Oggi 10 febbraio 2019, all' Etihad Stadium di Manchester, abbiamo visto cose che gli Allegri non ne possono capire l'esistenza.

Tra il City di Guardiola e il Chelsea di Sarri è finita 6-0 per il City, ma al di là del risultato, il più negativo della storia del Chelsea in Premier, è il come si è arrivati a questo. 

In campo non c'era una semplice squadra di calcio, ma bensì, un'orchestra sinfonica, diretta da un maestro. Tutti perfetti, tutti con uno spartito ben chiaro e preciso da seguire, fatto di schemi, idee, moduli, tecnica dei solisti e condizione fisica perfetta. Un mix che ha distrutto, mandato in tilt il Chelsea di Sarri, non il Pergocrema, che per novanti minuti non è stato in grado di proferire parola. Ammutolito e incredulo davanti a tanta perfezione e maestria. I gol e le azioni da applausi arrivavano a grappoli per la meraviglia e il diletto del pubblico presente allo stadio, e per i telespettatori. 

Poi a fine primo tempo di Manchester ho iniziato a vedere la mia Juve impegnata in quel di Sassuolo, e mi sono venuti i conati di vomito
Ovviamente ora ci sarà chi mi ricorderà che i City non hanno mai vinto nulla, che puntualmente spariscono dalla Champions nei quarti di finale e che magari il Sassuolo è più tosto del Chelsea, e cose del genere, ma io mi inchino davanti a questo spettacolo. 
A guardare singolarmente la banda di Guardiola, non è che sono tutti sti fenomeni o così superiori ai bianconeri, ma il direttore d'orchestra è tutt'altra cosa. 

Il City è sempre e comunque un'orchestra, e se anche qualche volta scivola, lo fa sempre da squadra, e sappiamo tutti che la Premier è un campionato un tantino più impegnativo della serie a. Lì non si può pensare di non perdere mai una partita. I bianconeri sono dei solisti che spesso si esibiscono in assoli da applausi, e qualche volta suonano insieme.

Ma ciò più salta all'occhio, è la totale differenza di intendere lo stesso sport da due allenatori differenti. Per Guardiola il calcio è uno sport di squadra, basato su schemi, moduli, distanze precise tra i reparti ed esaltazione delle qualità dei singoli, per produrre un calcio offensivo, dominante. Per Allegri è un, calma tenete palla, tutti dietro e prima o poi un gol lo facciano, e nel frattempo snatura ogni campione offensivo in centrocampista di copertura. 

La filosofia di Guardiola è obbiettivamente la più bella, ma anche la più difficile da inserire in una squadra, dove ogni tassello deve essere perfetto, e questo richiede tempo. Per cambiare serve tempo, lo ha ammesso pure Kloop, che sta facendo comunque un lavoro eccezionale a Liverpool. 
A volte il tempo non c'è, o qualche tassello non si vuole incastrare, e così poi sembra che Guardiola fallisca, come a Monaco, ma non è così. 

Quello che ha fatto Allegri e che continua a fare è la cosa più semplice del mondo. Mi siedo sulla panchina della squadra italiana più forte in assoluto, mi limito a gestire la rosa, li faccio scendere in campo tanto la superiorità è talmente alta che non serve fare altro "per divertirsi si va al teatro o al cinema."  a​​​​​​​​​​​ma spesso ripetere Allegri. Quindi non è una mia convinzione, è così proprio. Per lui il calcio non è un veicolo di spettacolo, per lui il calcio è 1-0 e tutti felici per la vittoria.

Certo ha vinto tanto con la Juve, ma chi non l'avrebbe fatto? 
Non vedrò mai la mia Juve, sfoderare una prestazione minimamente avvicinabile ai novanta minuti visti oggi a Manchester. 

#sognandoguardiola