Un giorno, forse, qualcuno mi spiegherà perché su Shamrock Rovers - Milan era stato creato questo clima da armageddon, da giudizio finale, come se l'avversario fosse il Liverpool. A metà del primo tempo, quando i rossoneri si sono scrollati di dosso un pericoloso accenno di nervosismo, lo Shamrock si è rivelato ciò che è: la succursale delle migliori terze scelte del calcio irlandese. Dico le terze scelte, perché le prime sono da sempre destinate al calcio inglese e le seconde al calcio scozzese. Dico anche le migliori, perché questi volenterosi giovanotti della verde isola, sono primi nel loro modesto campionato con molti punti di vantaggio. La trapattonite, per cui anche il dopolavoro dell'Ospizio Carità viene presentato come una compagine di fulmini di guerra, poteva essere giustificata dalla necessità di mantenere concentrata la squadra, ma fino a un certo punto. Pareva che l'intera quarta dimensione milanista, passato-presente-futuro, fosse pericolosamente in pericolo in quello stadio per pochi intimi che risponde al nome di Tallaght Stadium.

Nei primi 20 minuti il Milan è stato condizionato in negativo dal tam-tam terroristico sullo Shamrock: squadra tosta che pratica un calcio gagliardo e ha già nelle gambe dieci giornate di campionato, conducendo a vele spiegate la prestigiosa Premier League irlandese su compagini terribili come Dundalk, Cork, Derry, Sligo Rovers e consimili mostri mitologici. Nei primi 20 minuti, ripeto, i rossoneri sono stati nervosi oltre misura, facendo proprio ciò che non bisogna fare contro avversari modesti, ma fisicamente gagliardi e in forma, ovvero cercare di sfondare di prepotenza. Si sono visti palloni scaraventati dalle fasce e dal centro nella mischia dell'area di rigore, dove prevaleva il quadrato degli irlandesi asserragliati in difesa. Saelemaekers, poi, ha fatto due falli consecutivi inutili a centrocampo, entrambi da ammonizione, ma è stato graziato in tutti e due i casi dal signor Farkas, che nel secondo tempo ha ammonito l'irlandese Grace per un fallo simile. Greene, un buon attaccante dotato di progressione e controllo palla, si è bevuto la difesa del Milan e ha incrociato di sinistro in porta. Troppo defilata la conclusione per essere letale, ma se Donnarumma avesse dormito, il tiro avrebbe potuto fare danni. Per fortuna Gigio era attento, come si conviene a un portiere ormai esperto e di classe internazionale, per cui la conclusione si è spenta sui guantoni. La secchiata d'acqua è stata salutare, perché da lì è iniziata un'altra partita.

Ritorniamo ora indietro nel tempo, come se la partita fosse in corso.
Al 22', risvegliato da Greene, il Milan si ricorda che, se sai giocare a pallone e l'avversario no, devi tenere la palla a terra: Hernandez-Ibra-Chala-Ibra, una sequenza di scambi rapidi e al bacio per il vantaggio rossonero. Nell'occasione il gigantesco Mannus dimostra di essere il classico giocatore diventato portiere, perché è alto e, non sapendo giocare in altri ruoli, da ragazzino è stato dirottato tra i pali fra lo scetticismo dei compagni. Il ragazzone dell'Ulster non fa quel movimento, richiesto dal manuale del calcio, che ridurrebbe lo specchio della porta a disposizione di Ibra, ma resta fermo come un birillo al centro della porta. La partita, per certi versi, finisce qui. Lo Shamrock si riversa in avanti con comprensibile orgoglio e per qualche minuto il match diventa confuso. Con uno splendido scambio palla a terra i rossoneri consentono a Ibra di servire Castillejo in contropiede, ma la conclusione dello spagnolo è fermata quando sembra destinata a infilarsi nella porta vuota. Greene ripete a destra il movimento con cui ha già aggirato la difesa rossonera, anche se la conclusione, molto defilata come la precedente, si spegne su Donnarumma ben piazzato. Gabbia, ma non solo lui, perde Lopes su un cross alto e qui lo Shamrock si spegne serenamente. Da quel momento i rossoneri fanno girare la palla a pelo d'erba e gli avversari si sfiancano correndo a vuoto. Il Milan potrebbe segnare ancora più volte e prende una traversa con una contorsione di Ibra che rovescia in area. Al 66° vediamo Kessie-Chala-Saelemaekers-Chala, un babà di scambio a pelo d'erba, e la palla del turco si infila nell'angolo alto con i volenterosi irlandesi che ancora cercano la palla, visto che non l'hanno vista per tutta l'azione.

Ora che Ibra e Chala, da impeccabili burocrati, hanno timbrato e archiviato la pratica Shamrock Rovers, il Milan si appresta a incontrare il Bodo Glimt, che nella Coppa delle Coppe del 1978-79 fu eliminato dall'Inter con un 5-0 a San Siro e un 1-2 in Scandinavia. Spero che almeno nel caso dei norvegesi venga risparmiato lo psicodramma dei terribili avversari, molto avanti nella preparazione ecc. . Ragazzi, stiamo disputando una coppa internazionale e dobbiamo esserne degni, quantomeno al punto da affrontare senza tanti pianti il Bodo! Certo il calcio oggi è livellato, ma se ti poni dubbi esistenziali per Shamrock e Bodo, forse non sei degno neanche di fare la serie A.

Quanto ai singoli, Calabria appare in grande spolvero, ma per convincermi di non essere uno dai piedi a ferro da stiro, deve fare bene contro avversari migliori di Monza, Vicenza, Brescia e Shamrock. Per le serie inferiori Calabria sarebbe di certo un bel giocatore, poi bisognerebbe vedere se, finalmente, è pronto per la serie A e per il calcio internazionale. Salemaekers ha mostrato un inizio da brividi, anche perché era fuori posizione, ma si è ripreso bene. Gabbia al momento non è da alti livelli, ma con Romagnoli a comandare la difesa, forse avrebbe fatto meglio. Chiesa sarebbe sicuramente meglio di Castillejo, ma è della Fiorentina. Se non si considerasse ciò, si ragionerebbe come quel marito che si lamenta del fatto che Scarlett Johansson è meglio della sua signora, una donna carina, ma normale. Bella scoperta, vero?

In generale, quando il Milan ha avuto l'accortezza di tenere la palla a terra, ha mostrato di essere ancora la squadra della ripresa dopo il lock-down, una compagine che gioca un calcio divertente ed efficace nel contempo. Quando saranno completi in tutti i reparti, i rossoneri saranno una forza del campionato con ambizioni, forse, non limitate al quarto posto. Il rischio sta solo nell'evidente emotività di Pioli, che pure è un tecnico preparato e creativo, mostrata nell'approccio al match di coppa. Contiamo su Ibra e sul suo temperamento guascone per compensare le incertezze del tecnico.