, ha risucchiato di prepotenza all'inferno gli avversari, ma non deve gloriarsi troppo della rimonta. Deve, invece, voltare pagina, per evitare di scontare, in futuro, errori di valutazione sulla forza degli avversari come quelli di ieri.

Il Milan deve essere conscio di essere forte, ma non deve illudersi di essere invulnerabile o invincibile, perché non lo è. E' un progetto ben avviato di grande squadra, ma ancora in fase di realizzazione.

Tudor, tecnico scaligero, non ha molto da rimproverarsi. Ha provato a sorprendere il Milan e c'è riuscito, ma la sua squadra ha dei limiti tecnici e li ha evidenziati. Credo che il croato non potesse fare di più.