Quando si parla o si scrive di Milan, sembra che si cantino le gesta comiche dell'Armata Brancaleone, con il picaresco Gassman al comando di una banda di straccioni senza futuro, anzi senza calzarisenza danari. Si fa di tutto, in sostanza, per dipingere il Milan con quelle tinte.
Del Milan si attende sempre la fine che, tuttavia, non arriva, forse perché, come recita un proverbio, morte desiderata non arriva mai. Magari i rossoneri le perderanno tutte da qui a giugno, ma per ora sono sempre lì e non si capisce perché altri dovrebbero avere migliori chance.
Torneremo più avanti su questo stereotipo del Milan derelitto.
Certo, l'attuale 4° posto del Milan si tiene su con lo sputo, visto che i punti della Roma sono gli stessi dei rossoneri e che è stato giocato un solo confronto diretto fra le squadre (peraltro finito in parità). La stessa differenza reti, inoltre, è pari, ma i rossoneri hanno segnato più gol, per cui hanno un capellino d'angelo di vantaggio rispetto agli uomini di Mourinho, qualcosa di non molto diverso da un semplice punto geometrico.
Se quel punto geometrico di differenza potesse essere scomposto in infiniti altri punti e, quindi, dilatato all'infinito, forse questo vantaggio sarebbe già decisivo. Ma i punti geometrici sono solo il punto di incontro di coordinate, punti di riferimento nello spazio e non danno vantaggi apprezzabili. Il filosofo greco Zenone enunciò un paradosso famoso che dimostrava l'irrilevanza pratica di tali punti. 
A 7 giornate dalla fine, quindi, con 21 punti da assegnare e lo status dei confronti da decidere, per giunta con molti gol da segnare e subire, il vantaggio del Milan non è molto più che una convenzione per posizionare in classifica una squadra al di sopra di un'altra.
Teniamo anche conto, poi, che l'Inter è solo 2 punti sotto e, in caso di pareggio fra Milan e Roma, potrebbe anche appaiare le rivali. L'Inter ha una differenza reti migliore di entrambe, seppure di poco, ed è pari nei confronti diretti contro i rossoneri, dovendo ancora giocare il ritorno contro gli uomini di Mourinho.

Come si vede è un porcaio a 5 stelle
, complicato ulteriormente dal fatto che l'Inter affronterà la Lazio, avanti in classifica, ma non tranquilla dopo la sconfitta contro il Torino. La Juventus, poi, è terza in virtù della sospensione della sanzione, ma dovrebbe comunque finire penalizzata (con buona pace di chi piange come un vitello, atteggiandosi a Conte di Montecristo... della mutua). I bianconeri puntavano a fare tanti di quei punti da rendere non motivabile una sanzione afflittiva in questo campionato, ma lo stop contro il Napoli è stato un brutto colpo, acuito dall'eliminazione in Coppa Italia che ha tolto ulteriori certezze alle zebre.
Dopo aver battuto la Roma, Gasperini cercherà di matare il Toro per riportare la Dea in piena corsa per qualificarsi in Champions. Se ci riuscisse, allora le ultime 6 giornate assomiglierebbero a una volatona in cui il gruppo di ciclisti arriva compatto al traguardo e in cui la stessa Lazio potrebbe anche ritrovarsi in Conference e l'Atalanta in Champions.
Porcaio o no, ribaltoni o meno, sarà comunque un vantaggio psicologico entrare all'Olimpico con una posizione di classifica, almeno formalmente, migliore. E il Diavolo dovrà sfruttare a pieno questo punto di forza psicologico. 
La cosa peggiore, in realtà, sarebbe perdere la proverbiale trebisonda ovvero il faro della città turca di Trebisonda, che permetteva ai marinai di salvarsi da sicuro naufragio durante le terribili tempeste nel Mar Nero. E se ha ragione Pioli, che questa è una partita da vincere, è anche vero che non bisognerà giocarla in preda all'orgasmo del vincere o morire. Quando il fumo della battaglia si sarà diradato, anche un pari non sarà da buttare via, perché avrà impedito alla Roma di andare in fuga, mentre anche una posizione condivisa con l'Inter, se i nerazzurri dovessero battere la Lazio, sarebbe solo un momento transitorio. Come abbiamo detto, Roma e Inter si affronteranno nel confronto diretto del 6 maggio, togliendosi punti, mentre il Milan avrebbe la chance di tirare un po' più giù gli aquilotti di Sarri nell'altro scontro fra romane e milanesi.
Ad Aquae Sextiae, oggi Aix-en-Provence, Gaio Mario tenne a freno i suoi legionari che, provocati da Ambroni e Teutoni, volevano uscire a dare battaglia. Mario si mosse quando fu il momento opportuno per sorprendere i nemici separatamente, annientando il nemico.

