Mi aspettavo che prima o poi uscisse dal silenzio e francamente è uscito con il botto anzi con i botti con largo anticipo sui fuochi di San Silvestro. Quello che esce dalla intervista di Paolo Maldini che per me, come nome, significa gloria rossonera da 60 anni, è un ritratto direi poco confortante della attuale situazione del Milan. I particolari della sua cacciata sono abbastanza sconcertanti per il modo come una competenza e una storia sono state eliminate. Rimane confermato il fatto che, secondo una mia interpretazione, Maldini sia stato eliminato pur essendo in totale sintonia con la visione societaria e quindi evidentemente per una pura questione di fastidio dato da un competente di fronte a una schiera che tali stanno dimostrando di esserlo molto meno. Non è certo un caso che richiami gli stessi sistemi usati con Boban e quindi è tutta la gestione Elliott e Cardinale sotto accusa per una modalità di conduzione di una Società gloriosa che viene usata come una società di import export.. Oppure per sole manovre speculative come da sempre del resto un fondo speculativo dell'importanza di Elliott possiede come caratteristica costituzionale.
E sono contento di avere sempre mantenuto questa linea critica fin dall'inizio. Maldini e i tanti Cardinale followers a partire dai redattori della Rosea che questa proprietà l'hanno sempre sostenuta non ne escono benissimo. Mentre esce da questa intervista un amore incondizionato per i colori, un rispetto, per una tradizione ridotta ad un mercato di buy and sell.
Rimanda giustamente ai vantaggi economici della sua gestione, come la valorizzazione degli acquisti da lui fatti. Ammette da persona seria qual è anche gli errori come del resto tutti possono fare. Ridimensiona il ridicolo ruolo della intelligenza artificiale giustamente intesa come strumento di supporto per persone “competenti” che siano in grado di utilizzarla come Massara, rivela, sapeva usare benissimo. Basta guardare l'attuale territorio di applicazione di questo sbandierato Moneyball, che riguarda più propriamente sport fatti con le mani e non con i piedi. Il Tolosa dopo la fiammata della Coppa, ora viaggia in una desolante 15esima posizione nel campionato francese. Rivela un Piano di miglioramento  triennale che si basava su una crescita congrua, nemmeno preso in considerazione.
Ha parole anche di complimento per un allenatore al quale dà giusti meriti, magari sorvolando, da quel signore che è, sul suo del resto solo ipotetico coinvolgimento nella sua cacciata, e da calciatore, e grande campione, rivela anche la fragilità dei giovani improvvisamente catapultati a scene di ribalta mediatica magari insopportabili e quindi necessariamente da sostenere da parte di persone competenti e carismatiche che questi passaggi subitanei sono capaci di gestirli, creando anche le occasioni di un progressivo ambientamento. In questo appare veramente grottesca la non partecipazione di alcun dirigente alla importante trasferta di Lecce oppure l'evidente flop, tanto sbandierato, dell'azione Milan sul nuovo stadio, evidenziandone un evidente fallimento.
Fa giustamente notare che il discorso dello stadio è totalmente fumo negli occhi, visto che in 5 anni non si è arrivati a niente. Forse un tempo anche troppo lungo per una burocrazia come quella nostra e quindi dà una chiara patente di inadeguatezza alla conduzione di questo progetto sempre ritenuto fondamentale. Giunge persino a dire che il Nuovo San Siro dovrebbe essere dato ai cugini meneghini che ha avuto per anni come rivali! Rivela altresì la necessità che la voce dei giocatori e degli allenatori insieme all'amico Boban, sia più ascoltata e questo riprende anche tante mie osservazioni sulle assurde applicazioni della tecnologia che stanno snaturando completamente il gioco più bello del mondo. Rivela che la ricerca di un nuovo allenatore era nella normale ricerca del miglioramento e quindi non è in contraddizione con il rinnovo del contratto a Pioli. Chiaro come invece lo scontro sul nuovo stadio sia stato forse uno dei motivi fondamentali della cacciata. Tutti i cosiddetti tifosi che distribuiscono, in quanto Cardinale followers, patenti di appartenenza rossonera ora magari possono capire che le idee di Maldini andavano verso un utilizzo più ampio e popolare che una concezione ridotta e quindi più elitaria e puramente speculativa dell'impianto . In fondo solo uno dei tanti mezzi in una concezione di “Franchigia” in stile USA che non vedo come possa applicarsi in Italia. In un'ottica di sviluppo più di business che di sviluppo sportivo. Ovviamente può darsi che questa modalità di gestione possa magari essere il futuro delle Società di Calcio. E quindi rimango giurassicamente ai tempi dei presidenti veri alla Rizzoli, e quindi trovo l'attuale proprietario Inter, seppure con tutte le difficoltà finanziarie, molto più in linea su un concetto di Presidente calcistico tradizionale di quanto lo sia quello, per lo meno formalmente, di quello attuale del Milan. Giustamente non avrebbe mai dato via un giocatore di grande prospettiva come Tonali e probabilmente avrebbe continuato ad essere quell'indispensabile collegamento di esperienza e di capacità tecnica che oggi clamorosamente manca, come risulta evidente dalle esternazioni e dai comportamenti dei giocatori più importanti.
