Non tutti sanno che Chiavari, la stupenda città ligure che si affaccia sul grande Golfo del Tigullio, è una piccola Silicon Valley dell'High Tech sportivo ed in particolare con obiettivo il Calcio.
In una elegante ottocentesca palazzina del centro di Chiavari ha sede un “incubatore”, cioè un organo che valuta e finanzia nuove iniziative, più correttamente definite nel lessico di business “start up” per lo sviluppo di applicazioni di Intelligenza Artificiale (IA) dedicate al calcio oppure ad altri sport che hanno in Gerry Cardinale, ad esempio, un nuovo attore importante nel mondo calcistico nazionale dopo la sua acquisizione del Milan.

Destreggiandomi con fatica nella lettura di un interessante articolo di Paolo Bricco apparso sul Sole 24ore del gennaio di quest'anno, ho appreso aspetti molto interessanti sugli sviluppi del show&business, direi più business che show che sta interessando e interesserà inevitabilmente il mondo del calcio. Con fatica, perché la lettura deve destreggiarsi tra una ventina almeno di inserzioni che sicuramente hanno catturato in qualche modo qualcosa di me nel mondo sempre più orwelliano in cui viviamo. Ma si è dimostrata una lettura di una intervista recente, e quindi attuale, che dice molto di come si stia muovendo un mondo di business e di spettacolo che ha al suo centro il calcio, che è poi quello che mi interessa.
L'intervista è fatta a Vittoria Gozzi, giovanissima bocconiana nata in una importante famiglia di imprenditori, presidente di Wylab Sportech Incubator and Digital Coworking, dal 2016, un incubatore, cioè, come si è detto sopra, che seleziona e finanzia  iniziative in alta tecnologia dedicate al mondo dello sport. La Gozzi, e cito un poco in sintesi le sue parole, dice che “Lo sport è un grande affare e un un grande spettacolo”, ovviamente cita gli Stati Uniti dove le grandi leghe del football e del basket sono gestite con spirito imprenditoriale, ognuna con un suo modello di business.
Leghe e società pianificano strategicamente in marketing e finanza. Rivolgendosi in particolare al calcio italiano, lo definisce con una curiosa accezione “endogamico”, cioè dove ci si sposa in gruppi sociali ristretti, un po' “Mogli e buoi dei paesi tuoi”.
Un sistema protetto, quindi, dove i dirigenti provengono quasi esclusivamente dal mondo del calcio, in particolare ex calciatori. Ne lamenta quindi le scarse esperienze scolastiche e manageriali rispetto a quanto richiesto nello sport business internazionale.
In sostanza quindi ogni impresa italiana che sviluppi tecnologie sportive trova un mercato non solo di piccole dimensioni ma pure culturalmente poco ricettivo e quindi ogni start up, per operare e svilupparsi deve quindi operare su un mercato globale.

