Quasi un secolo fa ci fu una trasmissione radiofonica trasmessa negli States, nella quale Orson Welles, grande attore, immaginava lo sbarco degli alieni sul nostro pianeta. La trasmissione sembrava talmente vera che molti ebbero paura, pensando che avvenisse veramente, tanto che ci furono pure dei suicidi. Da allora si pensò sempre che il grande pericolo fossero i "Marziani".
Oggi, con le tecnologie che abbiamo, pensiamo che forse i marziani avrebbero bisogno di cure e di beni di prima necessità, vista la desolazione in cui versa quest'affascinante pianeta del nostro sistema solare. Ma nel contempo, abbiamo preso l'uso della parola "marziano" per indicare chi è in grado di distinguersi nello sport, ed addirittura ne facciamo un'icona del mondo dei campioni. Questo significherebbe che se sono marziani, sono imbattibili.
Ma di imbattibile nello sport non c'è nessuno. Possono esserci squadre che vincono per anni, ma che poi vengono battute, e persino a volte umiliate, spesso per la presunzione di essere i migliori. Ma nella vita come nella politica, chi vince gode, ma chi perde si organizza per vincere. E' una ricerca continua del miglioramento della prestazione sportiva, e delle tecniche o tattiche che possono risvegliare una propensione a vincere, a comprendere dove l'avversario è debole, e quali sono i punti essenziali del loro sistema di gioco, o dei limiti fisici. Abbiamo tanti esempi, come la Juventus dei nove scudetti, che spesso perdeva anche delle partite facili, almeno sulla carta. Del Milan di Sacchi, che a Torino perse tre a zero contro una Juventus molto inferiore tecnicamente e fisicamente. Oppure dell'Ajax di Cruijff, squadrone che per tre anni vinse tutto, ma che poi seguì un veloce declino.
Insomma, di infallibile e di imbattibile non c'è nessuno e l'appellativo marziani lascia qualche dubbio, perché alla fine i poveri alieni non ci sono e non si sono mai materializzati.
E così l'appellativo è stato usato ieri per definire il Paris San Germain, squadrone pieno di talenti e campioni, che all'inizo ha surclassato la povera Juventus, ma che alla fine per buona sorte non ha pareggiato un incontro già vinto nel primo tempo. Certo, Neymar, Messi e Mbappé fanno paura. Ma se sono così forti perché, a parte il campionato nazionale, in Europa non vincono mai? Forse perché troppi galli nel pollaio fanno male alla fattoria? Ricordiamo che hanno anche giocatori come Verratti, Marquinhos, Donnarumma ed altri che sono veramente dei campioni, ma l'anno scorso, contro un Real ben motivato, hanno mostrato la corda. 

