La Francia con la sua Capitale, Parigi, è da sempre una delle terre più affascinanti del vecchio continente. Una nazione che ha saputo offrire molte doti, qualità, numerosi talenti, dai poeti ai pittori, fino ad arrivare ai tempi più moderni, con artisti che si sono costruiti, partendo dai borghi parigini, una carriera internazionale in ambito musicale, come David Guetta e Bob Sinclair.
Una patria, quella francese, che ha scritto numerose pagine di storia, dalla Rivoluzione Francese, che ha dato modo per la prima volta di parlare di stato-nazione, all'Illuminismo (anche se alla nascita parlava inglese), per poi passare a volti indimenticabili come Napoleone Bonaparte. Insomma, difficile pensare all'Europa senza il tricolore a strisce blu, bianco e rosso, tonalità che richiamano a dei significati ben specifici: il blu come serenità ma anche malinconia; il rosso è associato al pericolo, alla rabbia, alla passione; il bianco simboleggia purezza e pace.
Mai come in questo periodo, i colori della bandiera transalpina, eccetto il bianco, rispecchiano lo status mentale di uno degli uomini più potenti al mondo e proprietario della squadra del Paris Saint-Germain.  
Di chi stiamo parlando? Ma del magnate qatariota Nasser Al-Khelaïfi. Cosa sta succedendo?
Andiamo con ordine.

Tutto ebbe inizio nel 2011, quando Al- Khelaïfi divenne proprietario e presidente del Paris. Egli si presentò come l'uomo che avrebbe portato il club parigino ai massimi livelli del calcio mondiale. In effetti, almeno per quel che concerne le campagne acquisti svolte in ogni finestra di mercato, si rivelò tale senza tradire le aspettative dei tifosi. Ogni desiderio iniziò a diventare realtà!  
Grandi investimenti e cifre da capogiro iniziarono a caratterizzare questa società calcistica. Budget economici messi a disposizione che inevitabilmente, all'epoca, fecero grande scalpore agli occhi degli altri club europei, poiché quest'ultimi neanche lontanamente immaginavano di poter investire tali somme di denaro per un singolo calciatore.
Tutte queste operazioni di mercato hanno messo il PSG in una condizione di dominio rispetto alle altre squadre della Ligue 1, una supremazia però limitata ai confini nazionali, dato che non è mai riuscito ad ottenere un trofeo europeo. Un aspetto, quest'ultimo, che porta a riflettere, anche se prima di giungere a delle conclusioni è interessante fare un excursus storico della presidenza qatariota all'ombra della Tour Eiffel.   

La prima finestra di mercato fu quella del 2011, venne affidata ad una vecchia conoscenza della nostra Serie A, un volto noto ai tifosi rossoneri, Leonardo. Furono spesi ben 107 mln di euro. I profili scelti: Gameiro, un investimento di 11 mln versati al Lorient; Pastore fu il più caro, venne prelevato dal Palermo per una cifra pari a 42 mln di euro. Di seguito arrivarono anche Matuidi, Menez, Sissoko e Sirigu altri di acquisti che sommati portano a quasi 30 mln. A gennaio 2012 di certo non si fece scrupoli ad operare di nuovo sul mercato: Thiago Motta dall'Inter per 11,5 mlnAlex  5 mln e Maxwell 3,5 mln rispettivamente da Chelsea e Barcellona.   

Risultati? Secondo posto in campionato e nessuna finale di coppa nazionale e internazionale.   
Nella stagione 2012/2013 il budget di spesa per il mercato messo a disposizione arrivò ad una cifra di 151 mln di euro.
Acquisti: Thiago Silva, il più caro, e Ibrahimovic per un totale di  63 milioni versati nelle casse del MilanLavezzi dal Napoli per 30 mln; Verratti dal Pescara 12 mln; Lucas 40 milioni a gennaio ai brasiliani del San Paolo (il secondo più caro); Van Der Wiel 6 milioni all'Ajax; e due colpi a zero, uno dalle giovanili del club sale Adrien Rabiot, e l'altro, la ciliegina sulla tortaDavid Beckham.   
Esiti? Vittoria del campionato e un altro flop in chiave europea.   