Fa notare la totale dicotomia di budget tra quelli a lui assegnati durante il suo mandato, peraltro pure  assente in poteri di firma, e di quanto invece sia stato assegnato a piene mani dopo la sua uscita. Cosa di cui non può che essere contento, peraltro. Il che quindi diminuisce la dimensione a lui attribuita e quindi totalmente esagerata relativamente alle sue responsabilità sulle uscite, ad esempio, dei giocatori più importanti. Visto che evidentemente certe uscite se ne avesse avuto l'autorità, non le avrebbe di certo permesse.
Di conseguenza ha totalmente ragione Velox quando afferma che la campagna acquisti è una campagna di pura sostituzione e non di miglioramento qualitativo oppure di rinforzo, nella filosofia del buy and sell, quasi fossimo una bancarella al mercato delle Pulci. E questo è l'altro motivo alla base della sua cacciata. Rivolge una forma di monito/suggerimento anche a Ibra che ancora rimane dubbioso sul suo ingresso visto che ieri, in una ormai successione temporale di settimane, era sicuro e oggi no. Ricorda molto i sempre sicuri ingressi di giocatori che hanno detto no e sono andati altrove. Mancava forse un corrispettivo di un viaggio di Maldini a convincere Theo a venire al Milan?
Difficile che un personaggio sanguigno come Ibra possa avere le modalità di un Maldini e magari dopo quanto rivelato qualche punto interrogativo sull'ambientino che trova al Milan potrebbe anche porselo. Considero l'intervento di milanmaniaco sulla moria di infortuni davvero illuminante, e ancora una volta un personaggio come Paolo avrebbe avuto, data la sua esperienza pure con altri allenatori , qualcosa da suggerire oppure meglio interpretare un fenomeno che al Milan giudicano tuttora “misterioso” e che forse tanto misterioso non è. In definitiva di tutte le squadre italiane impegnate in Europa in questa ultima tre giorni, quella che esce con più alta possibilità di esclusione è solo il Milan.
Come ho avuto modo di ribadire parlare di gironi difficili o facili è, a mio avviso incongruo, nel senso che qualunque sia la competizione il confronto sulla qualità è quello che decide. Abbiamo visto un Napoli impegnare il Real quasi alla pari ma ovviamente con una qualità inferiore. Una Inter totalmente schierata con riserve ma rimessa in carreggiata da un bravo allenatore ma soprattutto da una qualità che ha impedito una imbarazzante disfatta. La Dea, che un articolista accreditato e direi alquanto distratto, accomuna ad una Udinese nella  pura “partecipazione”, in maniera davvero ridicola e discutibile, pur nel massimo rispetto per l'Udinese,  che primeggia internazionalmente, anche con fortuna, ma nel calcio ci sta e il gol mancato di Scamacca non è giustificabile in un giocatore della sua caratura, soprattutto in quella fase di partita. La Dea da anni “compete”, non “partecipa” in ambito non solo nazionale ma pure internazionale. E costituisce un esempio di come si governa una Società di calcio con un Presidente sempre presente anche se oggi è in minoranza societaria. Un esempio, prima e sempre sportivo e poi comunque coniugato con una sana gestione. Anche la Lazio e la Viola tanto criticate hanno dato importanti segnali di qualità in Europa.
Possiamo dire lo stesso del Milan di oggi? Maldini dice di no. Ovvio è la sua parola, ma visto il lungo tempo di silenzio, è una parola molto pesata e meditata, ma fermamente credo che sia una parola veramente rossonera. Rimango comunque fiducioso che, quelli che finora questa qualità internazionale non l'hanno mostrata, a Newcastle si riscattino con una prova convincente, ma se si venisse esclusi, sarebbe troppo semplice dopo le parole di Maldini, concentrare, per quanto rigorose possano essere le analisi tecniche di Zardo, Velox e Frankie, solo su Pioli. Sarà tutto il sistema Milan come conduzione societaria che Maldini evidenzia, ad essere messo in discussione. Ritornano d'attualità le parole di Ancelotti, lapidarie dopo la cacciata di un competente.

Sono di un'età che ha visto la Proprietà in stile Rizzoli e altri e per lungo tempo di Berlusconi, anche se il modo con cui ha mollato il Milan non può essere considerato pari a quello con cui era entrato, rispettando comunque profondamente il Milan e quello che ha sempre rappresentato nel calcio mondiale. Francamente in questa Proprietà che converge in una fondo speculativo francamente non mi riconosco. Anche i tanti e ancora non so quanti continueranno ad esserlo sugli spalti con le loro meravigliose coreografie che, invece ora sono Cardinale supporters, forse  cominceranno a riconsiderare queste parole rossonere e poi è noto che nel loro piccolo anche le formiche si inc... e i tifosi sono quelli che soprattutto fanno il Milan e vanno rispettati.
San Siro non è un campetto di periferia e alla Scala non durano a lungo i tenori che steccano.