Nella partita di ieri, è bastato alla Juventus del secondo tempo giocare con maggior velocità e più attenzione alle marcature, per metterli in difficoltà e riaprire la partita.  E nel primo tempo, se Milik incorna meglio il cross di Cuadrado la partita si mette già in parità. E nell'occasione è mancata molta capacità di determinazione e grinta perché si poteva segnare senza molti problemi, visto il perdurare dell'azione nell'area, e i giocatori della Juventus erano  piuttosto disattenti allo svolgimento degli sviluppi conseguenti.
Parliamoci chiaro! Messi cammina, Neymar fa grandi sceneggiate (altro che Cuadrado) e Mbappé non torna e aspetta di mettersi in moto poche volte in partita; quando lo fa diventa devastante, ma spesso è assente e sui due gol di ieri, nel primo Perin poteva fare meglio, nel secondo ha azzeccato una ciabattata di mezza caviglia e collo, che fortunosamente si è indirizzata nell'angolo lontano da Perin.
Kilian ha spesso pause di assenza dal gioco, e se la partita si mette male, non scuote la compagnia come dovrebbe fare un campione come lui. Sul fatto che la squadra corra molto, ho i miei dubbi, perché in realtà il Paris SG corre bene. Nel senso che tiene bene le distanze tra i reparti, gioca a zona e sanno come trovarsi a memoria, quello che ancora la Juventus non ha assimilato.
La Juventus di ieri aveva tre assenze importanti: Chiesa, Pogba e Di Maria. Come se avessero tolto al PSG Neymar, Messi e Mbappé. In più Paredes alla seconda partita (ottimo elemento), e con giocatori come Kostic, Bremer e Milik arrivati da meno di un mese. Francamente la Juventus ha fatto anche troppo.
Ma non illudiamoci, i problemi non mancano. Bonucci non ha più la tenuta di una volta, e nemmeno i lanci. A sinistra non c'è un terzino che proponga fisicità e tecnica. A destra Danilo gioca sempre da grande interprete del gioco e buon lettore delle situazioni, ma spesso è solo, perché Cuadrado non sa marcare. In mezzo al campo Paredes ci ha messo un tempo a capire cosa doveva fare, mentre Miretti si è  scontrato contro una realtà ancora troppo grande per lui, e a diciannove anni lottare contro giocatori "scafati" e forti come quelli di ieri sera non era impresa  per cuori teneri. Ha comunque mostrato i denti quando ce n'è stato bisogno, peccato che l'arbitro lo abbia punito oltre i demeriti, comminandogli un giallo troppo severo, visto come aveva giudicato le stesse entrate dei francesi durante tutta la gara.
Questa è ancora una squadra in itinere, ma continua a mancare di qualcosa, ed è quel qualcosa che la costringe a subire il gioco degli avversari. Non riesce a spostare i quinti in avanti, arretrando sempre l'azione, e non potendo mai usufruire di  un veloce recupero di palla. In mezzo avrebbe bisogno di Pogba, o di un "carneade" pronto ad azzannare le caviglie degli avversari. E soprattutto, più freschezza atletica. La Juventus vista ieri sera ha ancora le gambe pesanti, e questo spiega la difficoltà a vincere i contrasti ed a ripartire. Vlahovic sembra che non scatti, Cuadrado va ai due all'ora, e solo per fare alcuni esempi. Rabiot ha lottato, ma ha sempre lo stesso problema: non dà continuità al suo gioco e spesso perde palloni con giocate avventate ed incomprensioni con i compagni. Kostic è sicuramente un giocatore interessante, ma spesso non sa ancora come inserirsi negli schemi dei compagni, visto il poco tempo che gioca con loro. 

Tornando ai "marziani", ieri non se n'è vista traccia. Forse ci sono giocatori fuori dal comune, lo ammetto. Ma così imbattibili, come si dice spesso, non li trovo proprio. Ricordiamoci che nel PSG hanno giocato anche Di Maria, Paredes, Icardi (mai esploso), Thiago Silva, eppure non sono mai arrivati a vincere trofei importanti, almeno in Europa. Oggi sembra anche un cimitero degli elefanti, vista l'età media alta e l'arrivo di un certo Sergio Ramos, ex Real, ma che non sembra abbia inciso nella squadra, se non a livello di compensi.
Restano però tanti dubbi, su come si controlli il doping in Europa, e come l'UEFA sia assolutamente assente su questi controlli, che non scoprono mai nessuno, ma che anzi sembrano fatti per coprire qualcuno. Mi riferisco alla vicenda di Ramos, che fu trovato positivo dopo la finale contro la Juventus a Berlino. Eppure anche lì, tarallucci e vino. Se fosse accaduto a qualche giocatore di squadre italiane, avrei voluto vedere cosa succedeva. Ricordo che Messi andò qualche tempo fa in una clinica italiana per disintossicarsi, e la spiegazione ufficiale fu per dimagrire e seguire una dieta proteica adatta alle prestazioni da atleta.
Mi trovo perplesso. Chi gioca campionati, soprattutto a quei livelli, di ingrassare tempo non ne ha, nemmeno se mangia un vitello tutti i giorni a pranzo. E restano inspiegabili le prestazioni casalinghe di alcune squadre che l'anno scorso fecero faville e sembravano tutti "marziani", per diventare  improvvisamente terrestri la partita dopo, anzi quasi scarsi.

L'interrogativo è d'obbligo, perché noi pensiamo che il nostro calcio sia meno bello e meno evoluto di quello anglosassone o tedesco, o che dalle loro parti si corre di più. Ma poi alla contro prova, vediamo che i nostri giocatori emigrati da quelle parti non sfigurano ed anzi... fanno a volte la differenza.
C'è da meditare, e parecchio!