Stagione 2013/2014, soldi spesi 136 mln. Anche in questa sessione di mercato arrivarono altri volti dal campionato italiano: Cavani dal Napoli, Marquinhos dalla Roma. Ad aggiungersi alla lista dei nuovi innesti fu il nome di Digne dal Lille e Cabaye dal New Castle.  
Risultati? Un bel tris messo a segno questa volta dal PSG con la vittoria di un altro campionato e il successo in Coppa di Lega e Coppa di Francia.

La stagione 2014/2015 fu anomala, poiché furono investiti 50 mln di euro per l'unico giocatore acquistato, ovvero David Luiz prelevato dal Chelsea.
Esiti? Sembra assurdo, ma proprio in questa stagione, il Paris vinse Campionato, Coppa di Francia, Coppa di lega e Supercoppa di Francia.

Nella stagione 2015/2016 sono stati messi a segno 4 colpi per un investimento pari a più di 116 mln di euro: 
Angel Di Maria, il più caro della stagione, preso per 63 milioni dal Manchester United; Kurzawa per 25 milioni dal Monaco; il riscatto di Aurier per 10 milioni; il portiere Trapp dall'Eintracht per 9,5 mln; e Stambouli dal Tottenham  per 8,6 mln di euro.   
Risultati? Una nuova vittoria nel campionato e l'ennesimo dominio nelle coppe nazionali, portandole di fatto casa tutte e tre.

Stagione 2016/2017, 7 acquisti per un totale di circa 135 mln di euro: a gennaio furono spesi 36 milioni per Draxler dal Wolfsburg e 30 milioni per Guedes dal Benfica.
A giugno arrivarono Jesé 25 milioni versati nelle casse del Real Madrid; Krychowiak 27,5 mln al Siviglia; Lo Celso 10 milioni al Rosario; Meunier 6 milioni al Bruges; e Ben Arfa svincolato.
Esiti? Dominio solo nelle coppe di Francia e grande flop sia in campionato che in Champions League, in cui il Paris fu eliminato agli ottavi dal Barcellona che compì l'impresa di ribaltare il 4-0 dell'andata, con un incredibile 6-1 al Camp Nou. 
 

Stagione 2017/2018, segnò l'epoca dei record: 223 mln di euro spesi per 5 acquisti.
Fu l'anno in cui i parigini acquistarono Neymar JR dal Barcellona per una cifra astronomica di 222 mln di euro
e non solo, perché Al Khelaïfi mandò in visibilio i tifosi prelevando l'enfant prodige Mbappé dal Monaco. Ai 222 milioni di Neymar si sommano i 16 per Yuri Berchiche dalla Real Sociedad, in più Dani Alves e Lassana Diarra a paremetro zero.   
Risultati? Questo doveva essere l'anno del dominio anche in Europa, e invece sono arrivate soltanto gioie nazionali.     

Stagione 2018/2019 siglò 5 acquisti per un importo pari a 227 mln di euro: Mbappé, riscattato a 145 milioni; Paredes 40 milioni a gennaio prelevato dallo Zenit; In estate arrivò Kehrer per 37 milioni dallo Schalke; Bernat per 5 milioni dal Bayern; e poi  i colpi a zero con Choupo-Moting; e infine Buffon dalla Juve.   
In questa stagione il Paris Saint-Germani raccolse il minimo indispensabile: lo scudetto, la Coppa di Francia e la Supercoppa. 
Nella stagione 2019/2020 furono spesi altri 95 mln per altri 7 acquisti, tra cui figurava anche l'ex attaccante neroazzurro Mauro Icardi. Durante quest'annata calcistica, condizionata dalla pandemia, il PSG riuscì quasi nell'impresa di vincere tutto, poiché, dopo aver dominato in Francia su tutti i fronti, stava per mettere mano sulla Coppa dalle grandi orecchie. Questo sogno sfumò a causa di un ex, Coman, che fece vincere il titolo ai tedeschi del Bayern Monaco.   

Milioni e Milioni caratterizzarono pure la stagione successiva che fece vestire la maglia blu anche alla pulce Lionel Messi, Sergio Ramos e Gigio Donnarumma. Il PSG si ritrovò in squadra il trio delle meraviglie, un attacco che forse neanche in un videogame si riuscirebbe ad ottenere, Messi, Mbappé e Neymar JR. Chiunque avrebbe scommesso in un dominio senza eguali al livello mondiale, eppure questa squadra è riuscita a vincere, a fatica, soltanto la Ligue 1.

