Francamente preferisco i vecchi numeri del calcio. Ogni numero sulla maglia identificava non solo il giocatore, ma pure le caratteristiche del ruolo interpretato. Così il 2 era sicuramente il terzino destro, il 3 il sinistro e così via.
Se c'è poi un ruolo iconico che ha rappresentato e rappresenta la somma delle qualità calcistiche, tranne forse l'aspetto propriamente difensivo, questo è il numero 10. Oggi lo identifichiamo con un neologismo calcistico abbastanza recente con il termine trequartista, concentrando il significato funzionale del termine nella sua prevalente e preferita posizione sul campo, ma a me è sempre suonato un poco riduttivo del più ampio significato di cosa vuol dire essere un 10.
Innanzitutto un giocatore che raramente si guarda i piedi, calcia con disinvoltura naturale con ambo i piedi, che usa con la palla come farebbe con le mani, anche se, come la sua mamma lo ha fatto, ne ha sicuramente uno che predilige.
Ha una percezione anticipata di come deve andare il gioco. Fa passaggi illuminanti, giocate che non ti aspetti, finte e accelerazioni, pur non essendo velocissimo, che spiazzano una intera difesa.
Infine segna e tanto, raggiungendo medie strabilianti anche rispetto al 9, che è deputato per ruolo a metterla dentro. Il suo difetto, che poi tanto difetto non è ma è tipico del suo ruolo, è che, secondo i dettami del moderno gioco in cui tutti fanno tutto, non ama rientrare e difendere. Forse è per questo che tranne pochi campioni tuttora presenti, questo è un ruolo forse in via di estinzione, sostituito da un più atletico centrocampista di grande classe e tiro.

Ma riducendo la selezione ai soli italiani che lo hanno interpretato, chi sono stati stati i più grandi italiani in questo ruolo? 
È chiaro che essendo il calcio sicuramente più di tutti gli sport di squadra, l'epitome sportiva di rivalità culturali e storiche di comunità di persone, e l'Italia giovane come nazione ne è un esempio potente, ognuno potrà contestare la mia classifica personale che cerco di confortare con dei dati.
Di cosa tengo conto? Di due fattori fondamentali: la lunghezza della sua carriera ad alto livello e le reti segnate rispetto alle presenze totali. È ovvio che ci possono essere altri metri di giudizio, come i successi o i trofei, ma questi dipendono anche dalla squadra in cui questi fenomeni, perché di tali si tratta, hanno militato.
Ne ho identificati 4, e ne cito un quinto, che pur essendo stato un grande giocatore, è per me ad una certa distanza dagli altri 4. Sono vecchio e pure io in fase di estinzione come nell'ordine naturale delle cose e se mi sono dimenticato qualcuno chiedo scusa.

Comincio dal primo: Gianni Rivera. Gioca 20 anni e realizza 170 gol in 684 presenze. Ha un torso gracile su gambe muscolose. Tanto che si becca ingiustamente l'epiteto di Abatino, molto spregiativo, dal guru giornalistico dell'epoca, l'omonimo, quasi, Gianni Brera. Giocatore di classe pura, non veloce, dal passaggio illuminante, dalla visione di gioco perfetta e quasi visionaria. La sua media è 0,25 e una carriera di 20 anni.
Il secondo è Roby Baggio. Tecnica sublime, grande realizzatore, grande movimento. Segna 291 gol in 643 presenze, media 0,45. Una carriera di costante grandezza non più lunga di circa 15 anni però.
Il terzo è Francesco Totti,
il vero perfetto giocatore universale di attacco, classe sublime, grandissimo realizzatore, 307 reti in 786 presenze, media 0,39 e una carriera di ben oltre 20 anni.
Il quarto è Alex Del Piero, giustamente chiamato Pinturicchio per la stupefacente preziosità e nitidezza del suo fare calcio. Media gol da vero bomber 316 gol con 777 presenze. 20 anni di carriera ad alto livello, media 0,41.
C'è un quinto che voglio citare, forse non allo stesso livello, ma un grande 10 comunque, Giancarlo Antognoni. 480 presenze e 79 gol, media 0,16, con una fulgida carriera di oltre 15 anni.

E allora veniamo alla mia classifica personale, contestabile ovviamente per i tanti motivi sopra citati. I dati li trovo in rete su Wiki. Se ho sbagliato mi scuso ancora. E poi forse non è nemmeno corretto paragonare i grandi giocatori di epoche diverse, ma guardate che in fondo il gioco del calcio, come si dice a Milano... "l'e' semper quel", e forse non è poi così sbagliato, se non altro come omaggio ai grandi campioni ricordandoli, e anche molto modestamente per me scrittore di calcio dilettante, farlo.
Quindi la mia classifica è la seguente, e abbiate pazienza, è una mia opinione: 1° Alex, 2° Francesco 3° Gianni 4° Roby, per via di un declino anticipato rispetto agli altri. Sono stati tutti grandissimi.
Possono essere sicuramente riposizionati in maniera diversa, ma il bello del calcio è che lo si può vedere con il cuore, con le statistiche e con la passione e comunque rimane il gioco più bello da sempre.