Non preoccupatevi, non sono impazzito. E nemmeno abbraccio alberi e vado in cerca di astronavi provenienti da chissà quale galassia, visto che già questa mi sta stretta.
Mi riferisco ad altri tipi di alieni, e si tratta di individui con chitarra, batteria, basso e tastiere, che negli anni sessanta e settanta ci hanno consegnato pezzi di musica memorabile. Da Chuck Berry, Elvis Presley, passando da Beatles e Rolling Stones, la nostra vita non sarebbe più stata la stessa. E da quei "mostri" si sono materializzati altri "mostri", come i Deep Purple, Jethro Tull, Led Zeppelin, Pink Floyd e ancora altri solisti come Joe Cocker, Janis Joplin, James Brown, Jimi Hendrix, Elton John e si potrebbero aggiungere ancora una schiera di altri formidabili performers. E la consapevolezza di quel che avevo vissuto, sta nello scoprire durante una manifestazione in un paese della Liguria, dove vivo, quando gruppi musicali miei coetanei hanno distribuito queste perle, stavolta non destinate ai porci.
Stavo nel bar di mio fratello, e vedevo i ragazzi poco più che ventenni che spalancavano gli occhi nel sentire i pezzi "diabolici" che arrivavano alle loro orecchie, con assoli di chitarra e batteria. Io, naturalmente, li conoscevo tutti e guardandoli con fare bonario gli dissi: "Sì, noi abbiamo vissuto cose che voi umani..." parafrasando Blade Runner. 
E più suonavano, e più le persone si accatastavano vicino a loro, lasciandosi portare dal ritmo, e ballando come facevamo noi, ognuno nel suo stile, purché ci si muovesse, lo "shake".
Come certi pezzi ci rimangano nel sangue, è una cosa inspiegabile. Come è inspegabile come canzoni con testi stupidi, avessero tanto successo. Si guardi a "Hey Joe" di Jimi Hendrix, dove si parla di uno che va a sparare alla moglie. O "Smoke on the water" dei Deep Purple, nella quale si racconta una disavventura capitata a Frank Zappa ed il suo complesso (Mothers of invention) arrivati a Montreaux, in Svizzera, dove avevano trovato un bellissimo albergo con annesso casinò, ma  tornando dallo spettacolo se lo ritrovano ridotto in cenere a causa di un incendio, vedendo in diretta il casinò che crollava miseramente.
E come sia strano che io oggi, a sessant'anni suonati, sia riuscito finalmente a seguire tre concerti, Joe Cocker, Jethro Tull e Deep Purple, perché ai miei tempi non si poteva andare da nessuna parte, se non all'estero. E in quelle poche tappe in Italia non si riuscivano a trovare i biglietti. Per non parlare dei costi che non riuscivo ad affrontare. Negli anni settanta un biglietto d'aereo costava un capitale, e non c'erano i voli low cost come oggi. Quando ero ragazzo non si poteva fare quasi niente. Se volevi sciare, avevi due possibilità: o vivevi in alta montagna, o tuo papà era pieno di soldi. Ma anche per giocare a tennis ci voleva un discreto capitale. Oppure come capitò a Panatta, eri il figlio del guardiano dei campi da tennis, al Foro Italico di Roma. Persino studiare musica era un problema. Costi eccessivi per maestri e frequentazione del Conservatorio. Altrimenti si correva il rischio di suonarci per lungo tempo, ma nessuno ti apriva il portone! Si imparava a suonare ad "orecchio", senza conoscere la musica, con la chitarra "low cost", naturalmente non elettrica, e qualche amico che ti spiegava il "barrè" e gli accordi fondamentali. E tanti anche in quel modo arrivarono al successo. Si guardi a Jimi Hendrix, aveva imparato a suonare la chitarra durante la guerra del Vietnam, e quando tornò in patria mise su timbri e suoni che non si erano ancora sentiti prima, suonava con i denti, con la chitarra dietro la schiena e la sua musica divenne immortale, anche se a soli 27 anni un'overdose di eroina lo portò via da noi tutti. Ma la sua eredità è ancora oggi più che mai attuale, rimanendo uno dei più prolifici e geniali artisti della chitarra. Pensate, una volta suonò "Machine gun" (mitragliatrice) e mentre suonava l'inno americano, simulava il suono della mitragliatrice. Impressionante! Al contrario, Bryan Jones, aveva la capacità di suonare molti strumenti. Praticamente un genio musicale. Era nei Rolling Stones, ma anche lui ci lasciò troppo presto, la droga lo uccise durante un bagno in piscina. I Rolling Stones ci misero molto a riprendersi, e solo dopo qualche anno si riaffacciarono con il brano "Angie", da dove ripartirono dopo una perdita così importante, essendo la vera anima musicale del gruppo. Sì, purtroppo la droga se ne prese molti di questi alieni, mortale come la Kriptonite per superman, e tra questi c'erano Jim Morrison dei Door, Kurt Kobain dei Nirvana (anni novanta), John Bonham, batterista dei Led Zeppelin, per poi conoscere un altro nemico, l'Aids che uccise Tom Foggerty dei Creedence Clearwater Revival e Freddy Mercury dei Queen. Molti di questi gruppi si sciolsero, come i Led Zeppelin, altri invece, continuarono fino ad oggi, come i Rolling Stones, che ancora pochi giorni fa sono tornati a Milano ed hanno deliziato tutti con il loro fantastico repertorio. 

Sì, il rock non morirà mai, ma stanno morendo i protagonisti, ormai oltre gli anni della giovinezza, I Deep Purple hanno perso Jon Lord, tastierista. Gli Emerson Lake and Palmer, hanno ormai in vita solo Carl Palmer, il batterista. I Pink Floyd, oltre a Syd Barrett, sono rimasti orfani anche di Richard Wright, tastierista. Li vediamo sparire piano piano, senza clamore, dolcemente, in silenzio come se la morte non li riguardasse, perché la loro musica sarà immortale.
I Beatles, sono rimasti in due, John Lennon, fu ucciso da un pazzo con un colpo di pistola ravvicinato, mentre il chitarrista George Harrison, lo ha fermato un tumore. Ora i "faboulus for" sono rimasti in due, Paul Mc Cartney e Ringo Starr (pseudonimo di Richard Starkey). Le loro canzoni hanno rivoluzionato il mondo, cambiato le mode, e fatto scappare di casa tanti giovani che volevano la loro libertà. Quella libertà che nasceva dai movimenti che portarono al sessantotto, con giovani che portavano i capelli lunghi, i capelloni. Oppure che volevano l'amore libero, o di fare il bagno in spiaggia completamente nudi. Erano nati i "figli dei fiori" e Scott Mc Kenzie cantava "San Francisco" , dove invitava ad indossare un fiore, per incontrare altri fiori.
Joan Baez invece si chiedeva: "Where have all the flowers gone", dove sono finiti i fiori, ed i ragazzi che li portavano alle loro ragazze, forse erano in guerra.
Peace and love!