Con la calcolatrice alla mano, il denaro speso dalla gestione Al- Khelaïfi, in ben 12 anni, è pari a 1552 miliardi di euro. Una somma che avrebbe dovuto garantire al Paris minimo un decennio di vittorie in Champions League, Supercoppe europee, Mondiali per Club, e invece nulla di tutto questo... 
Esiti che hanno inevitabilmente portato malcontenti tra gli spalti già da qualche anno, anche se in quest'ultima sessione di Calciomercato pare che anche all'interno della squadra vi sia in atto una vera e proprio tempesta. Il pavimento, il parquet nelle stanze del castello costruito dal magnate qatariota, sta scricchiolando più che mai.

La reggia parigina di sta sgretolando pezzo per pezzo. Non solo Messi, che ha lasciato la corte transalpina a fine stagione per sposare il progetto oltreoceano dell'Inter Miami e Neymar, che da tempo sembra voglia tornare al Barcellona, ma è la perdita del muro maestro della squadra, della freccia d'attacco più forte del mondo, Mbappé, a mettere a repentaglio il futuro del PSG.
L'enfant prodige vuole coronare il sogno di vestire la casacca blancos dei Galacticos,
 ha voglia di vincere con il Real Madrid. In queste ore c'è grande tensione nel club, poiché Nasser Al -Khelaïfi non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una situazione del genere.  

Cosa sta succedendo?
Dopo aver proposto diverse volte il rinnovo di contratto e aver ricevuto continuamente dei "no" dal gioielllino francese classe 1998, sembra essersi creata una rottura irreparabile
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Nelle ultime ore, il presidente qatariota ha messo fuori rosa Kilyan e fatto ritirare i kit di quest'ultimo dai negozi, inoltre, anche il suo volto sembra non figurare più al Parco dei Principi.
La situazione è molto delicata: da un parte, Mbappé, vuole finire a scadenza di contratto nel 2024 e andarsene via a parametro zero il prossimo anno per approdare al Real Madrid. Dall'altra, Al Khelaïfi non ha per niente gradito l'atteggiamento del francese, ed è pronto a punirlo mettendolo fuori rosa per l'intera stagione. L'unica soluzione sarebbe di lasciarlo partire, ma per una cifra che si aggira intorno ai 250 mln di euro. 
Florentino Pérez dovrebbe sborsare la cifra richiesta dal PSG, ma va da sé che per un giocatore in scadenza di contratto il prossimo anno, e che quindi si ha la possibilità di prendere a zero nei prossimi mesi, è un'operazione che comporterebbe uno sforzo economico vano.

Una situazione, che sta minando anche l'ecosistema della squadra e del suo neo allenatore, Luis Enrique, tanto che alcune fonti spagnole hanno riportato che l'allenatore non è più entusiasta come all'inizio. Una notizia che poi è stata smentita, forse per non gettare benzina sul fuoco, ma che ha procurato ulteriore instabilità.   

Un braccio di ferro, che a mente fredda, se ci si pensa, non conviene a nessuna delle due parti: il PSG lo perderebbe a zero il prossimo anno, mentre Mbappé rischierebbe di essere fuori allenamento nella stagione che porta agli Europei 2024 in Germania con la nazionale francese, ragion per cui è molto probabile che nei prossimi giorni si potrebbero verificare dei nuovi risvolti, magari un abbassamento delle pretese sul cartellino di Donatello ( soprannominato così dai suoi compagni per essere il più intelligente della squadra, un riferimento alle tartarughe ninja, in cui Donatello è il cervellone del gruppo).   

Il caso PSG fa riflettere, porta alla conclusione che in fin dei conti il Calcio è uno sport di gruppo, dove a fare la differenza non sono solo ed esclusivamente i soldi e i singoli giocatori, ma lo spirito di coesione e l'impegno messo in atto dai calciatori chiamati a dare il massimo per la maglia che indossano.   
I soldi non fanno la felicità: vero Nasser?