In un certo senso, la corsa al 4° posto sarà una partita a carte, che richiede freddezza, e i rossoneri dovranno averne tanta.
Il tutto, però, si svolgerà nel solito e ormai stucchevole clima di fustigazione dei costumi rossoneri da parte della stampa ufficiale, sempre pronta a sminuire ogni cosa buona del Milan e a creare disturbo nei momenti topici. Per l'ennesima volta il Milan è stato trattato come una squadra di scarsi, ma miracolati, che sono ancora lì solo perché è arrivato il Nazareno a risvegliare Lazzaro dal sonno nel sepolcro. E qui dobbiamo far notare che ogni sbavatura del Diavolo viene sbattuta in prima pagina, mentre non manca mai qualche salutare palata di sabbia sopra quello che accade altrove. Origi e De Ketalaere hanno avuto un rendimento deficitario, ma Vlahovic cosa sta facendo di eclatante? Lukaku, del resto, non è stato all'altezza delle attese legate al suo ritorno. Fra l'anno scorso e questo, i casi Perisic e Skrinjar non hanno riguardato il Milan e non mi sembra che Bellanova e Asslani (due validi elementi, comunque) abbiano sfondato.
In sostanza, capisco che le altre società abbiano paura di chi, senza indulgere nello spendi spandi spendi spandi effendi (per citare Rino Gaetano), si difende più che onorevolmente. Però ora sta stuccando il ritornello del ricorda fratello che devi morire, eternamente rivolto ai tifosi rossoneri quando sono di buon umore perché le cose vanno, diciamo così, benino.
La verità è che non conta quanto ti sono costati i giocatori, ma il loro valore. Una società che ha Maignan, Kjaer, Kalulu, Tomori, Hernandez, Tonali, Bennacer, Giroud e Leao ha un parco giocatori di alto livello. Se poi valorizzi un outsider come Krunic, puoi anche permetterti di sbagliare Origi o De Ketalaere, visto che è la somma che fa il totale, per dirla come Totò.
Thiaw è costato 6 milioni, mentre Bellanova dovrà essere obbligatoriamente riscattato a 10. Pobega è stato cresciuto in casa, mentre Asslani è stato pagato. E poi ci sono gli errori, che tutti commettono, mica solo il cattivissimo Milan che, chi lo sa perché, è sempre colpevole di non fare il salto di qualità.

Ora, come al solito, si parla di centomila nomi, ma non andate dietro alle voci. Per ora la società ha bloccato dei comprimari a fine contratto che colmano lacune venute fuori nel corso della stagione (Sportiello o Raveyre, classe 2005 del Saint-Etienne). Poi, a stagione finita e a contabilità chiusa, si deciderà cosa fare, anche in uscita, se dovessero arrivare offerte valide, ad esempio per De Ketalaere.
In ogni caso, un Arnautovic a costo zero o minimo sarebbe una soluzione alla Giroud o alla Cafu, se volessimo tornare indietro nel tempo.
Ma fate attenzione, Arnautovic ha 34 anni, non 42 come Ibrahimovic. Basta, quindi, a parlare di Ibra, dei sostituti di Ibra, dei successori di Ibra, della nonna o della cognata di Ibra ecc. ! Ibra è ormai il passato e deve essere il passato, perché la fine della carriere arriva e deve arrivare per tutti. Il suo mito è stato tenuto artificialmente in piedi con le grucce, ma anche quando lo svedese è tornato dall'infortunio, sapevamo tutti che ogni momento era quello buono per il crack. Contro il Lecce gli è bastato provare il riscaldamento per sfasciarsi, vi pare normale?

Ibra dovrebbe fare il team manager, questo sì, stare accanto a gente di talento, ma giovane, come Leao. Se l'età non contasse, però, Rivera giocherebbe ancora. Giusto?