Una delle start up più interessanti scelte da Wylab in questi sette anni di ricerche è stata Wyscout, una società fondata da un paio di geniali imprenditori, sempre di Chiavari, che hanno trasformato, come spesso succede nella vita, una attività ludica in qualcosa di molto più professionale ed importante anche in senso di impresa.
Wyscout era una imponente banca data (la cosiddetta Big Data), di calcio basata su immagini e statistiche dei calciatori di duecento campionati di tutto il mondo. Quindi uno strumento utile per il mondo del calcio nella sua globalità, cioè direttori sportivi, talent scout, agenti, giornalisti.
Wyscout è stata venduta, core business di un incubator, a HUDL una società americana multinazionale con sede in Nebraska e che ha aperto una sua sede a Chiavari, quindi costituendo un polo tecnologico unico nel territorio ligure, anzi sempre per rimanere in ambito di lessico anglosassone, facendo della sede ligure un headquarter europeo.
E' molto contenta che il mondo del pallone italico stia aprendo le sua mura aureliane all'ingresso di imprenditori americani. Roma, Milan, Fiorentina, Venezia, Pisa, Genova, dove si possano “disinnescare”, parole sue, questi ostacoli, queste endogamie, in fondo rappresentate da personaggi poco adatti. Personaggi che ostacolano l'introduzione di nuove tecnologie, per cultura e mentalità.
Personaggi a volte ingombranti, ad esempio. Mi ricorda qualcosa. Wylab ha pure una quota di partecipazione in Zone 7 una società israeliana che ha elaborato un algoritmo di intelligenza artificiale che calcola la probabilità infortunistica negli atleti, monitorando strumenti sofisticati di rilevamento quali la saliva oppure la qualità del sonno. Questo sistema è molto usato nel regno Unito con Liverpool, Leeds United, Ranger Glasgow, Celtic Glasgow, Queens Park Rangers. In USA nella Major League Soccer. In Italia solo l'Entella e il Napoli, all'epoca dell'intervista. Nell'Entella perché vi opera il fratello della Gozzi. Lamenta che in Italia, sono pochi i preparatori sportivi, gli allenatori e i direttori sportivi che accettano che si possa predire un infortunio di un calciatore con uso di Big Data o Reti Neurali, preferendo la loro esperienza e quello che la Gozzi definisce “l'occhiometro”. L'industria italiana del “Venture Capital”, cioè dell'investimento di capitale di rischio in imprese con elevato sviluppo di potenziale è molto basso, proprio per il contesto ambientale e di cultura manageriale poco ricettivo.
E qui cominciano le affermazioni interessanti e abbastanza stupefacenti. La Gozzi afferma su dati e ricerche di mercato di settore che gli investimenti nello sport tech sono arrivati a 33,5 miliardi, si proprio miliardi, di dollari! Di questi 16 miliardi negli USA, e solo 3,1 miliardi in Francia, Germania, e Gran Bretagna e la miseria di 39 milioni in Italia. Chissà come mai le squadre di calcio italiano stanno diventando così appetibili come veicoli di sviluppo del business. Nel mondo c'è stata una vera esplosione. Due anni fa c'erano solo 19 “unicorni” , ora ce ne sono il doppio. Nel mondo del business un “Unicorno” è un'azienda che raggiunge il valore di un miliardo di dollari. Lamenta e a ragione, lo scarso apporto governativo allo sviluppo tecnologico, Solo recentemente la Cassa Depositi e Prestiti ha istituito un fondo di un miliardo di Euro per il venture capital italiano. Wylab è partner tecnico di WeSportUP che ha fatto crescere nove start up nelle vecchie sedi del Totocalcio. E quindi senza un aiuto pubblico la venture capital sportiva sarebbe destinata a fallire. Circa cinque anni fa, nel 2018, ancora il Sole 24 ore si occupava dell'intelligenza artificiale applicata al Calcio, non solo come misurazione di prestazioni e di scouting ma anche di gestione di tifosi e sponsor. Parlava di soluzioni che si autosviluppano attraverso sofisticati algoritmi che attendono ad aspetti di investimento, di miglioramento e buona conservazione degli asset che nelle società di calcio italiane sono ancora fondamentalmente i calciatori, e di valorizzazione del marchio.
E il Milan è un marchio che conta parecchio. Alla Sloan Sports Analytics Conference dello stesso anno del MIT di Boston, James Pallotta sosteneva che con questi sistemi di scouting intelligenti avrebbe trovato il nuovo Francesco Totti. James non è più il presidente della Roma e il nuovo Totti non è stato trovato. Ma questo non toglie che non si possa riuscire in un futuro magari non troppo lontano.
Gerry Cardinale e quindi Red Bird è già proprietario del Tolosa che non ha direttore sportivo e che occupa attualmente la 13sima posizione in Ligue e che usa queste tecnologie, di gestione e scouting avanzate. Il suo allenatore che l'ha portata dalla divisione inferiore e pure a vincere una Coppa di Francia è stato recentemente licenziato, perché non ha portato risultati adeguati, almeno così sembra. Per cui anche Pioli dovrà stare molto attento a sintonizzarsi con quello che Gerry Cardinale intende come “adeguato”.

Tempi molto duri si prospettano per i direttori sportivi di estrazione calcistica, una categoria, che, come appare anche dalla intervista, la nuova intelligenza artificiale minaccia di estinguere e si sa che gli americani sono sempre un passo di 3/5 anni avanti nell'importazione dei loro metodi nel mondo europeo che già comunque è sulla strada di un cambiamento radicale del mondo del calcio.
Chi vivrà vedrà. Io sono vecchio e probabilmente non vedrò niente di questo nuovo fantasmagorico calcio.
Mi tengo il mio vecchio Paròn e l'occhiometro degli ex calciatori. Mi tengo la storia. Mi ci trovo meglio.