IL CASO POGBA: ANALISI E RIFLESSIONE

Nelle ultime ore tutti abbiamo appreso della notizia del caso di positività al doping di Paul Pogba, più precisamente al centrocampista della Juventus è stata confermata la positività al testosterone ma perché il testosterone è considerato una sostanza dopante? Porta davvero ad un miglioramento netto delle performance? Riscontriamo la risposta nelle varie dichiarazioni che in quest’ultime ore vari medici stanno concedendo alle principali testate giornalistiche. Il testosterone viene considerato un elemento costanze perché va alterare le performance; le va però ad alterare davvero poco, si dice infatti che l’incremento della prestazione sia quasi impercettibile.
Il dottor Giuseppe Musumeci, direttore dell’unità di cardiologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino, si ritiene (lo racconta alla Gazzetta dello Sport) sorpreso nell’aver riscontrato nel 2023 un caso di positività al testosterone proprio perché l’incremento di performance è quasi impercettibile e un’assunzione importante di esso potrebbe causare anche problemi di salute seri.

Ci si chiede allora come mai Pogba abbia una quantità di testosterone nel suo sangue e come lo ha assunto?
La risposta alla prima domanda non è dato saperla, forse per rafforzare la massa muscolare visti i tuoi infortuni che lo perseguitano? (testosterone veniva principalmente usato dagli culturisti per aumentare la loro massa muscolare). Non lo sappiamo, la cosa che possiamo ipotizzare è come lo abbia preso. Di base lo si assume in via orale, ma ciò vorrebbe dire che era consapevole dell’assunzione. Un’altra ipotesi sarebbe quella che il francese sia entrato in contatto con questa sostanza mediante le pomate utilizzate per il trattamento del suo fisico che potrebbero essere considerate innocue.
Il punto cruciale di tutta questa questione è capire dove c’è stato l’errore nella somministrazione. L’errore è stato fatto da Pogba con la medicina fai da te o l’errore proviene dal suo entourage che solamente un anno fa entrò in forte conflitto con la società sulla decisione di operare sì o no il calciatore.
Terza ipotesi è quella che l’errore sia stato fatto dall’equipe medica dei bianconeri stessi, andando quindi come società a creare un danno ad un loro tesserato. Ad oggi non possiamo dire quale delle tre opzioni sia quella corretta, ci limitano a comprenderle e attendere ulteriori informazioni.

Cosa accadrà al giocatore nelle prossime ore? E la Juventus come dovrà agire?
In questo momento si devono solamente aspettare le controanalisi, ovvero quelle analisi che vengono eseguite per andare a confermare o smentire la positività trovata antecedentemente. Qualora l’esito fosse nuovamente positivo, e ciò è molto probabile vista la precisione delle analisi che si fanno nel 2023, il regolamento presente nel Codice Sportivo Antidoping (formulato dalla NADA basato sulle direttive internazionali WADA e adottato dalla FIGC), dice che la sospensione dall’attività agonista non può essere inferiore ad un anno e massimo quattro anni. L’unica eventualità che lo terrebbe fermo per soli circa tre mesi sarebbe quella in cui Pogba riuscisse a dimostrare che l’assunzione si sia verificata al di fuori dell’attività agonistica e alla prestazione.
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n tutto questo la Juventus, come riportato nel suo comunicato, si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali. Ciò significa che attende l’esito delle controanalisi e deciderà poi come muoversi. Potrebbe, in caso estremamente negativo, rescindere il contratto, tranne nel caso in cui l’errore nella somministrazione del testosterone sia avvenuto per cause imputabili alla società stessa.

Non ci resta altro che attendere gli esiti delle controanalisi e poi tutte le novità che emergeranno su tutta questa vicenda visto che la sua agente, Pimenta, ha dichiarato che il suo assistito non ha mai voluto infrangere le regole.

 

Mirco Nardin