Quella quasi conclusa è stata una settimana particolare, con la Serie A in stand by, le macchine, i vari club, hanno dovuto prestare i propri pezzi pregiati alla fabbrica di appartenenza. Insomma, un po' di squilibri hanno caratterizzato le giornate degli allenatori che hanno dovuto di fatto lavorare con i pochi membri a disposizione. Fin qui, non figura nulla di anomalo anzi, tutto nella norma, i calendari parlavano chiaro. Come un fulmine a ciel sereno, la normalità, l'equilibrio è stato scosso in maniera brutale da alcune notizie shock arrivate dalle dichiarazioni del noto personaggio italiano, ex re dei paparazzi: Fabrizio Corona. Quest'ultimo ha espresso in maniera molto chiara uno scoop a dir poco agghiacciante su alcuni calciatori italiani, in particolare ha accusato il giocatore juventino Fagioli, l'ex giallorosso Zaniolo e l'ex milanista Tonali di aver avuto a che fare con il gioco d'azzardo, più precisamente di aver fatto delle scommesse sulle partite di Calcio. Come sappiamo (almeno noi) per i tesserati di un  settore sportivo è severamente vietato scommettere sugli esiti del sistema di cui fanno parte. Va da sé che le motivazioni sono dovute al fatto che potrebbe influenzare e truccare l'esito delle partite della competizione di riferimento.

In questi giorni si sta parlando molto di questa vicenda, pare sia un vortice molto potente, di cui ancora non si riesce a capire la vastità, poiché, i calciatori citati qualche riga fa, sembrano essere i primi di una lunga lista...
Ora, il mio intento, non è quello di fare una ripetizione di quanto già espresso dagli altri, ma condividere con voi una riflessione ben precisa.  
Spesso, si sente parlare di Calcio moderno come un qualcosa di nettamente distaccato da ciò che era quello vintage (per intenderci, quel Calcio, più che visto, ascoltato dai nostri nonni e dai nostri padri), anche se in realtà, per certi aspetti, è rimasto tale e quale.

Quanti bambini crescono con il desiderio di diventare calciatori? Tanti, forse troppi!  
La motivazione? Il denaro!  

Come già detto, spesso si sente parlare di uno sport cambiato, peggiorato, rovinato dagli interessi economici, dal business. Un discorso sacrosanto, autentico, basti pensare al fenomeno arabo. Lo scopo primario di vincere, di gareggiare, di combattere, sembra essere l'ultimo dei pensieri. Riflettendo, si può affermare, che tutto questo rispecchia la triste realtà.  

Ma la colpa di chi è? Come possiamo pretendere di avere degli atleti realmente interessati ai risultati, alla maglia, se, a prescindere dall'esito, per fare semplicemente 2/3 partite di Calcio alla settimana (anche con delle lamentele da parte dei sottoscritti e dei loro allenatori) prendono milioni su milioni?   

E se poi si pensa che sono dei ragazzini, dei diciottenni, il discorso si aggrava ancor di più, poiché il discorso al livello psicologico ne risente, e come!

Immaginatevi all'età di 18 anni in possesso di una cifra di denaro tale da poter comprare intere metropoli. In molti potranno affermare: "Sarebbe meraviglioso!". Sì, apparentemente tutti potrebbero rispondere in maniera positiva, con un entusiasmo alle stelle, ma la realtà, se approfondita e analizzata, porta a scoprire scenari che all'apparenza non sembrano esistere. Di tutta l'erba non si può fare un fascio, ma la felicità del denaro per diverse persone si rivela fatale. Sono tanti i volti noti sportivi, e non solo, che, nell'estasi della ricchezza, della fama, hanno avuto degli esiti infelici. Pensiamo alla leggenda Diego Armando Maradona, al Dj di fama internazionale Avicii e molti altri, che, a causa del successo estremo, sono arrivati a fare uso di sostanze, abuso di alcol, fino ad arrivare ad un punto di non ritorno, la morte.   

Tutto questo si può collocare al discorso dello status psicologico di questi ragazzi come Zaniolo, Tonali e Fagioli. Perché? Ovviamente, la giustizia sportiva farà il suo lavoro, il suo dovere, qualora venissero confermate le accuse sarà giusto prendere dei provvedimenti, ma la colpa, se pur loro, poiché nessuno ha imposto di effettuare queste giocate illegali, non può concludersi in questo modo. In che senso? Essendo ormai alla fine del 2023 è doveroso fare delle precise considerazioni. I soggetti coinvolti verranno giudicati nelle sedi opportune, ma, questa storia porta a pensare che un po' di responsabilità ricadono sul sistema...  

Il mondo del Calcio sembra essere un settore sempre più compromesso, si professa tanta regolarità, disciplina, ma la realtà dei fatti è un'altra...
Uno sport in cui si guadagna così tanto non può essere definito tale, un percorso privo di insegnamento, di regolamentazione comportamentale, di guide psicologiche, va contro le basi del concetto sportivo che dovrebbe essere il riflesso e l'insegnamento della giusta via.   

Il caos scaturito da Fabrizio Corona apre gli occhi? Fa notare che forse, spesso, ciò che si vede in campo non è sempre autentico?
La verità forse non la sapremo mai...

Sono dell'idea che se ci piace il Calcio nella sua forma più pura è bene isolare tutte queste dinamiche, altrimenti andremmo a perdere il fascino, la bellezza e la grande ed unica autenticità: l'amore del tifoso.   
Il Calcio è uno sport da guardare con i paraocchi!