Il Milan ha organizzato per i suoi tifosi un Halloween orripilante fino al 93°, quando poi ha vinto il match in un finale di partita, a dir poco, diabolico e, comunque, imprevedibile.

Gattuso, in grande difficoltà per gli infortuni e senza il centromediano metodista Biglia, ha escogitato qualcosa che doveva essere un 3-5-2, ma che si è rivelato più simile a un 3-4-1-2. Romagnoli, Musacchio e Rodriguez presidiavano la difesa. Laxalt si muoveva in posizione di esterno sinistro, ma Kessie appariva fuori ruolo nella posizione di esterno destro a parziale copertura degli spazi non presidiati da Calabria (a mio avviso il povero Abate meritcavaun minimo più di fiducia dall'inizio...).
La zona nevralgica del centrocampo, quella centrale, vedeva l’inedito duo Bakayoko-Chala, col primo in mediana e il secondo nel ruolo inedito di regista. Suso, tuttavia, non giocava veramente da quinto centrocampista, ma agiva più avanzato, in una posizione che non era né da trequartista né da esterno, bensì una via di mezzo fra le due. Le punte erano, come domenica con la Sampdoria, Higuain e Cutrone.

Senza molto strafare, i rossoneri andavano in vantaggio con un colpo da maestro di Suso, che si accentrava e tirava  da almeno 20 metri una sassata imprendibile per il povero Radu. Il Milan, però, non insisteva negli attacchi, anzi sembrava attendere che il Genoa offrisse il fianco al contropiede, cosa che, comunque, il Grifone si guardava bene dal fare. In realtà i rossoneri non riuscivano a fare gioco, nonostante la dignitosa prestazione di Bakayoko, in quanto Kessie veniva spinto sempre più nella posizione arretrata di terzino e Chala non ingranava come regista, per il banale motivo che non lo è.

L'incubo horror di Halloween iniziava a materializzarsi intorno al 35mo del primo tempo. I rossoneri, infatti, si ostinavano a partire palla a terra dalla propria area di rigore, coi soliti scambi corti, lenti e compassati, nonostante mancasse anche la sponda, non geniale ma ordinata, di Biglia. Lo schema ricordava la storica pubblicità di un detersivo: era così prevedibile che più prevedibile non si poteva. Due uomini larghi sulle fasce con uno al vertice dell’area di rigore formavano un triangolo che attendeva il passaggio dal fondo di Donnarumma. Il Genoa non ha fatto altro che mettere un uomo su ognuno dei vertici del triangolo, con un altro paio pronti a raddoppiare in pressing dove serviva. Il Milan è stato così imbottigliato come un sorcio nella sua area, finché l’arbitro non ha pietosamente (per il Milan) fischiato la fine del 1° tempo senza concedere un secondo di recupero. I rossoneri, tuttavia, sono rimasti passivi anche nel secondo tempo, finché il Grifone non ha pareggiato partendo da un pallone perso da Bakayoko, imbottigliato in area, come tutti i suoi compagni, dalla solita ossessione suicida per il disimpegno manovrato.

A questo punto il Genoa ha commesso l’errore di non pressare più alto e Milan si è svegliato, catapultandosi in attacco. Si è giocato in un clima irreale, con i minuti che passavano e il Genoa che, pur apparendo in difficoltà, vedeva avvicinarsi il traguardo glorioso del tapppone di montagna. Il Milan appariva più vivo anche perché l’ingresso di Abate a destra, riportava la forza della natura di Kessie nella posizione più consona di mediana. Nel finale Donnarumma si è superato con una paratona su una conclusione angolatissima di Lazevic, mentre il suo collega rossoblù, pur producendosi in ottimi interventi, respingeva con superficialità uno spiovente che, a mio avviso, avrebbe potuto trattenere. Si è ripetuta quindi, ma in senso opposto, la sorpresa diabolica del derby. Romagnoli puniva Radu con un lob perfetto. Puniva anche tutto il Genoa e un Criscito che, poco prima, aveva provato a fare il morto al limite della propria area di rigore per intralciare gli attacchi rossoneri e perdere tempo. Legittimo dal punto di vista del Grifone,  ma  irritante dal punto di vista rossonero, e quindi meritevole di una diabolica e imprevedibile punizione.

La vittoria è importantissima, però Gattuso deve smetterla di ostinarsi a far giocare la squadra come un team di esordienti, obbligati per imparare a eseguire il compitino del disimpegno manovrato anche quando non sono in grado di farlo. Già la cosa era difficile con Biglia, ma col povero Chala fuori ruolo è apparsa impossibile. Se Rino non abbandona questo atteggiamento integralista, finirà per perdere punti fatali strada facendo. Ieri è andata bene.

I voti? Si.

Donnarumma 7,5: Incolpevole sul gol, salva la ghirba alla squadra con un intervento super su Lazevic. Fra i pali è un fenomeno autentico. Sottolineo: fra i pali...

Musacchio 6,5: Non è colpevole se il Milan si ostina a fare gioco corto all’altezza dell’area di porta o giù di lì.

Romagnoli 7,5: Stesso voto di Musacchio fino al 93°, ma la stoccata con cui punisce Radu vale un voto in più.

Suso 7,5: Sarebbe anche da 8, se ogni tanto non calciasse troppo corto i cross. A momenti ricorda Beccalossi in altri Savicevic e, comunque, la versione migliore dei due.

Bakayoko 6,5: Sbaglia in occasione del pareggio del Genoa, ma è un errore incolpevole, in quando l'ostinazione del Milan nel cercare il disimpegno manovrato porta a tali conseguenze. Per il resto, la sua è la migliore prestazione dell'anno e il ragazzo merita un incoraggiamento.

Kessie 6,5: Come esterno è sprecato.

Chala 5: Non posso dargli di più per la prestazione, ma il ruolo non lo aiuta, perché non è il suo. Non basta avere il piede sensibile per fare il regista, ma occorre percepire campo e gioco a 360 gradi e non tutti hanno tale capacità.

Laxalt 5: Un passo indietro.

Cutrone e Higuain 5,5: non brillanti come domenica, ma l’impegno è stato grande.

Abate 6: D'accordo, ha i ferri da stiro al posto dei piedi,  ma lasciarlo fuori quando il resto dei compagni è defunto è stato un errore. E' un professionista serio con esperienza e mestiere.

Gattuso 5: Riconosco che Rino era in difficoltà per gli infortuni, ma ha capito in ritardo che Abate terzino portava  Kessie in mediana, rendendo il Milan la squadra coi fiocchi e i controfiocchi dell'ultima parte di gara. Inoltre, come ho scritto sopra, l'allenatore si ostina a far giocare il diavolo come una compagine di esordienti che devono partire dalla propria area manovrando, anche quando non riescono a farlo. Ciò lo si capisce vedendo come i milanisti si dispongono quando Donnarumma si prepara a rimettere in gioco dal fondo. Diventano letalmente prevedibili e vengono ingabbiati nell'area di rigore. No, sono uomini fatti c non ragazzini che devono imparare anche a costo di perdere.