La Francia ha raggiunto in finale l'Argentina per una sfida di prestigio. Entrambe, infatti, vantano due titoli mondiali e la vincente potrà staccare l'altra nella classifica di coloro che sono stati più vincenti nella manifestazione. In un certo senso e con i dovuti distinguo, questa finale può essere accostata Italia-Brasile del 1970, quando le due finaliste si affrontarono da bi-campioni del Mondo. I dovuti distinguo sono necessari in quanto nel '70 si giocava per l'assegnazione definitiva della Coppa Jules Rimet. All'epoca, qualcuno decise che Rivera, in forma strepitosa, rischiava di accaparrarsi tutti i meriti dell'eventuale impresa azzurra, per cui il golden boy fu lasciato in panca nella finale. Il Brasile, quindi, beneficiò di quest'italica manifestazione di autolesionismo, schiantando l'Italia per 4-1. Ne beneficiò anche Rivera, che fu l'unico azzurro a non tornare a casa da bastonato, mentre qualcun altro tornò a casa con le beffe e il malanno, come del resto si conviene a chi vuol fare l'atrui danno. Francia e Argentina sembrano squadre di gente seria ed è presumibile che nessuna delle due conceda simili vantaggi all'avversario. Imprevisti a parte, in campo dovrebbero scendere i migliori.

Come prevedibile, la Francia ha vinto una semifinale combattuta facendo valere il ricco ventaglio di soluzioni che dispone per forzare i chiavistelli avversari. Fino a ieri, aveva sfruttato poco le potenzalità offensive di Griezmann e Theo Hernandez, ma Deschamps ha giocato subito queste due carte. Dopo pochissimi minuti, Griezmann, finora utilizzato da mezz'ala e sempre molto prudente nell'inserirsi, si è proposto senza palla bucando la zona destra della difesa avversaria. Ha dato al centro, dove Mbappé si era accentrato in posizione di centravanti per consentire l'inserimento di Theo sulla mancina. Mbappé, murato, non è riuscito a finalizzare, ma il pallone è giunto a Theo, che ha insaccato in acrobazia e ha portato a 7 le reti dei rossoneri al mondiale, considerando anche Leao. Non male, tutto sommato.

La mossa a sorpresa di Deschamps ha fatto saltare i piani del Marocco di disputare una partita guardinga. I marocchini si sono trovati al bivio fra difendere una sconfitta che rischiava di rimanere tale, se la Francia non si fosse suicidata, oppure iniziare ad attaccare. Hanno scelto la seconda opzione e non sapremo mai cosa sarebbe successo se fossero rimasti indietro. 

Per tutto il primo tempo, Deschamps ha tenuto Dembelé e Griezmann molto alti, di fatto in linea con Giroud e Mbappé. Lo scopo era di tenere sotto pressione gli avversari quando cercavano di salire, magari prendendoli d'infilata con una ripartenza corta. Griezmann e Dembelé, però, scalavano ordinatamente indietro, quando i marocchini passavano il centrocampo per allargarsi sulle ali, dove risiede la loro forza offensiva.

Nel primo tempo, questo cambio di tattica ha provocato solo disorganizzazione fra gli africani, che si sono allungati in maniera pericolosa. Non è facile per una squadra che gioca cortissima diventare una compagine che si allunga. Dietro restavano in 3, dei quali uno era il capitano Saiss, rotto fin dall'inizio e sostituito dopo una ventina di minuti abbondanti da Amallah. Ci sarebbe voluto, tuttavia, l'intera prima fase perché il Marocco si riassestasse. Giroud sfruttava un palla-lunga-e-pedalare che scavalcava il suo francobollatore, ma da posizione defilata, pur tirando bene, centrava il primo palo. Poco dopo, sprecava un'occasione sanguinosa per battere a rete di prima girandosi alla sua maniera. Era solissimo all'altezza del dischetto, mentre i difensori marocchini erano a ridosso della porta in confusione.  Si è rivisto il Giroud di Zagabria in Champions, che batteva sempre al volo, ma fuori. Se avesse stoppato, avrebbe tirato un calcio di rigore in movimento, in quanto gli avversari non avrebbero avuto il tempo di murarlo. Vero che un uomo non ha gli occhi dietro le spalle, ma un centravanti certe cose deve... sentirle... percepirle d'istinto. Alla fine, la Francia ha vinto e tutto è finito bene per l'attaccante di Chambery.

Il Marocco ha trovato la quadra solo nel recupero della prima fase e ha fatto tremare la Francia, ma le squadre sono andate al riposo sul risultato di 1-0, senza che la Francia mettesse al sicuro il risultato, ma senza, peraltro, che gli africani pareggiassero. Contano i gol e l'unica rete era sempre quella, molto bella e difficile, di Theo.

Quello marocchino non era stato un fuoco di paglia, perché nel secondo tempo Regraui perfezionava quanto di buono si era visto alla fine dei primi 45 minuti. Quando i suoi avanzavano, restavano indietro 2 difensori, ma con Amrabat che faceva il doppio ruolo di centromediano metodista e di terzo centrale (il libero, in fondo, nacque quando Nereo Rocco nel Padova spostò il centromediano dietro la difesa). Amrabat ci è riuscito alla grande, sia perché è in forma strepitosa, ma anche in quanto non saliva mai oltre i 30-35 metri dalla porta avversaria. Insomma, Regraoui non gli chiedeva i miracoli come Dalic aveva chiesto al povero Brozovic.

Il problema del Marocco è stato di non avere tantissime soluzioni offensive, se si escludono le incursioni sulle fasce degli esterni alti Zyaech e Boufal. Il fortino francese, quindi, ribatteva ogni traversone, anche se tirato bene, perché prevedibile.

Deschamps dimostrava di avere ancora conigli nel cilindro, cioè di avere in panchina altri passepartout per aprire la cassaforte avversaria. Griezmann e Theo restavano più arretrati, ma Thuram, a metà secondo tempo, consentiva a Mbappé di accentrarsi in posizione di prima punta. Verso l'80°, poi, Kolo Muani prendeva il posto di Dembelé rinnovando la brillantezza sulla fascia destra. Pochi secondi e Mbappé attirava su di sé 4 avversari, tenendone in apprensione altri due più lontani. Nessuno, allora, si occupava di Kolo Muani che, defilato a un metro dal palo, la metteva dentro senza che l'incolpevole Bounou potesse farci una sacro tubazzo. Credo che sentiremo ancora parlare di questo ragazzo. Ezzalzouli del Marocco, invece, un giovane della cantera barcellonese, al momento appare un po' troppo acerbo.

Il Marocco non si rassegnava e non cessava di dare spallate agli avversari, vigorose anche se inutili, fino alla fine del recupero.

Tra Croazia e Marocco ne esce meglio il secondo. Il Marocco avrebbe considerato già un bel risultato il passaggio agli ottavi, mentre va addirittura alla finalina. Troppo versatile e ricca di soluzioni la Francia di Deschamps perché potesse batterla. La sua, comunque, è stata una sconfitta onorevole. E' stata la Croazia, in realtà a deludere un po', perché era vicecampione in carica, ma contro l'Argentina si è sciolta troppo velocemente.

Orsato e Ramos, arbitri delle semifinali, sono stati entrambi criticati dagli sconfitti. Non entro nel meglio degli episodi, ma a mio avviso nessuno dei due ha inciso in maniera decisiva sul match.